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Appunti sul fiume Po

Gli appunti lungo il fiume Po, sono tratti da diversi autori e restituiscono una descrizione dei paesaggi e dei paesi lungo il fiume in particolare nell’area Lombarda, Emiliano-Romagnola e Veneta. Gli appunti sono di scrittori e registi quali Italo Cicci, Guido Piovene, Ermanno Rea e Cesare Zavattini.

Lungo il fiume

Le città sul Po: Cremona, Piacenza, Pavia.

In questo tratto del suo corso, il Po presenta un andamento sinuoso e maestoso. Una successione di anse vistose, che inizia a monte di Piacenza e si conclude a Cremona, vede affacciare i profili le influenze di tre grandi città, Pavia Piacenza e Cremona, presenti sul fiume, toccano le due facce emiliana e lombarda di una realtà legata alle campagne e alla produzione agricola.

Le pieghe del fiume mostrano infatti, oltre gli argini, i panorami dei campi di grano e vite che alternano al rosso delle città i colori del giallo e del verde. Dal ponte della Becca in poi il fiume diventa “ufficialmente navigabile” per le imbarcazioni a minore pescaggio, è solo dopo Cremona però che la navigabilità si accentua, acquistando importanza dal punto di vista commerciale.

Il Po parmense.

Nella zona che divide il mantovano dal cremonese, il fiume non è più caratterizzato da anse pronunciate ma presenta numerose “lanche”, zone dove l’acqua non segue il corso principale ed è quindi appena mossa e “mortizze”, dove invece l’acqua è stagnante.

Si tratta di un territorio in cui gli interventi di bonifica e le opere di asportazione delle sabbie, attraverso le draghe, hanno segnato fortemente il paesaggio. Il Po, in questo tratto, individua un panorama agricolo opulento e composito […]

Oltre alla presenza di Parma, città di riferimento, è importante citare Colorno su sponda emiliana e Sabbioneta su quella lombarda.

Orlandi P., Tozzi Fontana M., (a cura di), Indagini sul Po, CLUEB, 2008, (pag. 174).

Italo Cicci, in un video racconta Le piccole capitali lungo il fiume.

Il Po nel corso dei secoli non è stato solo un grande fiume, una via di comunicazione, una forza della natura che ha portato ricchezza e distruzione, è stato anche un fatto di civiltà, un elemento coagulante culture diverse. Le testimonianze affiorano numerose lungo il suo corso, ma c’è un tratto del Po, nel punto centrale a cavallo tra l’Emilia e la Lombardia lungo l’asse che lega Mantova a Parma e a Reggio, dove queste testimonianze raggiungono una raffinata compiutezza creando un’oasi di valori che fa di questi posti uno dei luoghi prediletti. è la galassia delle piccole capitali, miniature di potere legato ai nomi famosi di Parma e Mantova, delle grandi casate dei Gonzaga e dei Visconti, degli Estensi, e dei Borbone. Sono capitali di campagna non solo per la loro dimensione ma anche per il clima e il mondo in cui sono immerse.

Le piccole capitali, regia di Italo Cicci, fotografia di Carlo Alberto Cerchio, videocassetta, 1970, (pag.176).

Il Po reggiano e mantovano.

Cesare Zavattini in, Padania, racconta i paesi del fiume.

Brescello, Gonzaga, Gualtieri, Luzzara, Motteggiana, Ostiglia, Dosolo, Pomponesco , Revere, San Benedetto Po, Sermide, Suzzara, Viadana e altri ancora.

Paesi da scoprire, affioranti tra i campi o nascosti dagli argini. Ogni paese ruota attorno alla sua piazza. E tra il paese e la piazza c’è il portico che è un po’ dell’uno e un po’ dell’altra ed è anche un fatto sociale: qui si fanno gli affari, si discute di politica e si trova la morosa.[…]

Cesare Zavattini, Padania, Gonzaga e biciclette. Il Po reggiano e mantovano, Bologna Calderini, 1975, Indagini sul Po, (pag 183)

La Pianura.

