In linea generale si raccomanda un uso parsimonioso delle maiuscole, da utilizzare tipicamente per denotare nomi propri o espressioni che equivalgono a nomi propri (vedi sotto, a proposito di Presidente della Repubblica).
Decenni e secoli sempre in lettere e con l’iniziale maiuscola: gli anni Venti, l’Ottocento.
Secolo: meglio se in numeri romani: XX secolo.
Parlamento, Stato/Stati (ma: città-stato), Università di (quando si riferisce ad un ateneo in particolare: Università di Firenze, ma la riforma dell’università), Romanticismo, Resistenza, Restaurazione, Illuminismo, Risorgimento, ecc. sempre con l’iniziale maiuscola.
Particolari episodi storici: Rivoluzione francese, Rivoluzione industriale, ecc.
(maiuscola solo la prima iniziale).
I nomi delle religioni vanno con l’iniziale minuscola
Maiuscole iniziali: aggettivi sostantivati indicanti regioni geografiche (il Senese, il Vicentino), nomi di facoltà o corsi di studio (la facoltà di Lettere), partiti politici (solo la prima parola: Partito comunista italiano, Alleanza nazionale), organismi pubblici (Consiglio di Stato, Senato della Repubblica, Camera dei deputati).
Paese/paese (nel primo caso è l’insieme dei cittadini di uno Stato, nel secondo si tratta della piccola comunità urbana) Regione/regione (nel primo caso è l’organismo istituzionale, nel secondo è denominazione geografica: la Regione Toscana ha deciso, abito nella regione Toscana).
Chiesa/chiesa (nel primo caso è l’istituzione, nel secondo è l’edificio).
San/san (nel primo caso si tratta di un toponimo, di un monastero o di una chiesa, ecc., nel secondo della personalità storica: ho sentito una predica in San Pietro, il martirio di san Pietro).
Per cariche istituzionali (sindaco, assessore, governatore, ecc.): minuscola quando si tratta della carica in generale oppure se accompagna il nome proprio, maiuscolo quando sostituisce il nome proprio (l’elezione del presidente della Repubblica, il presidente della Repubblica Ciampi, ma il Presidente della Repubblica ha dichiarato). (Stesso discorso vale per i premi: Ho vinto il Premio Nobel, ma ho parlato col premio Nobel Dario Fo).
Istituti, organizzazioni, associazioni, accademie, musei, ecc.: tutte le iniziali maiuscole (Scuola Normale Superiore, Istituto Italiano per gli Studi Storici, Organizzazione delle Nazioni Unite, Accademia Nazionale dei Lincei, Università degli Studi di Firenze, Biblioteca Vaticana, Filarmonica di Berlino, ecc.).
I nomi di popoli vanno minuscoli (gli italiani, i francesi, i fiorentini, i galli, ecc.).
I nomi che indicano regioni geografiche, nazioni e zone politiche hanno l’iniziale maiuscola in tutte le parole (l’Antartide, il Sud America, l’Africa Nera, i Mari del Sud, il Terzo Mondo, il Medio Oriente, l’Occidente [in senso politico], Italia Settentrionale).
AI contrario: a sud di Firenze, andiamo verso occidente, ecc.
I termini via, piazza, ponte hanno l’iniziale minuscola, a meno che non si riferiscano a pochi casi famosi in cui fanno per così dire parte del nome (via Cavour, piazza del Duomo, la chiesa di San Domenico, ponte alla Carraia, ma Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio, Piazza Grande, Fontana di Trevi, Castel Sant’Angelo, ecc.).
I termini oceano, mare, golfo, monte lago, fiume, isola vanno con la lettera minuscola (isola d’Elba, mar Adriatico, isole Baleari, monte Cervino, passo del Brennero, val di Non, ecc.).
I termini guerra, pace, concilio, editto, scisma, piano, accordo vanno con la lettera minuscola (l’editto di Milano, lo scisma d’Occidente, il piano Marshall, la prima guerra mondiale, la guerra dei Cent’anni, la pace di Versailles, il concilio di Trento, ecc.).
I termini luna, sole, terra vanno con la lettera minuscola se usati in senso generico, maiuscola se in senso astronomico (la terra trema, le lingue parlate sulla Terra).
I nomi delle partizioni interne di un volume vanno in tondo con iniziali maiuscole (Parte II, Modulo 1, Unità 5, Capitolo 4, Appendice I, ecc.).
Le sigle vanno sempre maiuscole non puntate (UTET, UNESCO, PCI [ma Pd’A], CGIL, ecc.).
