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Le biblioteche di Roma: i nuovi poli civici di una città che cambia

Il programma di intervento di Roma Capitale muove dalla consapevolezza che istituzioni culturali come le biblioteche – specialmente in aree o quartieri caratterizzate da forte vulnerabilità sociale e materiale – rappresentano una ‘istituzione-àncora’ deputata allo svolgimento di un servizio cruciale per la promozione culturale, sociale ed economica delle comunità locali con l’ambizione di dare maggiori opportunità, in termini di servizi e politiche culturali.

Roma oltre a essere il Comune più popoloso d’Italia con quasi tre milioni di abitanti è anche la città più estesa dell’Unione europea. Il suo sviluppo, tumultuoso e radiale, ha fatto sì che nei decenni seguiti al secondo Dopoguerra, alla costruzione di quartieri e borgate nati dall’emergenza abitativa non corrispondesse la realizzazione di infrastrutture e servizi primari per la cittadinanza: scuole, biblioteche, luoghi di ritrovo, trasporti e in molti casi addirittura gli allacci fognari. A seconda dei diversi gradi di sensibilità politica rispetto ai bisogni dei cittadini costretti a vivere in quartieri degradati ed emarginati lontani dal centro, la sfida delle amministrazioni che si sono succedute nel tempo nella Capitale è sempre stata quella di cercare di dare una risposta alle esigenze, materiali e immateriali, di un territorio troppo vasto per essere amministrato con strumenti e risorse di carattere ordinario.
Inoltre, con la sua vocazione millenaria di città della conoscenza e di centro culturale, Roma oggi ospita oltre tremila scuole e ha un volume annuale di oltre duecento mila studenti universitari.
Nell’ottica della costruzione di una città a misura d’uomo, universalmente accessibile e policentrica, riassumibile nell’indirizzo programmatico della ‘città dei 15 minuti’, la Giunta guidata dal sindaco Roberto Gualtieri è al lavoro con un vasto programma di rigenerazione urbana che anche grazie alle risorse straordinarie legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha l’ambizione di dare maggiori opportunità, in termini di servizi e politiche culturali, ai romani e alle romane. È in questo contesto che si inserisce il Piano urbano integrato sui
Poli culturali, civici e di innovazione”.
Il programma di intervento muove dalla consapevolezza che istituzioni culturali come le biblioteche – specialmente in aree o quartieri caratterizzate da forte vulnerabilità sociale e materiale – rappresentano una ‘istituzione-àncora’ deputata allo svolgimento di un servizio cruciale per la promozione culturale, sociale ed economica delle comunità locali. Esse possono svolgere funzioni strategiche nell’ambito delle politiche del welfare contribuendo alla riduzione delle disuguaglianze sociali e alla valorizzazione del capitale umano metropolitano, avvicinando anche i luoghi di lavoro ai luoghi di residenza, combinando i vantaggi di una maggiore armonia tra vita quotidiana, socialità, crescita culturale e sviluppo economico.
I nuovi poli civici culturali costituiscono una rete accessibile di spazi, servizi, attività e relazioni nei quali la cultura può svolgere un ruolo determinante per la coesione sociale e territoriale, il senso di appartenenza, lo sviluppo sostenibile, la competitività, l’innovazione, l’occupazione e la diffusione di lavori condivisi. La scelta strategica è orientata a dare risposte alla crescita socio-culturale ed economica dei cittadini, e a supportare politiche di investimento mirate (formazione, superamento del digital divide, nuovi diritti, remote&smart working).
Grazie ai fondi del PNRR, Roma Capitale prevede attraverso la rigenerazione e la valorizzazione di nove immobili in disuso la realizzazione di “nuovi poli civici culturali e di innovazione” e la rigenerazione ecosostenibile di ventuno biblioteche già esistenti. L’investimento complessivamente ammonta a cinquanta milioni di euro, di cui 17,5 saranno investiti nella rigenerazione delle biblioteche già esistenti e 32,5 nella costruzione dei nuovi poli civici. La nuova rete di centri culturali a servizio delle comunità locali si inserirà all’interno del già robusto circuito bibliotecario cittadino, il più ampio in Italia, attualmente composto da quaranta strutture dislocate nei quindici Municipi e da oltre cinquanta “Bibliopoint” nelle scuole, contribuendo a renderlo più capillare e diffuso.
