Urbanistica INFORMAZIONI

Una riforma solo rinviata?

Alla fine del 2012 il lungo – troppo lungo ! – cammino verso la costituzione dei governi metropolitani sembrava stesse per concludersi, quando Monti si dimette e diventa evidente che la riforma non sarebbe stata varata nella legislatura in corso. Il 24 dicembre il Parlamento approvava la legge n. 228/2012 altrimenti detta “di stabilità” (1 solo articolo, 560 commi !) che con il comma 115 rinviava alla fine del 2013 l’intero processo di “razionalizzazione e riduzione della spesa degli enti territoriali”. In particolare la “legge di stabilità” ha sospeso fino al 31 dicembre 2013 l’applicazione dell’articolo 18 della legge n. 135 del 7 agosto 2012, “Istituzione delle Città metropolitane e soppressione delle province del relativo territorio”.
Il rinvio della riforma di “riordino ed accorpamento” delle Province ha sollevato un coro generale di indispettita delusione: un’altra riforma rinviata... e chissà fino a quando. Naturalmente l’attenzione si è concentrata sugli attesi (ma mai effettivamente misurati) effetti di riduzione della spesa pubblica e di razionalizzazione (leggi: “ridimensionamento”) dell’apparato amministrativo degli enti locali. Molto meno sulla mancata formazione dei governi metropolitani nei confronti dei quali permane, fuori della cerchia degli addetti ai lavori, un sospettoso disinteresse. E questo è un primo problema.
Anche se allo stato attuale è impossibile prevedere se il 2014 vedrà davvero, finalmente, costituirsi una governance dei territori metropolitani, quel che è certo è che i testi legislativi predisposti nel corso del 2012 presentano numerose lacune e questioni non risolte. E questo è un secondo problema.
Purtroppo lacune e questioni non risolte si estendono anche al di là delle nostre discipline. Tanto da far pensare ad una grave superficialità, ad una sorta di falsa coscienza, da parte del legislatore nazionale. Come se la costituzione delle “città metropolitane” fosse un indesiderato o addirittura inutile corollario della ben più sostanziosa e impellente necessità di riduzione della spesa pubblica. Basti pensare alla non risolta questione del come eleggere il Sindaco metropolitano, alle contraddizioni normative fra le diverse modalità elettive e la possibilità di suddivisione del Comune capoluogo in più comuni – contraddizioni particolarmente evidenti nel caso della città capitale – o al bizzarro paradosso di considerare puramente onorifica la carica di Sindaco metropolitano . Un Sindaco eletto da milioni di cittadini (come molto probabilmente avverrebbe nella maggior parte dei casi), responsabile della amministrazione di funzioni come la “pianificazione territoriale”, la “mobilità e viabilità”, la “promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale” dovrebbe esercitare il suo ruolo così importante per la vita di milioni di persone, “a titolo esclusivamente onorifico”!
Superficialità e falsa coscienza che potrebbero derivare, oltre che, forse, dalla concitazione dei tempi assai brevi concessi al Governo, anche, e soprattutto, da una meccanica adesione ai peggiori luoghi comuni generati dall’assioma della riduzione della spesa pubblica. Si elegga un Sindaco metropolitano, purché sia “onorifico”, cioè non costi nulla. Sciocchezze di questo tipo sono emblematiche dell’erroneo convincimento che la corruzione e le inefficienze, così colpevolmente diffuse nel nostro sistema politico-amministrativo, siano semplicemente superabili con meccanici tagli e soppressioni di intere strutture. Ma la strada maestra per reprimere la corruzione, superare gli sprechi, impegnarsi per uno Stato più trasparente, onesto, ed efficiente, non ammette scorciatoie.
Chi deve “amministrare l’urbanistica” sa che senza una vera e propria ricostruzione dell’apparato pubblico nessun governo del territorio sarà possibile.
Bisogna dunque sperare che le lacune e questioni non risolte dai provvedimenti “sospesi” siano all’ordine del giorno del prossimo Parlamento.

Data di pubblicazione: 9 marzo 2013