Ad eccezione delle sigle riferite agli strumenti urbanistici che vanno sempre con prima lettera maiuscola e altre lettere minuscole non puntate (Prg, Pat, Pgt, Prusst, Peep, ecc.)
I titoli delle opere (letterarie, artistiche, musicali) o di loro sezioni (capitoli, articoli di rivista) vanno sempre in corsivo.
Se in titoli di opere letterarie, artistiche, musicali compare l’articolo, questo viene assimilato nel contesto (Italo Calvino ha scritto Il cavaliere inesistente.
Nel Cavaliere inesistente Calvino ecc.).
Bibbia, Vangelo/Vangeli, Corano, Antico e Nuovo Testamento vanno in tondo (in corsivo i singoli libri: Vangelo secondo Luca).
I titoli dei periodici (quotidiani compresi) vanno in tondo tra « » («La Stampa», «La Repubblica», «Nuovi Argomenti»; attenzione: un articolo della «Repubblica»).
Titoli di convegni, mostre, collane editoriali in tondo tra virgolette (il convegno internazionale «L’eredità di Croce», la mostra «Michelangelo e il suo tempo», «I Meridiani», ecc.).
Per le citazioni si usa « »
Per le citazioni dentro le citazioni si usa ‘ ’
Esempio: «Ma anche nella vita comune è intollerabile che, se qualcuno si accinge a compiere un gesto libero, nobile,
inatteso, si senta gridare quasi sempre alle spalle: ‘Quell’uomo è ubriaco, è matto da legare’» (Goethe).
Da notare l’uso delle virgolette semplici in funzione allusiva (il tuo è un uso ‘terroristico’ del linguaggio). In questo senso ‘ ’ hanno il significato di ‘per così dire’ (mentre « » hanno quello di ‘cosiddetto’).
Se più lunghe di 4-5 righe, devono essere staccate dal testo e messe a capo in corpo minore senza rientri e senza virgolette (intercalato).
In caso di ellissi, usare i 3 puntini tra parentesi quadre [...]
La barra verticale obliqua (/) indica la fine del verso; la doppia barra (//) la fine della strofa.
Il trattino breve (-) unisce due parole, non vuole alcuno spazio prima o dopo; il trattino medio (—) serve per le elencazioni o gli incisi, vuole lo spazio prima e dopo.
XV secolo (mai secolo XV oppure sec.) 1350-1360 (mai 1350-60 o 1350-’60) anni Venti (e non anni 50)
decimali: con la virgola migliaia: con il punto (13.000) (da 5 cifre in avanti)
In corsivo (è stata una débâcle).
In generale attaccato alla parola che segue senza trattino (antiamericano, filoatlantico, precristiano, postcomunista), fa eccezione ex, staccato senza trattino (ex Jugoslavia).
I simboli sono sempre scritti in tondo, non sono seguiti dal punto e si mettono dopo il numero cui si riferiscono: 50 km, 150 kg
Senza spazio: T.S. Eliot (non T. S. Eliot)
– Volume: cognome autore, nome autore puntato, anno tra parentesi, titolo in corsivo, casa editrice, luogo di edizione, eventuali pagine. Rosselli N. (1967), Mazzini e Bakunin. Dieci anni di movimento operaio in Italia (1860-1872), Einaudi, Torino.
– Articolo in volume: cognome autore, nome autore puntato, anno tra parentesi, titolo articolo in corsivo, in, titolo volume in corsivo, casa editrice, luogo di edizione, eventuali pagine. Giannelli R. (1994), L’Italia nella Comunità Europea, in L’Italia oggi, Le Monnier, Firenze, pp. 45-93.
– Articolo in rivista: cognome autore, nome autore puntato, anno tra parentesi, titolo articolo in corsivo, in, titolo rivista in tondo tra virgolette, numero, eventuali pagine. Serra E. (2000), Missiroli: ultimi anni, in «Nuova Antologia», CXXXV, pp. 93-104.
– In caso di più autori: primo autore – secondo autore. Valiani L. - Venturi E. (1999), Lettere 1943-1979, La Nuova Italia, Scandicci.
– Libro con curatore: cognome autore, nome autore puntato a cura di Pavone C. a cura di (1999), I campi di concentramento, Laterza, Bari-Roma.
– Autori vari: AA.VV. AA.VV. (1969), Mitologia del fascismo, Garzanti, Milano.
– Stesso autore: Idem. Idem (1947), Lettere dal fronte, Mondadori, Milano.
– Per testi già citati: cognome autore, nome autore puntato, titolo in corsivo, op. cit. (o art. cit.), eventuali pagine Rosselli N., Mazzini e Bakunin..., op. cit., p. 56. Serra E., Missiroli: ultimi anni, art. cit., p. 93.