Questo intervento straordinario è scaturito dalla consapevolezza che le istituzioni culturali, specie in quartieri caratterizzati da situazioni di vulnerabilità sociale ed educativa, possano svolgere un ruolo fondamentale per la promozione della cultura, l’accesso alla lettura e allo studio ma anche per favorire processi di socializzazione collettivi. Come recita l’articolo terzo della Costituzione, uno dei più belli della nostra Carta fondamentale, è compito della Repubblica – e quindi anche delle istituzioni locali – rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale – e quindi anche culturale – che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Sotto questo profilo, l’apertura di uno spazio culturale o di una biblioteca in periferia, oltre che un atto utile a rendere più vivibile un’area decentrata, può trasformarsi in uno strumento di riduzione delle diseguaglianze in virtù dell’avvicinamento dei luoghi del sapere e, più in generale, dei servizi alle zone maggiormente residenziali.
All’atto pratico, nella pianificazione dei servizi di prossimità, non si può non tenere conto della condizione per cui ormai la stragrande maggioranza delle famiglie romane vive fuori da un centro cittadino che è sempre più caratterizzato da una gentrificazione e da una desertificazione sociale. Inoltre bisogna considerare che gli spazi culturali e di promozione della conoscenza nella loro accezione più ampia, dalle scuole ai teatri passando per biblioteche e i centri giovanili, sono centri imprescindibili mediante i quali si esprime la presenza delle istituzioni in un territorio e, in molti casi, costituiscono dei veri e propri presidi di cittadinanza. Una città, infatti, non può limitarsi a essere un insieme di abitazioni sprovvisto di luoghi di ritrovo e di sociabilità, ma purtroppo in molte zone di Roma questa condizione è la sconfortante realtà su cui siamo chiamati a misurarci nella sfida della rigenerazione urbana e del governo della città.
I nove “nuovi poli civici”, come si è detto, sorgeranno dalla riqualificazione di immobili di proprietà dell’amministrazione capitolina inutilizzati e individuati grazie a un dialogo costante e approfondito tra i protagonisti che abitano, compongono e amministrano lo spazio cittadino: i Dipartimenti dell’amministrazione di Roma Capitale ed i quindici Municipi.
Tutti i nuovi poli civici sorgeranno in aree periferiche della città, laddove c’è un’esigenza più urgente di biblioteche e di spazi culturali. Un esempio emblematico sotto questo profilo è quello del recupero dell’ex Scuola Parini – che ospiterà aule studio, laboratori e spazi di coworking – nel III Municipio in cui, a fronte di una presenza di oltre duecento mila residenti, una popolazione superiore a quella di città come Trieste o Parma tanto per avere un termine di paragone, a oggi è presente la sola Biblioteca “Ennio Flaiano” nel quartiere del Tufello.
Nel V Municipio, nella periferia est, saranno previsti due interventi: uno in località La Rustica, dove sarà recuperato un casale da adibire a spazio audio-visivo e informativo e l’altro in un immobile nel quartiere Centocelle-Prenestino che verrà destinato, come richiesto dai cittadini e dalle associazioni attive sul territorio, non soltanto a biblioteca ma anche a un più ampio centro di aggregazione, diventando quindi un luogo di incontro per la variegata comunità della zona.
Sono poi previsti due interventi anche nel VII Municipio, il più popoloso di Roma con i suoi oltre trecento mila abitanti. Il primo è un progetto di restauro di due casali in una zona densamente abitata ai margini del Grande raccordo anulare, a Largo Zappalà. Il secondo prevede il recupero di un incredibile piazzale coperto presente al piano sovrastante il parcheggio di scambio della fermata della Metropolitana “Arco di Travertino” e costituisce uno dei più importanti interventi del piano. Infatti, il nuovo polo civico dell’Arco di Travertino nascerà in un’area strategica per la mobilità in virtù del collegamento con la linea metropolitana A e diventerà la più estesa biblioteca comunale di tutta la città. Il polo sarà arricchito poi da numerose funzioni quali un auditorium, aule studio, sale incontri, spazi coworking, laboratori, aule formazione, spazi per bambini, spazi multifunzionali con servizi culturali e servizi di comunità dove si potranno realizzare sinergie tra strutture dell’amministrazione capitolina, enti del terzo settore, privati, cittadinanza attiva e la Asl, che fornirà dei servizi sanitari in una parte dello stabile.
Nel VIII Municipio, in prossimità dell’Università di Roma Tre, sarà recuperato a uso culturale un edificio degradato risalente agli anni ’20 del secolo scorso, ubicato in via Ostiense, mentre nel XIII Municipio si interverrà sulla ex Fornace Veschi.
Il recupero della Fornace costituisce forse il caso più interessante di rigenerazione di archeologia industriale previsto nel Piano urbano, vista l’originaria funzione di produzione di laterizi dello stabile. Nei Municipi XIV e XV, il cui territorio sommato è paragonabile a Firenze in termini di numero di abitanti (circa 350mila) a fronte del triplo della superficie (300 km quadrati a confronto dei 100 km di Firenze), sono presenti soltanto tre biblioteche e, per questo motivo, queste aree sono quelle considerate più critiche per carenza di centri culturali.
