Urbanistica INFORMAZIONI

Le battaglie dell’INU per la riforma urbanistica

La riforma della legge urbanistica 1150/1942 non ha mai avuto molta fortuna in Parlamento, quando ci provò l’onorevole Sullo, con un disegno di legge ispirato dall’Inu, fu dimesso e cadde il Governo ed in epoca più recente, dopo il 2000, le proposte di legge presentate alla Camera ed al Senato, anche se di orientamento profondamente diverso, sono sempre cadute con la fine delle diverse legislature.

Tutti sembrano non voler riprendere in mano il nodo non risolto dell’uso del suolo e degli impropriamente chiamati “diritti ad edificare”; le forze più radicali rivendicano e affermano l’istituto dell’esproprio come strumento per la regolazione della rendita, omettendo che essendo misurato attraverso il valore di mercato dei suoli, afferma e favorisce la rendita urbana, i neo liberisti preferendo un governo “senza piano” sposano le pratiche dove il rapporto pubblico – privato si decide a seconda delle opportunità politiche e le convenienze di mercato.
In questo quadro, che si trascina da decenni, due sono i fattori rilevanti: la proposta di riforma di principi, promossa dall’Inu, come strumento di certezze nei confronti degli istituti giuridici di governo della proprietà privata e di efficace garanzia per il reperimento delle dotazioni urbanistiche compresa l’edilizia residenziale sociale; le riforme messe in atto dalle regioni italiane che hanno generato una più impegnata difesa del suolo, attenzione al paesaggio e una significativa sperimentazione nei confronti della perequazione urbanistica, intesa come equo trattamento di tutti i proprietari con contemporanea acquisizione di risorse per la città pubblica.

La difesa intransigente della legge 1150/42 che ha visto la luce in un’altra epoca e in un altro regime, integrata nei decenni successivi da una miriade di leggi e piani che si sono sovrapposti senza intaccare minimamente ne i valori immobiliari ne la difesa delle risorse naturali, architettoniche e paesaggistiche, risulta davvero difficile da capire.
Il paesaggio deturpato, la diffusione insediativa, il consumo di suolo, la carenza di infrastrutture delle reti urbane dall’acqua alle fognature fino alla drammatica situazione del trasporto pubblico sono il risultato di questo strumento e delle politiche che questo strumento ha consentito. Risulta quindi difficile capire perché di fronte alla volontà manifestata dal Ministro Ornaghi di intervenire sulla “ormai obsoleta” legge urbanistica al fine di “contenere il consumo di suolo e di calmierare le attività edificatorie verso il rinnovamento e la riqualificazione delle città” da mettere a punto con il concorso “degli attori istituzionali e degli altri soggetti anche portatori di interessi diffusi” il commento di Edyburg il 15.3. 2012 è stato “«Meglio che dorma, se deve proporre una legge che generalizzi i bonus volumetrici, lo spostamento delle volumetrie, le modifiche a go-go delle destinazioni d’uso»”.

L’Inu che da sempre sollecita, con un contributo scientifico attento e circostanziato, una riforma in grado di consentire ai comuni di affrontare l’acquisizione di aree e spazi pubblici attraverso un apparato normativo certo e senza costringere i comuni a “vendere edificabilità per acquisire standard” consentendo in ultima analisi ai cittadini di attuare il governo del territorio, principale bene comune che abbiamo, ha accolto con attenzione la proposta del Ministro. L’ha accolta come uno strumento in grado di: - completare e concludere la riforma del piano affrontata da molte Regioni; - consolidare giuridicamente la perequazione e la compensazione urbanistica; - avviare processi di riqualificazione urbana e di contenimento del consumo di suolo agricolo; - dare certezza con una nuova normativa relativa ai diritti edificatori, alla loro trasferibilità e la loro commercializzazione; - consentire un riordino della fiscalità locale con una specifica attenzione agli oneri di costruzione e di urbanizzazione. Un approccio che ribalta completamente le iniziative e i metodi dei condoni edilizi e del cosiddetto piano casa dei governi Berlusconi.

