Un piano federato
Esattamente cinquanta anni fa, nel 1962, il Comune di Imola chiedeva al Ministero dei Lavori Pubblici di potere procedere alla formazione del Piano Regolatore Intercomunale di otto Comuni del Circondario Imolese, come previsto dalla Legge Urbanistica del 1942.
Già nel 1953 Imola aveva elaborato un proprio piano, proiettato a individuare servizi e verde pubblico per i nuovi quartieri previsti dallo sviluppo urbano.
La pianificazione urbanistica è sempre stata alla base dello sviluppo economico e sociale locale, e attraverso essa si sono favorite, in oltre mezzo secolo, sinergie e cooperazioni importanti. Nasce da questo habitat ambientale, economico e sociale uno dei sistemi più evoluti a livello europeo.
La Variante Generale al Piano Regolatore del Comune di Imola del 1969 rimane ancora oggi un caposaldo dell’esperienza politica e culturale dell’urbanistica italiana, sia per il disegno delle aree che ha ridotto drasticamente la rendita di posizione (tramite la formazione di un nuovo quartiere autonomo a sud, la Pedagna, che non ha creato periferia allo sviluppo urbano) sia nel determinare una nuova forma urbis perpendicolare alla via Emilia che ancora oggi caratterizza nettamente Imola dalle altre città poste sul principale asse infrastrutturale della Regione Questa struttura urbana collega la città ai Comuni della Vallata del Santerno e la relaziona, al contempo, con le più vaste aree della pianura.
Il comprensorio di Imola (istituito dalla Regione Emilia-Romagna dopo la costituzione della Regione stessa nel 1970) ha visto il perfezionamento della pianificazione locale nel Piano Territoriale di Coordinamento Comprensoriale adottato definitivamente nel 1982.
A seguito della Lr 20/2000 di riforma del governo del territorio di Imola, i Comuni del Nuovo Circondario Imolese (istituito con Lr nel 2004 come Ente intercomunale di secondo livello) colgono l’opportunità di costituire un Ufficio di Piano Federato e di procedere alla realizzazione dei relativi Psc come fossero un unico Piano Strutturale, rafforzando l’autodeterminazione del territorio e esplicitando un nuovo concetto di relazione e di coesione territoriale fra i Comuni del Circondario stesso, attraverso una nuova esperienza di autonomia.
Il Psc è inserito in un contesto di rapporti e assetti istituzionali il cui punto di riferimento è dato dal Piano Territoriale Regionale dell’Emilia Romagna che individua nel superamento del policentrismo e nella costruzione del Sistema Regionale Integrato la strada per costruire un nuovo sistema regionale. È in questo contesto che prende avvio il progetto per affrontare su scala regionale il tema delle infrastrutture, della logistica e della ricerca, superando i confini comunali con le Unioni di Comuni, le Province, i nuovi Enti intermedi e con la Città Metropolitana di Bologna. In questa prospettiva il Circondario è collegato con il Sistema bolognese e mantiene il rapporto con l’area romagnola di cui costituisce la porta di ingresso. Il Piano rappresenta inoltre il superamento della sommatoria di 10 diverse idee dello sviluppo territoriale.
Il territorio è stato diviso in macroaree secondo i caratteri geo-morfologici propri di ogni sub-area: Sistema agricolo della pianura, Sistema della via Emilia, Sistema Pedecollinare, Sistema dell’alta collina.
Nel Piano vengono individuate alcune linee guida:
la centralità del riuso delle aree dismesse e della loro riqualificazione sostenibile;
le aree di nuova edificazione in misura limitata, sulla base di un Patto tra i Sindaci che prevede che senza un corretto dimensionamento delle dotazioni territoriali (verde, scuole, etc) e senza nuovi posti di lavoro non vi sia un solo metro di nuova residenza;
il rafforzamento della città pubblica, i servizi come garanzia dei diritti di cittadinanza e le dotazioni come promozione della comunità.
Le previsioni insediative
La nuova previsione di alloggi, nel quindicennio (2024) prevede 8.300 alloggi di cui 5.800 da realizzarsi in aree di nuovo impianto e 2.500 in aree di riqualificazione urbana.
Il piano prefigura un rinnovo complessivo dell’assetto infrastrutturale locale che prevede l’apertura di un nuovo casello autostradale Solarolo/Castel Bolognese e uno a Toscanella, oltre all’allargamento della Autostrada A14 da tre a quattro corsie per senso di marcia.
Si persegue il consolidamento della direttrice ferroviaria tra Imola e Bologna quale tratto del Sistema Ferroviario Metropolitano, con una nuova fermata/stazione a Toscanella.
Si completano i raccordi a est della via Emilia e il casello di Imola, con un nuovo ponte sul fiume Santerno e la realizzazione a ovest del completamento delle “bretelle” in sostituzione di tratti della via Montanara.
