Urbanistica INFORMAZIONI

Tangeri, metropoli transnazionale

Dopo la morte del Re Hassan II, il successore Mohamed VI lancia un grande programma di pianificazione a scala regionale [1]. La punta di diamante di questo programma è l’apertura di un nuovo porto franco a 60 chilometri da Tangeri, programmato per accogliere le grandi navi porta-containers e per assorbire una parte del traffico marittimo euromediterraneo. Lo Stato Marocchino assicura la metà dei finanziamenti del porto e delle sue infrastrutture dirette, il resto è finanziato da capitali privati, in parte stranieri (in particolare, provenienti dagli Emirati, dal Kuwait e da Dubai). Inoltre, esso garantisce la totalità dei servizi ferroviari e autostradali del nuovo porto. La prima parte del porto è stata inaugurata nel luglio del 2007, mentre il completamento dei lavori è previsto per il 2010 (Le Tellier, 2006).
Lo Stato ha un ruolo fondamentale anche in una serie di iniziative di pianificazione previste in tutta la zona costiera dove lo sviluppo turistico è organizzato in partnership con grandi gruppi immobiliari, soprattutto spagnoli, ma anche kuwaitiani, degli emirati e inglesi. Per dimostrare la sua determinazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, il re ha nominato a Tangeri un rinomato walli [2] “di polso”, a seguito della reputazione guadagnatasi durante gli anni di sviluppo e prosperità di Marrakech di cui ha orchestrato la rinascita negli anni ‘80.
Per inciso, é simbolico che ricchi e celebri europei, scrittori, artisti, stilisti e attori del cinema che hanno attivamente contribuito alla gentrification della medina di Marrakech, oggi comprino e restaurino gli edifici della kasbah di Tangeri.

Una città attraversata da frontiere

Sulla costa del Mediterraneo, partendo dall’Atlantico, si estende per un centinaio di chilometri una regione urbana discontinua intervallata da zone rurali anche ‘profonde’, come quelle delle due montagne della catena del Rif. Più a Est, Tangeri, città di un milione di abitanti, costituisce il secondo polo industriale del Paese dopo Casablanca in particolare grazie alle sue zone franche e alle sue zone industriali dove si sono dislocate imprese europee. Inoltre, anche prima della costruzione di Tangermed, Tangeri è indicata come il primo polo portuario del Paese per traffico di passeggeri e si appresta, con la sua nuova zona portuaria, a diventare il primo porto industriale e senza dubbio uno dei più importanti del Mediterraneo. Questo nuovo polo portuale tesse ancora più continuità tra Tangeri e Tetouan, città amministrativa di 700.000 abitanti e secondo centro urbano di questa regione, localizzata leggermente nell’entroterra. Tetouan era una ‘Bella Addormentata‘ fino a quando negli anni Ottanta venne risvegliata dal dinamismo del suo fronte marittimo aperto all’urbanizzazione turistica.
La terza punta di un triangolo imperfetto formato da questo dispositivo urbano é costituita da un città molto particolare che occupa la penisola di Ceuta, enclave spagnola in terra Marocchina [3]. Quando furono rafforzati i controlli e la pressione verso i candidati subsahariani alla migrazione verso l’Europa, Ceuta si é separata dai suoi vicini marocchini attraverso un considerevole dispositivo frontaliero: un dispositivo ‘all’israeliana’ formato da un complesso di petroliere militari, di muri e recinzioni. Tuttavia questa chiusura non ha impedito l’instaurarsi di un’intensa rete di relazioni economiche e la formazione di una continuità urbana alla ‘messicana’ sempre piu’ percettibile. La città marocchina vicina, Fnidek, é oggi un’estensione economica di Ceuta; il suk della città non ha quasi altra funzione oltre a quella di commerciare i prodotti provenienti dai supermercati della sua vicina spagnola.
In più, a Ceuta lo spazio libero diventa via via più raro schiacciato contro la penisola cosicché un numero sempre maggiore di cittadini spagnoli si sposta verso il Marocco alimentando una nuova mobilità residenziale. È quindi uno spazio di continuità urbana che si produce progressivamente in questo luogo, secondo i principi noti del debordamento delle periferie le une sulle altre (Tangeri si estende verso Ceuta e Tetouan si estende verso Tangeri). Ma é anche uno spazio di discontinuità profonde, un’entità metropolitana attraversata da frontiere culturali, tra Tangeri, città internazionale, e Tetouan, citta tradizionalista; discontinuità politica se non addirittura ‘imperialista’ tra Ceuta e le sue vicine; in ultimo, discontinuità sociali perché esistono contrasti molto marcati tra i diversi luoghi di queste città: le antiche medina, luoghi ancora abitati da ceti popolari, le immense periferie di bidonville di Tangeri e Tetouan, che si dice oggi siano conquistate dall’islamismo, al contrario i fronti marittimi, sempre più ‘marbellizzati’ [4], sono abitati sempre maggiormente da una clientela turistica ancora in gran parte composta da immigranti marocchini oramai separati dalle loro basi familiari che vi coltivano un edonismo esacerbato.
Addossate a questa zona urbana marittima si trovano le montagne del Rif, destinate oggi per la maggior parte alla coltura della cannabis.

