Sono trascorsi oltre dieci anni dalla Lr 1 del 26 gennaio 2007, che disciplinava in via sperimentale la copianificazione in Piemonte, ed è da quasi 4 anni che la Lr 3 del 25 marzo 2013 ha disciplinato la sua definitiva ordinaria estensione a tutta la pianificazione urbanistica comunale ed intercomunale come procedura per la formazione ed approvazione di essa.
Sono anche quasi 2 anni che è entrata in vigore la riforma Delrio (Ln 56 del 7 aprile 2014) con le mutate geografie istituzionali e nuovi compiti di pianificazione e spaziale e strategica che comporta,
È in questo contesto che l’INU Piemonte e Valle d’Aosta ha promosso un confronto ed una riflessione sulla copianificazione e valutazione, considerato che la Lr 3/2013 ha opportunamente integrato la Valutazione Ambientale Strategica nella procedura di copianificazione [1]. Le ragioni di tale iniziativa non giacciono solo in un utile bilancio della copianificazione ma, soprattutto, in un necessario, consapevole e condiviso rilancio e rafforzamento della efficacia di questo metodo per la formazione ed approvazione della pianificazione urbanistica comunale.
Vanno infatti rimessi in primo piano:
sia il senso profondo della copianificazione e del suo profilo orizzontale e processuale, fondato sulla sussidiarietà, sulla adeguatezza e sulla responsabilità dell’autonomia delle Istituzioni che hanno competenza di governo e pianificazione del territorio, resa possibile e sostenibile da procedure di cooperazione;
sia le modalità, i tempi ed i comportamenti caratteristici delle Conferenze per quanto riguarda i rapporti fra gli Enti ed i loro atti di pianificazione, nella formazione ed approvazione dei piani, di concertazione e collaborazione pubblico-pubblico, aperte alla partecipazione di altri soggetti pubblici e privati. Sul funzionamento delle Conferenze non bisogna, inoltre, mai dimenticare che non vanno confuse con le ben note Conferenze dei servizi.
È questa la migliore strada per abbandonare e sostituire (nella sostanza e non per forma), in modo sostenibile ed equilibrato, la tradizionale procedura di approvazione gerarchica basata su atti complessi di e fra Enti sovra e sotto ordinati (e su tempi troppo lunghi).
Ne conseguono due effetti entrambi positivi per il governo del territorio:
un percorso di confronto e condivisione transcalare e (soprattutto) costruttivo
una sensibile riduzione dei tempi di formazione ed entrata in vigore per i Piani, importante per l’efficacia (e forse legittimazione) della stessa pianificazione del territorio.
È in questo quadro che continua ad essere importante sapere (ma soprattutto volere) concepire e sperimentare l’innovazione della pianificazione urbanistica con la sua reale articolazione nelle componenti strutturale, operativa ma anche regolativa.
Si tratta cioè per la Regione di assumere con convinzione (e la necessaria generosità politica e tecnica), l’opzione di un insieme interrelato di funzioni e nature differenziate di un’innovativa pianificazione in una transcalare “filiera di piani”, attentamente pensata per una nuova geografia istituzionale, più accorciata e rappresentativa dei territori (avviata dalla riforma Delrio).
È in questa prospettiva che va considerata, per la rilevanza delle tematiche affrontate e la loro messa in relazione con la pianificazione del territorio (solo insufficientemente affrontate dalla Lr 3/2013), la presentazione, il 22 dicembre 2016 da parte dell’Assessorato all’ Ambiente, Governo e Tutela del Territorio, della bozza di Disegno di Legge “Norme per il governo sostenibile del territorio e il contenimento del consumo di suolo”. Un’iniziativa, che appare di profilo riformista, cui si accingerebbe la Regione Piemonte, rinnovando alcune importanti finalità (contenimento del consumo di suolo e valorizzazione dei suoi servizi ecosistemici, pianificazione sostenibile e sviluppo mediante green economy), contenuti (rigenerazione urbana) e strumenti della pianificazione locale (andando, forse, “oltre il Prg”). Infatti, per perseguire tali obiettivi, il disegno di legge, intende prefigurare un rinnovato modello di pianificazione a livello locale che superi i confini amministrativi dei singoli Comuni, al fine di interpretare la struttura del territorio e disegnare strategie, a partire dai sui valori, criticità, qualità e vocazioni, di livello intercomunale tramite una pianificazione di tipo strutturale per sub-ambiti definiti dalla Regione stessa (d’autorità e in verità con forse eccessivo ottimismo) e prevedendo una pianificazione operativa alla scala comunale per metterle in atto.
Per questo processo di pianificazione e per l’innovazione del piano è però essenziale proprio la copianificazione come metodo, praticato con convinzione e disponibilità, non contraddicendone la ratio con procedure troppo burocratiche o settoriali. Elementi questi che sono invece non marginalmente presenti nel recentissimo Decreto del Presidente della Giunta regionale 23 gennaio 2017, n. 1/R, Regolamento regionale recante "Disciplina della Conferenza di copianificazione e valutazione prevista dall’articolo 15 bis della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) e del ruolo e delle funzioni del rappresentante regionale".
[1] Il Convegno, organizzato in collaborazione con l’Ordine Architetti PPC di Novara e Verbano-Cusio-Ossola, si è svolto lo scorso 3 febbraio 2017 presso la Sala Auditorium del Liceo delle Scienze Umane “C.T. BELLINI” di Novara, con il riconoscimento di 4 CFP per Architetti PPC.