I temi del lavoro e del settore produttivo vengono affrontati attraverso il rimodellamento sul territorio, individuando tre polarità produttive intercomunali, Imola, Poggio Piccolo e Fossatone, oltre gli insediamenti già esistenti della Vallata del Santerno e di Osteria Grande e di quelli a livello comunale.
Nel complesso delle strutture territoriali del Circondario, i centri storici restano come caposaldi essenziali che denotano l’identità sociale, culturale e territoriale.
La crisi economica e la crisi urbana
La crisi urbana si manifesta contemporaneamente alla crisi economica che ha investito il paese a partire dal 2009. Si manifesta la necessità di individuare risorse per la città pubblica per un nuovo modello di welfare urbano.
Si tratta anche di definire una nuova qualità urbana e di individuare vari tipi di spazi pubblici, alla scala di vicinato, di insediamento comunale e sovracomunale definiti come una rete e in un rapporto di reciproca integrazione. La definizione di diverse scale dei servizi consente di superare un approccio solo quantitativo di rispondenza alle dotazioni territoriali con un approccio qualitativo partecipato con i cittadini.
Dagli inizi al Piano Territoriale di Coordinamento Comprensoriale
La creazione del Comprensorio Imolese risale al 1962 in funzione della Variante al Piano Regolatore Intercomunale di 8 Comuni: Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel Del Rio, Castel Guelfo, Dozza, Fontanelice, Imola, Mordano.
Si sviluppano così rapporti di complementarietà per le attività produttive, commerciali e per i servizi, le infrastrutture e lo sviluppo urbanistico. Nasce quindi, a metà degli anni ’60, l’Assemblea del Comprensorio.
Nel 1973 si ha l’approvazione della Variante Generale al Prg di Imola che sarà punto di riferimento di ogni successivo sviluppo. La Variante conferisce alla città una forte struttura trasversale alla via Emilia che, ancora oggi, la caratterizza, anche in rapporto alla forma urbis delle altre città poste sulla via Emilia.
Nel 1976 viene istituito a seguito della Legge Regionale 12/75, il Comitato Comprensoriale di Imola con funzioni di coordinamento e indirizzo della pianificazione urbanistica. Si costituisce l’Ufficio di Piano che diventa lo strumento per garantire una corretta formazione e gestione dei piani, prefigurando, con largo anticipo, l’urbanistica come processo continuo non limitata esclusivamente ai momenti di formazione degli strumenti urbanistici.
Nel 1978 la Regione Emilia-Romagna approva la Legge Regionale 47/78 “Uso e tutela del territorio”, che diventerà la legge di riferimento della pianificazione urbanistica. In essa si stabilisce che i Comprensori elaborino un Piano Territoriale di Coordinamento Comprensoriale (Ptcc) e si occupino, tra l’altro, dei centri storici. Si elabora così una Disciplina Particolareggiata per i Centri storici che viene adottata in tutti i Comuni del Comprensorio Imolese tra il 1978 e il 1983. Il Ptcc rappresenta il primo strumento urbanistico di area vasta condiviso, ed è ancora oggi alla base della pianificazione.
Negli anni ’80 con la Lr 6/84 “Norme per il riordino istituzionale” i Comprensori vengono soppressi e il ruolo di Ente intermedio viene attribuito alle Province. In Regione sopravvivono solo tre realtà sovracomunali, fra le quali l’Assemblea dei Comuni di Imola, tenuta a dotarsi di un Piano Infraregionale con caratteri sociali, economici e urbanistico territoriali.
Nel 1987 viene presentato il primo schema del Piano Intercomunale, che si pone come elemento costitutivo del Piano Territoriale Regionale e assegna a Imola il ruolo di “cerniera” geografica ed economica fra Bologna e la Romagna.
Difficoltà e consolidamento dell’area intercomunale
Nonostante ciò nel 1995, a seguito della Legge nazionale 142/1990 “Ordinamento delle autonomie locali” e malgrado il ruolo di centro ordinatore svolto dalla città di Imola, il Circondario Imolese viene soppresso, interrompendo l’esperienza di governo sovracomunale del territorio.
Alla fine degli anni ’90 si consegue il riconoscimento del Circondario Imolese come Ente intermedio.
La nuova Legge Urbanistica Regionale
La Regione Emilia-Romagna con la Lr 20/2000 “Disciplina e tutela dell’uso del territorio” introduce, in luogo del Prg, Il Piano Strutturale Comunale, il Regolamento Urbanistico ed Edilizio e il Piano Operativo Comunale con validità quinquennale, ponendosi tra le prime regioni che riformano profondamente la propria legge urbanistica di governo del territorio, con una visione che distingue obiettivi strategici e sovracomunali di lungo periodo nel Psc da quelli operativi su base quinquennale individuati nel Poc.
Il Nuovo Circondario Imolese
Il 21 luglio 2004 con la Legge Regionale 6 nasce il Nuovo Circondario Imolese, per il quale è stabilito che debba essere investito dalla Provincia di Bologna delle competenze in merito agli atti di pianificazione e programmazione del proprio livello territoriale.