Una metropoli transnazionale?

Questa metropoli non forma più un complesso economico coerente e gerarchizzato né, soprattutto, privo di zone d’ombra. Oltre all’economia della cannabis, questa regione ha sfruttato da molto tempo le reti del contrabbando.
Gli abitanti di Tetouan beneficiano di un diritto di entrata di ventiquattro ore a Ceuta, assicurandosi da decenni attraverso questa scorciatoia un fiorente commercio con i principali mercati e suk urbani e rurali della regione. Le merci provenienti da Ceuta, abiti, profumi, cosmetici, prodotti alimentari raggiungono, grazie ai ‘professionisti’ della regione, tutti i centri urbani del grande nord marocchino fino a Casablanca [5]. Anche a Tangeri da molto tempo le reti di contrabbando sono attive, a partire anche dalla Spagna che dista da Tangeri solo quattro chilometri e oggi, con il rafforzamento della sorveglianza della polizia sullo stretto, a partire dalle zone franche che si trovano nella città stessa. Dagli anni ‘70, una di queste tre zone si trova sul porto in pieno centro città. Chiusa da muri di cinta come una fortezza, la sua inaccessibilità é una grande illusione.
Tonnellate di merci sono inviate durante la notte dai tetti terrazzati dei magazzini e dalle fabbriche sulla spiaggia adiacenti e guadagnano così i mercati e i suk della regione urbana.
L’insediamento e lo sviluppo di una considerevole rete di imprese di confezioni de localizzate [6] generano oggi due nuove forme di contrabbando. La prima é l’uscita clandestina di merci declassate o difettate, grazie alla complicità degli operai e dei proprietari delle fabbriche. Modelli di grandi marche spagnole, tedesche o francesi si trovano cosi nei negozi del centro città di Tangeri o si vendono ‘per conoscenza’ nei caffè della città. L’altra industria parallela é ovviamente quella della contraffazione che può’ assumere diverse forme, dall’imitazione grossolana e sommaria dei modelli delle grandi firme al rifacimento impeccabile della copia di questi modelli, realizzati con lo stesso tessuto e sui modelli originali spesso forniti ai laboratori clandestini dai proprietari delle fabbriche o dagli operai delle zone franche. Questo tipo di commercio, anche se alimenta principalmente il mercato locale marocchino, compreso quello delle grandi città, é reso più dinamico dalla forte presenza turistica e transitoria, quest’ultima in particolare a Tangeri, sulle coste urbanizzate dal turismo [7].
Il turismo, un’altra industria locale in pieno sviluppo, é oggi soprattutto un’industria immobiliare. Si registra un turismo di residenza piuttosto che di passaggio, di conseguenza la costa si copre inesorabilmente di lottizzazioni di villette deserte in inverno. Una corona di città balneari si estende oggi su tutto il litorale tetouanese a partire da Ceuta fino a Cabo Negro, il più frequentato tra gli stabilimenti balneari della zona. Nei prossimi due anni si prevedono investimenti da parte di grandi gruppi di turismo spagnoli e emirati (Dubai) a Est (Asilah, Larache) e ad ovest sulla nuova zona portuaria.
Questa frenesia immobiliare che ricorda quella che ha coinvolto le coste spagnole negli ultimi trentanni, si innesta sulla frenesia costruttiva strettamente urbana che Tangeri sta conoscendo a partire dallo sviluppo del commercio della cannabis [8]. In effetti, dagli ultimi dati emerge che in questo momento il mercato immobiliare sia un settore privilegiato nel quale stanno investendo tanto i contadini arricchiti dal commercio della cannabis quanto i commercianti e i contrabbandieri spagnoli e marocchini.
Le economie di questa zona hanno come carattere comune quello di considerare il valore differenziale di frontiera come risorsa: la delocalizzazione industriale, il contrabbando, il turismo e anche l’attività portuaria se ne servono ognuno a modo proprio.
L’economia urbana é un’economia di frontiera, ma é anche un economia largamente dominata da attori transnazionali, fosse anche solo per le relazioni con l’enclave spagnola di Ceuta.
Tuttavia, questa realtà transnazionale varca allegramente lo stretto. Una parte delle imprese delocalizzate delle zone industriali e delle zone franche sono imprese a capitale misto, ibericomarocchino o franco-marocchino.
Queste stesse caratteristiche dominanti, il trasnazionalismo e il commercio frontaliero, le ritroviamo nel traffico della cannabis.

