Il barrio di Chamanculo C si estende su un’area di circa 138 ettari a nord-ovest della cosidetta cidade de cemento, vale a dire il centro coloniale di Maputo. La popolazione stimata è di circa 26.000 abitanti per un totale di oltre 5500 nuclei familiari. L’area presenta i problemi tipici degli sviluppi urbani informali nel paese: oltre alla bassa qualità e vulnerabilità del costruito e all’assenza e/o debolezza delle reti di urbanizzazione primaria - si stima che circa il 50% delle abitazioni sia in lamiera e sia privo di servizi igienici – a caratterizzare l’area sono l’esposizione a rischi ambientali, la forte diffusione di povertà e disoccupazione e la scarsa presenza di servizi sociali e scolastici. Dal 2010 è attivo nell’area un progetto integrato d’intervento portato avanti da una partnership trilaterale formata dalla cooperazione italiana, da quella brasiliana e da City Alliance, un’organizzazione formata da alcuni paesi donatori, Banca Mondiale e Un Habitat e impegnata nella lotta alla povertà urbana (City Alliance, 2012).
Il progetto s’inserisce nel programma Pro-Maputo – co-finanziato dalla Banca Mondiale – fra le cui priorità sta anche l’elaborazione “della strategia municipale e del piano di azione per gli interventi nei quartieri informali del Municipio di Maputo” (Conselho Municipal de Maputo, 2010). Gli assi d’intervento previsti dal programma Pro-Maputo sono l’infrastrutturazione fisica delle aree informali, la loro “formalizzazione” per mezzo della concessione dei Duat ai residenti e la formulazione d’interventi nelle aree di rischio ambientale.
Da questo punto di vista, il progetto avviato nel 2012 nell’area di Chamanculo C intende anche proporsi come terreno di sperimentazione di una metodologia integrata di trattamento dei problemi delle aree informali che eventualmente possa essere impiegato come modello per la formulazione di una strategia più generale da attuarsi a livello municipale (Avsi, 2012) Nel caso del progetto oggi operativo nel barrio di Chamanculo C, la spesa prevista è di circa 2.150.000 euro di cui oltre il 60% proviene dalla Cooperazione italiana. Il progetto muove da esperienze di slum-upgrade realizzate da Associazione Volontari per il Servizio Internazionale (Avsi) – responsabile dell’implementazione del progetto anche a Chamanculo C- in collegamento con Cities Alliances in Brasile.
Il principio che aveva caratterizzato quelle esperienze era quello dell’integrazione fra interventi di natura fisica e programmi di natura sociale, al fine di considerare non solo i deficit strutturali di queste aree ma anche le determinanti che hanno portato al loro sviluppo quali la prossimità a opportunità di lavoro e l’esistenza di reti di solidarietà primaria che si rivelano molto importanti in condizioni di povertà diffusa (Cities Alliance, 2008).
Avsi intende declinare il principio dell’integrazione nelle condizioni concrete di ogni area d’intervento, anche per questa ragione – nel caso di Chamanculo C - molta attenzione è riservata alla mappatura del territorio e dei bisogni sociali presenti. Coerentemente, tre delle quattro priorità individuate sono di natura non fisica: la costituzione di un apparato informativo funzionale alla pianificazione, il rafforzamento della società civile locale e il miglioramento generale della situazione socio-economica e infine l’adeguamento della capacità istituzionale. Per quanto riguarda gli aspetti fisici, l’obiettivo generale è quello del miglioramento della rete infrastrutturale attraverso l’intervento sulle reti di urbanizzazione primaria.
Sul fronte della partecipazione, è considerato fondamentale il ruolo dell’ufficio di campo del progetto sia per l’animazione dell’insieme dei residenti sul tema del disegno e dell’implementazione degli interventi sia come servizio di prossimità nei confronti degli abitanti e di monitoraggio della realizzazione dei futuri interventi di riqualificazione fisica dell’area. Inoltre, al di là dell’attività di coinvolgimento ordinario delle rappresentanze di quartiere – in particolare la rete dei cosiddetti Chefes do Quarteirão – è stata prevista l’elezione di un Comitato di Accompagnamento del progetto formato da 50 residenti. Al di là delle attività programmate nell’ambito del progetto, Asvi intende realizzare, grazie a finanziamenti UE, un centro di formazione professionale e per l’avviamento al lavoro ed un programma di sostituzione dei forni tradizionali con forni ad alta efficienza energetica.
Fra gli obiettivi del progetto figura anche il riconoscimento del Duat ai residenti. Data l’estrema debolezza delle agenzie di rilevazione istituzionale – in particolare il catasto, il cui sviluppo è uno degli obiettivi principali delle politiche municipali e dei donatori internazionali - si tratta di un lavoro di grande complessità che implica un forte impegno sul campo: l’obiettivo del progetto è quello del completamento di un “diagnostico integrado da comunidade” che contenga informazioni rilevanti in ambito sociale, abitativo ed urbanistico. Nell’arco dei sei mesi di permanenza nell’area, Avsi ha già condotto la mappatura dell’insieme dei 5.500 domicili – con indicazione di numero di abitanti, tipologia abitativa, numero di vani – investendo contestualmente nel coinvolgimento dei 76 Chefes do Quarteirão presenti nell’area. Come detto, sono queste rappresentanze locali – eredi delle forme di rappresentanza introdotte nei quartieri negli anni immediatamente successivi all’indipendenza - a essere de facto responsabili della validazione dei diritti d’uso dei residenti sui suoli sui quali risiedono.