Nel 2007 prende vita l’Ufficio di Piano Federato e nel 2009 si apre la Conferenza di Pianificazione per la valutazione del Quadro Conoscitivo, della Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale e del Documento Preliminare dei 10 Comuni del Circondario.
Dimensionamento del Psc
Nel Psc viene assicurato che lo sviluppo della città avverrà con due percorsi paralleli e complementari: la “città privata” si svilupperà assieme alla “città pubblica”.
Il fabbisogno abitativo è stato calcolato su cautelative proiezioni demografiche con lievi integrazioni derivanti dalla presumibile attività edilizia dal 2009 al 2024. Complessivamente il fabbisogno per i 10 Comuni del Circondario Imolese è di 8.320 alloggi.
La popolazione del Circondario al 2009 era di 131.021 abitanti (132.220 al 01.01.2013) e la previsione al 2024 è di 149.596 abitanti con un incremento di 18.575 abitanti. L’andamento al ribasso del numero dei componenti le famiglie (che agisce sul numero complessivo degli abitanti, ulteriormente indotto dagli anni di crisi) tende ad accrescere il numero degli alloggi in fabbisogno.
Edilizia Residenziale Sociale
Per quanto riguarda l’Ers viene superata la normativa regionale che disciplina le aree cedute al Comune in percentuale del 20% delle aree e degli alloggi, in quanto risulta più efficace per la pianificazione utilizzare le aree cedute per la città pubblica secondo un disegno complessivo e coerente di area vasta. Questo significa che il Psc assegna a ogni Comune la quota di Ers sia secondo le effettive necessità espresse dalla pressione abitativa, sia nel rispetto della pianificazione minima complessiva prevista dalla legge per l’intera area circondariale.
Rigenerazione e riqualificazione urbana
Il tema della rigenerazione e della riqualificazione urbana viene sviluppato dal Psc come approccio integrato attraverso indirizzi di rigenerazione ambientale e di risparmio energetico secondo il criterio di rigenerazione sostenibile dei tessuti urbani.
Il Psc introduce disposizioni particolari per un ampio utilizzo dei Piani di Recupero e per la formazione di Progetti Complessi di recupero di porzioni urbane segnate da carenze sul piano della prevenzione antisismica, del risparmio e della efficienza energetica, della vivibilità e della fruibilità dell’habitat. Il Psc perimetra gli Ambiti di Riqualificazione urbana classificandoli come aree di recupero.
Il lavoro come dotazione sociale primaria
La previsione di tre Ambiti produttivi sovracomunali suscettibili di sviluppo (Imola, Poggio Piccolo/San Carlo, Fossatone) rappresenta il superamento di una frammentazione non pianificata.
Le aree produttive sovracomunali, per i fattori localizzativi e logistici, poste in adiacenza alle principali strutture viarie rappresentano una risposta adeguata e risulteranno attrattive per le nuove aziende che si vogliono insediare. Per ciascuno degli Ambiti sovracomunali si prevede inoltre il raggiungimento della qualifica di Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata e la stesura di Accordi Territoriali di perequazione intercomunale.
Sistemi e sottosistemi territoriali
Il piano tiene conto anche degli sviluppi insediativi sul territorio per aree sovracomunali e della città effettiva che si è formata negli ultimi quaranta anni. Secondo questa lettura si possono distinguere alcune direttrici di sviluppo:
la direttrice est - ovest lungo la via Emilia: che assume il carattere di città lineare continua e comprende i seguenti centri: Osteria Grande, Castel San Pietro Terme, Toscanella di Dozza, Imola; lungo questa direttrice sono comprese le due principali polarità urbane del Circondario rappresentate a Castel San Pietro Terme e Imola e complessivamente presenta circa 2/3 della popolazione;
la direttrice nord - sud lungo la via San Carlo: che comprende i Comuni di Castel San Pietro Terme, Castel Guelfo e Medicina;
la direttrice Selice - Montanara: che comprende la Vallata del Santerno con a sud i Comuni di Casalfiumanese, Borgo Tossignano, Fontanelice, Castel Del Rio e a nord il Comune di Mordano.
La perequazione
La perequazione rappresenta lo strumento rivolto alla compartecipazione del privato alla formazione della città pubblica attraverso la realizzazione di un progetto sostenibile condiviso dalla comunità. Si distinguono tre forme di perequazione:
la perequazione a livello locale riferita al soddisfacimento di bisogni di livello comunale;
la perequazione circondariale riferita alla necessità di funzioni ed insediamenti di livello sovracomunale;
la perequazione finalizzata, dedicata al perseguimento di obiettivi relativi ai Poli Funzionali cioè delle aree ad elevata specializzazione, governate da specifici Accordi Territoriali.
La perequazione, normata nel Psc, trova il suo campo di applicazione nel Piano Operativo Comunale (Poc).