Allegati

Comunicato stampa, 19/03/2012
Il Ministro Ornaghi: limitare il consumo di suolo, riqualificare le città, tutelare il paesaggio

Comunicato stampa, 19/03/2012
Riforma urbanistica, il presidente Inu: “Ornaghi vada avanti”

Calabrese Rossella, 21/03/2012
Un sostegno atteso alle peggiori proposte di Ornaghi, Edilportale, ripubblicato con postilla da Eddyburg 23/03/2012

Lettera (non pubblicata da Eddyburg) di Giuseppe De Luca a Eddy Salzano, 27/03/2012

Il Ministro Ornaghi: limitare il consumo di suolo, riqualificare le città, tutelare il paesaggio

Lo ha annunciato il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi, intervenuto in Commissione Territorio, Ambiente, Beni Ambientali del Senato per illustrare gli indirizzi del Governo in tema di tutela del paesaggio. Ornaghi ha spiegato che la legge urbanistica 1150/1942 è ormai obsoleta e dovrà essere rinnovata affrontando realtà complesse e diversificate, al fine di contenere al massimo il consumo di suolo e di canalizzare le attività edificatorie verso il rinnovamento e la riqualificazione delle città. La nuova legge - ha assicurato il Ministro - sarà messa a punto con l’intesa del Ministro delle infrastrutture e trasporti e con il concerto degli attori istituzionali e degli altri soggetti, anche portatori di interessi diffusi. Un importante passo verso questa direzione - ha aggiunto il Ministro -, il Governo lo ha già fatto con il Decreto Sviluppo Dl 70/2011 che, all’articolo 5, commi da 9 a 14, impone alle Regioni di approvare leggi per la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente e la riqualificazione di aree urbane degradate. Le leggi regionali possono assegnare bonus volumetrici, consentire la delocalizzazione di volumetrie in aree diverse, modifiche delle destinazioni d’uso o della sagoma necessarie all’armonizzazione architettonica con gli edifici esistenti. Tornando al paesaggio, tema centrale dell’intervento in Senato, Ornaghi è partito da un importante dato: le superfici artificiali sono aumentate, in Italia, tra il 1956 ed il 2001, del 500%. In molte zone, a fronte di un decremento demografico, si è paradossalmente verificato un incremento delle superfici urbanizzate. Le cause del fenomeno, per il Ministro, sono molteplici: oltre agli ‘investimenti nel mattone’, vi sono ragioni legate alle esigenze finanziarie degli Enti locali, che sempre più spesso utilizzano l’edificabilità dei suoli come strumento di politica di bilancio. Il Ministero si impegnerà a promuovere l’emanazione dei nuovi piani paesaggistici previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e ad estendere la pianificazione paesaggistica all’intero territorio regionale, non limitandola ai soli beni direttamente soggetti a vincolo, rendendo quindi il piano paesaggistico uno strumento di pianificazione di area vasta in grado di dettare quantomeno le invarianti dei processi di trasformazione e di canalizzarle verso aree già urbanizzate o comunque artificiali da recuperare e riqualificare, preservando i suoli agricoli e i paesaggi di maggior pregio. Con i nuovi piani entrerà in vigore la semplificazione introdotta dal Dl 70/2011, secondo cui, a determinate condizioni, il parere della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici sarà obbligatorio ma non vincolante e si considererà comunque favorevole decorsi 90 giorni. Altro spunto di riflessione sono le distorsioni causate dal regime degli indennizzi delle espropriazioni per opere di pubblica utilità: il sistema vigente - ha detto Ornaghi - riconosce il prezzo di mercato per i suoli edificabili o edificati e concede uno sconto, anche più del 40%, nel caso di suoli agricoli, favorendo così il consumo di territorio agricolo. Questa situazione, unita alla maggiore sensibilità dell’opinione pubblica in materia di tutela dell’ambiente e del paesaggio, rende urgente limitare il consumo del suolo che, insieme al fenomeno della dispersione urbana, mette a rischio il paesaggio italiano. Il primo passo, per Ornaghi è un deciso rifiuto del metodo dei condoni edilizi. Tale approccio - ha chiarito il Ministro - non va inteso come ostacolo per le imprese edili le quali, si sono dimostrate attente, anche attraverso le associazioni di categoria, al recupero delle periferie degradate e delle aree industriali dismesse e al miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio.