I 20 chilometri di riva reggiana del Po si caratterizzano per una concertazione di antiche cittadine e per una densità di monumenti che ha pochi paragoni ad altri tratti di fiume. Più lontano dall’alveo del fiume la pianura densamente coltivata e punteggiata di abitazioni e insediamenti produttivi, si presenta con gli orizzonti listati dai filari di pioppi e con i vasti campi attraversati dai canali di irrigazione.

Terre di fiume: viaggio lungo il Po e dintorni: Boretto, Brescello, Gualtieri, Guastalla, Luzzara, Novellara, Poviglio e Reggiolo, regia di Jervis Fochi, realizzazione video, Reggio Emilia, 1997. Indagini sul Po (pag. 184)

Italo Cicci nel video, Le piccole capitali, ci racconta degli argini.

Alle bonifiche appartengono anche gli argini del Po, un mondo a sé, certamente più di una barriera e di un riparo. Gli argini sono parte integrante del fiume e del paesaggio, sono le arterie lungo le quali pulsano i sentimenti di amore e di odio verso il Po.[…]

Sono gli argini il lungo filo di terra che lega tra loro centri piccoli e grandi che da queste parti possono chiamarsi Boretto (Fo15e16), Correggio, Brescello, Gonzaga, Pomponesco, Novellara, Luzzara , e così vai.[…]

Le piccole capitali, regia di Italo Cicci, 1970. ( pag.189 Indagini sul Po)

Introduzione al delta.

In questo tratto, in prossimità di Ferrara, si riscontra il distacco del Po Volano dal corso principale del fiume, che torna ad essere il confine regionale, questa volta fra Emilia-Romagna e Veneto. Il paesaggio è fortemente cambiato nei secoli. Innumerevoli episodi di piena ed alluvione, di differente entità, hanno avuto un’incidenza fortissima, la piena di Ficarolo del 1152, causò la rotta del fiume che spostò il suo corso a nord di Ferrara, secondo il tracciato odierno. In seguito fortissimi interventi di bonifica permisero, in epoche successive, di fondare un territorio nuovo, di notevole estensione.

Il risultato oggi visibile è quello di un paesaggio instabile e non ancora definitivo.

Orlandi P., Tozzi Fontana M., (a cura di), Indagini sul Po, CLUEB, 2008,(pag. 194)

Guido Piovene in, Viaggio in Italia, racconta della bellezza della pianura ferrarese.

Si incontra fuori di Ferrara la bellezza narcotica di una pianura totale, compresa tra i rami di un fiume, affacciata sul mare, priva di ondulazioni: E’ umida, afosa l’estate, stampata da ombre di nuvole […] L’inverno, coperta di neve, si fa leggera, evanescente, di un bianco azzurro uniforme, così diversa dalla pesante pianura lombarda, stipata di filari e rogge. Quella ferrarese è rigata solo dalle file dei pioppi.

Guido Piovene, Ferrara, Il Delta e Comacchio, in Viaggio in Italia, Mondatori Editore, 1957.

Il delta.

In quest’ultima parte, il fiume si biforca nelle sette bocche del delta: un insieme di lembi liquidi e solidi, una mappa complessa leggibile solo dall’alto, dal faro di Punta Maistra o a volo di uccello.

Il paesaggio nel tempo è cambiato innumerevoli volte, in seguito al progressivo avanzamento del fronte del Delta: la città di Adria, ad esempio, porto fondato dagli etruschi che ha dato il nome all’Adriatico, si trova oggi a una quarantina di chilometri dal mare.[…]

Così Zavattini legge il paesaggio del delta:

La bellezza del Delta va letta in orizzontale: una linea d’acqua, una lingua di terra,una striscia di bosco, le righe degli argini, una distesa di dune. Il faro o il ”casone” della bassa con il lungo camino sono elementi verticali che sottolineano la vastità degli spazi uniformi eppur così vari.

Cesare Zavattini, Padania, il fiume cerca il mare: il Po nel Delta, Calderoni, 1978. (pag. 203 Indagini sul Po)

Data di pubblicazione: 13 giugno 2019