Riferimenti

Berriane M. Signoles P. Les espaces périphériques au Maroc et au Maghreb à l’heure de la mondialisation, Faculté des lettres et sciences humaines, Université Mohammed 5, Rabat, 2000.
Cultures et conflits, n° 3, 1991. Numéro spécial consacré aux trafics de drogue dans le monde et rapports aux politiques.
Driessen H., On the spanish-moroccan frontier, A study on ritual, power and ethnicity, Oxford, Berd, 1992.
Ilbert R, Alexandrie, histoire d’une communauté citadine, IFAO, Le Caire, 1992.
Labrousse A, Colombie, conflit de la drogue ou conflit politico-militaire, CEMOTI, N°32, 2004.
Le Tellier J, Les recompositions territoriales dans le Maroc du nord, Thèse de doctorat de géographie, Université Aix Marseille 1, octobre 2006.
Peraldi M., A. Rahmi, “Dalle pateras al trasnazionalismo. Forme sociali ed immagine politica dei movimenti migratori nel Marocco contemporaneo”, Mondi Migranti, 2, 2008.
Ruggiero V, South N, “La ville de la fin de l’ère moderne en tant que bazar: marchés des stupéfiants, entreprise illégale et barricades”, in Déviance et société, vol.20, n°4, 1996.

[1Le ragioni di questa improvvisa infatuazione per Tangeri sono difficili da identificare, poiché raramente dichiarate. Sembra che il nuovo Re abbia voluto esprimere la volontà di correggere, anche con provvedimenti altamente simbolici, gli errori e sopratutto l’ostracismo del regime precedente. La regione Nord, letteralmente abbandonata dallo Stato negli anni precedenti, trae beneficio così di un investimento eccezionale, a titolo di riparazione tanto economica quanto morale. Ciò non toglie che le congiunzioni di interessi di cui lo Stato era portatore, compresa la volontà di un maggior coinvolgimento nell’economia Europea, si manifestassero comunque in favore di uno sviluppo verso il nord.

[2L’equivalente di un prefetto, nominato dal Re al quale fa diretto riferimento.

[3Alla fine del protettorato, la Spagna ha mantenuto due enclave in terra marocchina, Ceuta, tra Tangeri e Tetouan, e Melilla, piu’ a Ovest in prossimità del porto di Nador. Le ragioni geopolitiche di questa situazione non sono del tutto chiare: certamente l’attaccamento culturale a luoghi che hanno giocato un ruolo importante nella storia spagnola del secolo scorso (l’armata fascista di Franco si costituisce proprio a Ceuta e da questa città parte l’assalto della Spagna Repubblicana), ma senza dubbio anche come risposta catartica all’occupazione inglese di Gibilterra, proprio di fronte. Rimane il fatto che oggi le due entità spagnole sono dei luoghi commerciali strategici dove si organizza un intenso commercio frontaliero con i vicini marocchini. Sulla storia delle enclave: Driessen 1992.

[4Dal nome della città di Marbella, celebre centro balneare della costa spagnola, il cui sviluppo urbano turistico espansivo serve oggi da modello alla zona costiera turistica del Marocco.

[5Ceuta, enclave spagnola di circa 80.000 abitanti, con una minoranza musulmana, é un centro commerciale di prodotti di contrabbando. 10.000 persone, tra cui gli abitanti della vicina Tetouan, entrano senza visto ogni giorno a Ceuta, la cui attività commerciale si irradia sulle città marocchine vicine (Martil, Fnideq) ma anche su Tangeri e Tetouan per un ricavo di 2 miliardi di euro.

[6Si contano oggi 278 imprese che lavorano a Tangeri nell’industria tessile, 80% di questi si basano sull’esportazione sulle tre zone franche industriali che si trovano nella città.

[7A seconda degli anni il traffico marittimo dei passeggeri sui porti di Tangeri e Ceuta, varia dai 3,5 a 4 milioni di passeggeri. Concentrato nei quattro mesi d’estate, é in costante aumento.

[8Secondo la stampa locale (Le Nouvelle du nord) i prezzi del mercato immobiliare aumentano del 30% ogni anno dall’inizio degli anni 2000. Un appartamento nuovo di semi-standing sul mare si vende a 2000 euro al mq secondo i prezzi delle agenzie di Tangeri. Lo stesso appartamento costava 1200 euro al m? all’inizio degli anni 2000.

Data di pubblicazione: 4 aprile 2011