La Strategia Nazionale per le Aree Interne costituite da “Centri significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità); dotate di importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e culturali (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere)” [1], promossa dal Governo nel ciclo di programmazione 2014-2020, è da sempre uno dei pilastri delle politiche nazionali a favore del Mezzogiorno [2]. La Strategia è finanziata sia dai Fondi comunitari, che da risorse del bilancio ordinario, già allocate dalla legge di stabilità 2014. L’obiettivo finale è invertire le tendenze demografiche di spopolamento di tali aree e passa attraverso cinque obiettivi intermedi:
aumento del benessere della popolazione locale;
aumento della domanda locale di lavoro;
aumento del grado di utilizzo del capitale territoriale;
riduzione dei costi sociali della de-antropizzazione;
rafforzamento dei fattori di sviluppo locale.
Anche - e soprattutto - in Calabria, la stella polare della Strategia dovrebbe essere l’inversione e il miglioramento delle tendenze demografiche (riduzione dell’emigrazione dalle aree interne, attrazione di nuovi residenti, ripresa delle nascite). Questi risultati e segnatamente la ripresa demografica e di utilizzo del territorio sono anche la condi-zione, assieme a specifici progetti mirati, per arginare e invertire nelle Aree Interne il dissesto idro-geologico e il degrado del capitale culturale e paesaggistico.
In realtà, la Strategia, tenuto conto delle peculiarità che caratterizzano l’intero territorio calabrese, do-vrebbe essere costruita su sole due linee di intervento riferite a:
La costruzione della Strategia di sviluppo economico per le Aree Interne della Calabria dovrebbe parti-re dal capitale territoriale sottoutilizzato presente in questi territori: il capitale naturale e culturale, l’energia sociale della popolazione locale e dei potenziali residenti, i sistemi produttivi (agricoli, turisti-ci, manifatturieri) e coniugarsi con le altre politiche territoriali in atto nella Regione e in particolare con la strategia di sviluppo rurale.
[1] Materiali UVAL, Numero 31 - Anno 2014. Strategia Nazionale per le Aree Interne: definizione, obiettivi, strumenti e governance. Pubblicato anche in formato elettronico: http://www.dps.gov.it/it/pubblicazioni_dps/materiali_uval. Si tratta di 4.181 comuni (di cui 1.810 appartenenti alla tipologia “periferici” o “ultraperiferici”, distanti più di 40 minuti dal più vicino centro di erogazione di servizi).
[2] Legge 1 marzo 1986, n. 64 recante la Disciplina organica dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno programma triennale di sviluppo del Mezzogiorno 1987-1989, approvato con delibera CIPE del 29 dicembre 1986, che prevedeva, tra l’altro, l’assegnazione di 5.000 miliardi di lire agli interventi per la sub-azione organica 6.3 "Interventi per lo svilup-po delle zone interne"
[3] Cfr. Legge Urbanistica Regionale n. 19 del 2002, articolo 48 comma c). “Insediamenti urbani e storici”. Elenco dei Centri Storici Calabresi e degli insediamenti storici minori suscettibili di tutela e valorizzazione (Delibera di Giunta Regionale n. 44 del 10 febbraio 2011.
[4] Parco Nazionale del Pollino, Parco Nazionale della Sila, Parco Nazionale dell’Aspromonte.