Urbanistica INFORMAZIONI

Marcello Vittorini

Sintesi dell’intervento di Giulio Tamburini al XXVII Congresso dell’INU

Livorno, 8 aprile 2011

Parlare di Marcello Vittorini significa inevitabilmente fornire una immagine parziale della sua personalità, tanto più se si parlerà di Lui come urbanista, mentre la sua opera è stata spesa in ogni campo dell’architettura, dell’ingegneria e dell’urbanistica.
Tuttavia si sono assunti alcuni momenti della attività di oltre sessanta anni, che si considerano significativi dei caratteri permanenti e costitutivi della sua figura di progettista e di uomo.
Dopo tre anni dalla laurea è responsabile, a 25 anni, dell’servizio edilizia ed urbanistica dell’Ente Fucino, ente che doveva provvedere a riorganizzare l’insediamento conseguentemente alla riforma fondiaria. Vengono proposti dall’Ente, in qualche modo imposti, modelli impiegati in altre situazioni, in particolare nel nord Italia, Vittorini ribalta tale impostazione, entra in conflitto con la presidenza dell’Ente, sen. Medici, si dimette; richiamato, progetta e realizza i borghi,venendo ad affermare alcuni principi che saranno presenti nell’attività futura:
- ogni progetto ha inizio dalla conoscenza ed interpretazione della realtà storica, spaziale, sociale delle quali il progettista ha piena responsabilità, così come delle scelte conseguenti;
- l’autonomia del progettista richiede che egli si sottragga a scelte che egli non condivide;
- rispetto all’opera, la committenza e l’interlocutore sono rappresentati dai destinatari finali dell’opera stessa. Al riguardo Vittorini già nel 1956 scrive della necessità dell’impegno diretto delle popolazioni interessate.
Vengono in definitiva affermati i principi dell’autonomia dell’intellettuale che è delimitata dall’accettazione dell’utente e non da condizioni o pregiudizi o costruzioni intellettualstiche di ogni sorta: è la realtà che guida e costruisce il convincimento del progettista. L’esperienza dei borghi del Fucino, inoltre, è alla base del metodo seguito da Vittorini, basato concettualmente e in questo caso applicato operativamente, sul controllo unitario del progetto nelle dimensioni, territoriali, urbanistiche ed architettoniche. È anche per tale motivo che il primo risultato del lavoro dell’Archivio dello Studio, donato un anno fa al Dipartimento di Architettura e Urbanistica dell’Università dell’Aquila, riguarda i progetti del Fucino, compendio dei principi progettuali di Vittorini.
Nel 1964 all’Assemblea di Firenze viene eletto nel Consiglio direttivo nazionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e sempre come membro eletto ne farà parte fino al 1969, successivamente come Presidente della sezione laziale. Fa parte della Giunta dal 1964 al 1969.
Con gli anni sessanta prende l’avvio un dibattito accorato e preoccupato all’interno dell’Istituto:ci si interroga sul legame privilegiato con le Istituzioni, in particolare con i Ministri dei Lavori Pubblici, che costituitosi soprattutto per la predisposizione dei testi di legge urbanistica, era ormai consunto, la fiducia era esaurita. Le dimissioni di Zevi da segretario, nel 1967, che diverranno effettive due anni dopo, e le posizioni talvolta autocritiche dei membri autorevoli - gli anziani dell’Istituto - preludono al cambio generazionale degli anni settanta; nell’Istituto si preannuncia un diverso rapporto con le parti politiche, in generale gli urbanisti si dichiarano, e molti di loro, con diversi ruoli, entrano in politica.
Vittorini, molto attivo nei lavori del Consiglio dove cura in particolare il rapporto con la programmazione economica in vista di una sua articolazione territoriale, esprime costantemente la preoccupazione per il progressivo indebolimento e sostanziale passività della pubblica amministrazione, circondata da altri soggetti pubblici e semi pubblici nella cura della pianificazione, rivendica la centralità del piano e della politica, nella affermazione della natura eminentemente ed esclusivamente pubblica delle scelte e delle azioni di controllo delle trasformazioni.
Le sue posizioni trovano riscontro nella rivista Urbanistica, in occasione dei convegni o congressi e nei rispettivi atti, e mentre si interroga sull’invasione di campo delle forze economiche nelle politiche territoriali affronta direttamente e concretamente, il tema ambientale, che ad un tempo rivela i punti di forza della sua opera, e si muove partendo da una esigenza reale della collettività e che deve risolversi in una azione concretamente efficace. La battaglia per il blocco della costruzione di nuovi impianti di raffinazione del petrolio è totale, in campo scientifico, politico e pubblicistico ed è determinante: non verranno più costruite altre raffinerie.
Vittorini non ha assunto in politica ruoli attivi, ma al riguardo ha assunto comunque responsabilità politiche sempre rivendicando la specificità della posizione del tecnico: la collaborazione con l’assessore Giovanni Astengo stabilisce un rapporto umano oltre che professionale di stretta fiducia, che si giova della complementarietà dei loro caratteri e che testimonia dell’impegno politico versato nell’azione di piano: Siamo agli inizi degli anni settanta e inizierà una stagione di intenso impegno nella pianificazione in primo luogo comunale e territoriale condotta confidando nella necessità di dare sempre conto pubblicamente dell’andamento e delle risultanze dei lavori, seguendo i principi che si era dato all’inizio della sua attività.

Data di pubblicazione: 4 maggio 2011