È necessaria una governance di sistema innovativa e partecipata, che affronti il fiume nella sua dimensione unitaria che assuma come metodo un approccio olistico, riconducendo le singole parti al tutto, cioè ad una totalità superiore alle singole parti, che comprenda, natura, ecosistemi, cultura e paesaggi.
È necessario un Piano strategico di visione del Po, nella formazione del quale i Comuni e le comunità siano partecipi che assuma tutti i sistemi considerati, fisico ambientale, idrico, storico-artistico e insediativo, culturale, naturale e dei parchi, del turismo e delle tradizioni legate al cibo come riferimenti.
Il Manifesto per il Po, il cui Protocollo di Intesa fra le Associazioni con l’Autorità di Bacino è stato firmato nel Maggio 2018, rappresenta un primo passo in questa direzione.
Occorre considerare la città Po, costituita dal continnum edificato in adiacenza al fiume, che interessa tre Regioni (Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto). Questa agglomerazione rappresenta un tema di interesse generale, sia per quanto riguarda la riduzione dei consumi di suolo, sia più in generale per l’opportunità di forme coordinate di pianificazione di area vasta.
Con l’impulso delle Regioni, i Comuni dovrebbero continuare il processo, già avviato, di aggregazione in Unioni Comunali per potere affrontare le politiche di pianificazione territoriale e di gestione dei servizi con maggiori risorse umane e materiali, superando il frazionamento attuale, dei Comuni di piccole e piccolissime dimensioni demografiche.
Il contratto di fiume rappresenta lo strumento volontario, partecipato e strategico attivato dalle comunità locali, che assume un ruolo di condivisione ed indirizzo, partecipato dalla comunità. Questo strumento è stato sperimentato in Piemonte lungo il Po e attualmente nella Media valle del Po e nel Delta. Nei Contratti di Fiume si attua un rapporto con la complessità, attraverso le competenze di vari settori (urbanistico,ecologico e ambientale), integrando politiche e strategie. è uno strumento capace di produrre visioni territoriali e di detrminare l’intersezione di saperi differenti.
Per quanto riguarda i parchi la proposta di realizzareun unico parco nazionale lungo il Po è da considerarsi difficilmente attuabile. Oggi sembra piuttosto pensabile la realizzazione di una rete dei parchi,e delle aree protette, tramite un sistema di fruizione attraverso la navigazione turistica lungo Po, gli itinerari lenti di terra (piste ciclabili e pedonali, ippovie che oltre al sistema stradale possono contribuire al collegamento dei parchi e a porli in relazione con il sistema culturale delle città sul fiume. Sotto questo aspetto la ciclovia Venezia-Torino (VenTO), in corso di attuazione, rappresenta un progetto di paesaggio e di territorio che si muove in questa direzione attraverso l’integrazione dei sistemi: paesaggistico, storico-artistico e insediativo, sistema naturale e dei parchi.