Nel Municipio XIV, nella zona di Selva Candida, sarà creato un nuovo polo in via Cusino, attraverso un intervento di demolizione e di ricostruzione di due edifici degradati, mentre nel Municipio XV si interverrà sul Castello di Cesano, collocato in una delle località più decentrate del territorio comunale, per realizzare un nuovo polo civico.
Infine sempre nel Municipio XIV, nell’ambito del Piano urbano integrato sul “Polo del benessere Santa Maria della Pietà”, una decima biblioteca sarà collocata nel padiglione 31 del celebre ex ospedale psichiatrico, e ospiterà servizi collettivi a carattere socio-culturale, tra cui quello bibliotecario.
Contestualmente al piano di riqualificazione urbana, saranno intraprese attività di promozione e comunicazione relative alla conoscenza dell’ampliamento della rete bibliotecaria cui necessariamente andranno accompagnati studi e sperimentazioni di modelli di gestione eterogenei e partecipativi dei nuovi poli, mediante il coinvolgimento delle comunità di quartiere con una particolare attenzione alle nuove generazioni e al tessuto associativo.
Anche ventuno biblioteche comunali già esistenti saranno oggetto di interventi di miglioramento e riqualificazione. [1] A queste ventuno biblioteche riqualificate attraverso il Piano urbano integrato sui centri civici culturali e di innovazione, bisogna aggiungere un ulteriore intervento nella Biblioteca “Renato Nicolini” in via Marino Mazzacurati 76 che sarà realizzato attraverso il Piano urbano integrato dedicato a Corviale. Questi ultimi interventi saranno impostati nella direzione della rifunzionalizzazione degli spazi secondo il concetto di open-library, trasformandoli luoghi aperti e multifunzionali che possano offrire servizi incentrati e mirati sui bisogni della cittadinanza, laddove possibile, dall’educazione digitale ai servizi anagrafici.
Al di là della collocazione e della peculiarità di ogni biblioteca, abbiamo l’obiettivo di tessere nella città una rete quanto più omogenea di spazi di condivisione. I lavori previsti cominceranno nel 2023 per concludersi nel 2026.
L’obiettivo è quello di dare vita a più poli culturali polivalenti per favorire l’accesso a tutti i molteplici prodotti culturali e, in primo luogo, ai servizi digitali (con connessioni di qualità), alla promozione della creatività giovanile locale, con spazi liberi di incontro e sperimentazione e con orari estesi e anche notturni per favorire l’utilizzo di questi spazi anche ai numerosi studenti stranieri residenti a Roma che hanno necessità di connettersi con sedi universitarie lontane e con un diverso fuso orario.
La nostra ambizione è di restituire ai romani una città migliore di come l’abbiamo trovata, rendendola più a misura di tutta la cittadinanza e in particolare di bambini, studenti e anziani, vale a dire le fasce di età che sono state più colpite dall’epidemia di Covid-19.

[1Si tratta della biblioteca "Tullio De Mauro" in via Tiburtina 113, della biblioteca "Villa Leopardi" in via Makallè 1, della biblioteca "Ennio Flaiano" in via Monte Ruggero 39, della biblioteca "Aldo Fabrizi" in via Treia 14, della biblioteca "Fabrizio Giovenale" in via Fermo Corni 1, della biblioteca "Vaccheria Nardi" in via Grotta di Gregna 37, della biblioteca "Gianni Rodari" in via Francesco Tovaglieri 327/A, della biblioteca del "Teatro Quarticciolo" in via Castellaneta 10, della biblioteca "Borghesiana" in largo Monreale, della biblioteca "Collina della Pace" in via Bompietro 16, della biblioteca "Rugantino" in via Rugantino 113, della biblioteca "Raffaello" in via Tuscolana 1111, della biblioteca “Pier Paolo Pasolini” in viale Caduti per la Resistenza 410, della biblioteca “Elsa Morante” in via Adolfo Cozza 7, della biblioteca “Sandro Onofri” in via Umberto Lilloni 39, la biblioteca “Cornelia” in via Cornelia 45, la biblioteca “Valle Aurelia” in via di Valle Aurelia 129, la “Casa del Parco” in via della Pineta Sacchetti 78, la biblioteca “Franco Basaglia” in via Federico Borromeo 67 e la biblioteca “Galline Bianche” in via delle Galline Bianche 105.

Data di pubblicazione: 16 aprile 2023