I luoghi oggetto di cambiamento nella città sono molti e non certamente ascrivibili in aree omogenee. Molte di esse si collocano nelle aree comprese tra il centro storico e la periferia, spazi liberati da attività industriali dismesse o da presidi militari che richiedono grandi sforzi di reinterpretazione delle relazioni con il contesto prima ignorato. Altre invece costituiscono l’espansione di poli del terziario e dei servizi ai margini della città, comunque nel fondovalle e in relazione con gli assi logistici e intermodali sovra locali. Le maggiori aree di trasformazione possono essere raggruppabili in queste principali categorie:
Rappresentano la parte più estesa di territorio “libero” disponibile per lo sviluppo della città e anche il più interessante dal punto di vista urbanistico. Si tratta dell’area ex-Michelin (una larga fascia tra il fiume e la ferrovia, ad ovest del centro storico dove è in corso di costruzione un quartiere residenziale, un museo della Scienza – entrambe firmati da Renzo Piano e un grande parco pubblico affacciato sul fiume), ex-Italcementi (un ampio settore dell’abitato di Piedicastello, oltre il fiume rispetto alla città, sotto le pendici del Bondone, ancora in attesa di una chiara destinazione); le aree dismesse di Trento-Nord (alcune grandi parti di territorio collocate a cavallo della ferrovia a nord della città) ed in particolare l’area ex-Sloi che ospitava una fabbrica di Piombo tetraetile chiusa dal 1978 e aggravata da un terreno inquinato in profondità, e l’area ex-Carbonchimica attualmente chiusa e anch’essa aggravata da un terreno inquinato.
Su queste due aree esiste un progetto – di committenza privata – firmato dall’architetto milanese Vittorio Gregotti.
Si tratta di alcuni comparti urbani occupati per tutto il Novecento da caserme militari. Sono collocati entro il tessuto urbano della città e rappresentano delle interessanti occasioni di ricostruzione e di connessioni tra parti di città. Alcune sono in zona centrale, a ridosso del centro storico e realizzate tra il 1883 ed il 1886, attualmente dedicate in gran parte a polo scolastico, in via Brigata Acqui e via dei Mille. Su quest’area va segnalato un progetto di Joan Busquets per la realizzazione di una Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani, nell’area detta ex-sordomuti) e nelle immediate adiacenze il progetto di Pierluigi Nicolini vincitore di un concorso internazionale (2005) per la sostituzione e realizzazione di un nuovo Polo Giudiziario. Il progetto, che ha incontrato forti resistenze perché presuppone la demolizione delle prigioni ottocentesche, le cui funzioni sono state trasferite nel 2010 in un nuovo carcere ai margini nord della città). A sud della città sono invece collocate le caserme Pezzoli, Chiesa e Bresciani, in parte già demolite: se per una parte di queste ampie superfici è definita la nuova destinazione (la costruzione del Nuovo ospedale del Trentino- Not), per altre la partita è aperta, e la destinazione a verde pubblico del PRG non pare essere così probabile.
Sono un insieme poco omogeneo di brani urbani rimasti inedificati o con destinazione e forma incerta e sono collocati in quell’area che divide la città storica da quella contemporanea. Una di queste aree è quella su cui è sorta, per opera di Mario Botta, la nuova Facoltà di Giurisprudenza. Un’altra area importante, il cui destino è rimasto per molti decenni incerto, è quello del così detto “Buco Tosolini” situato ad est di Piazza Fiera entro i comparti dello sviluppo ottocentesco della città.
L’università, in forte espansione negli ultimi decenni, è la protagonista non solo dello sviluppo culturale della città ma recentemente di molte importanti iniziative architettoniche. Oltre alla già citata Facoltà di Giurisprudenza (2006) di Mario Botta, vanno ricordate: la nuova Facoltà di Lettere, in corso di realizzazione in via Tommaso Gar e che porta la firma della Ishimoto Architectural & Engineering, la nuova Biblioteca di Ateneo, che sorgerà sull’area di Piazzale San Severino, progettata sempre da Mario Botta (il progetto è in fase di elaborazione), il completamento del Polo scientifico a Povo e Mesiano con la costruzione di due edifici universitari firmati sempre dalla Ishimoto Architectural & Engineering e la cui realizzazione è in fase di conclusione, e le nuove Residenza universitarie nel quartiere di San Bartolomeo, concluse nel 2007 (progettisti Roberto Ferrari e Massimo Fattoretti). I nuovi poli urbani. Si tratta di nuove aree che concentrano importanti funzioni capaci di caratterizzare flussi di traffico e di persone. Fra queste va contemplato, anzitutto, il nuovo polo dell’Interporto a nord di Trento, un disegno urbanistico chiaro su di un’area su cui era collocata la fabbrica di aeroplani Gianni Caproni, all’interno di un tessuto di capannoni sorti senza disegno urbano. L’interporto di Trento, che realizza una logistica avanzata, raccoglie società pubbliche e private che hanno investito anche nel disegno architettonico: la Nuova sede della Trentino trasporti spa (ing. Franco Detassis e arch. Theofanis Bobotis), il Centro polifunzionale della Provincia autonoma di Trento) e la Nuova sede dell’Interbrennero spa (arch. Mauro Facchini, vincitore di concorso nel 1999). Verso sud, oltre le aree militari sopracitate, dalla metà degli anni ’80 ha preso forma il polo sportivo a firma dell’arch. Renato Rizzi.