Riforma urbanistica, il presidente Inu: “Ornaghi vada avanti”

“Le dichiarazioni che il ministro dei Beni culturali Ornaghi ha rilasciato in Senato, illustrando gli indirizzi dell’esecutivo in materia di governo del territorio e tutela del paesaggio, trovano pienamente d’accordo l’Istituto Nazionale di Urbanistica”. Così Federico Oliva, presidente dell’Inu, ha commentato quanto detto dal ministro Lorenzo Ornaghi la settimana scorsa al Senato, in Commissione Ambiente. Ornaghi ha assicurato che il suo dicastero si farà promotore di una nuova legge quadro sul governo del territorio.

Oliva spiega che “negli ultimi anni l’Inu si è impegnato per l’indispensabile riforma urbanistica, da attuarsi con l’approvazione di una legge sui principi fondamentali del governo del territorio, come vuole la riforma del Titolo V della Costituzione approvata nel 2001”.

Il presidente dell’Inu ricorda, oltre a quelli elencati dal ministro, altri temi che dovranno necessariamente trovare spazio nella nuova legge: “La riforma del piano, già affrontata da molte Regioni; la scelta generalizzata della riqualificazione urbana insieme a quella del contenimento radicale del consumo di suolo; la definizione con una normativa dello Stato di strumenti da tempo presenti nelle leggi regionali ma mai consolidati giuridicamente come la perequazione e la compensazione urbanistica; una nuova normativa relativa ai diritti edificatori, alla loro trasferibilità e la loro commercializzazione; un riordino della fiscalità locale che riporti al loro uso corretto gli oneri di costruzione”.

La legge in vigore risale al 1942 ed “è stata giustamente definita obsoleta dal ministro. Auspico, a nome di tutto l’INU, che il Governo presenti rapidamente la proposta di legge annunciata dal ministro, superando la situazione di empasse che da almeno due legislature ha impedito al Parlamento di approvare i diversi progetti di legge presentati. A tale proposta l’INU non farà mancare il massimo sostegno possibile, dichiarando la propria disponibilità a collaborare per la migliore definizione della stessa”, conclude Oliva.

Eddyburg
Calabrese, Rossella 21/03/2012

Un sostegno atteso alle peggiori proposte di Ornaghi con postilla

Le dichiarazioni del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi, sull’intenzione del suo Dicastero di promuovere al più presto una nuova legge quadro sul governo del territorio, trovano pienamente d’accordo l’Istituto Nazionale di Urbanistica. Lo ha detto Federico Oliva, Presidente dell’Inu, commentando quanto detto dal Ministro Ornaghi la settimana scorsa in Senato. “Negli ultimi anni - spiega Oliva in una nota - l’Inu si è impegnato per l’indispensabile riforma urbanistica, da attuarsi con l’approvazione di una legge sui principi fondamentali del governo del territorio, come vuole la riforma del Titolo V della Costituzione approvata nel 2001”. Il Presidente dell’Inu ricorda, oltre a quelli elencati dal Ministro, altri temi che dovranno necessariamente trovare spazio nella nuova legge: - la riforma del piano, già affrontata da molte Regioni; - la scelta generalizzata della riqualificazione urbana insieme a quella del contenimento radicale del consumo di suolo; - la definizione con una normativa dello Stato di strumenti da tempo presenti nelle leggi regionali ma mai consolidati giuridicamente come la perequazione e la compensazione urbanistica; - una nuova normativa relativa ai diritti edificatori, alla loro trasferibilità e la loro commercializzazione; - un riordino della fiscalità locale che riporti al loro uso corretto gli oneri di costruzione. La legge in vigore risale al 1942 ed “è stata giustamente definita obsoleta dal Ministro - aggiunge Oliva. Auspico, a nome di tutto l’Inu, che il Governo presenti rapidamente la proposta di legge annunciata dal Ministro, superando la situazione di empasse che da almeno due legislature ha impedito al Parlamento di approvare i diversi progetti di legge presentati. A tale proposta l’Inu non farà mancare il massimo sostegno possibile, dichiarando la propria disponibilità a collaborare per la migliore definizione della stessa” - conclude Oliva.

Postilla
Nell’informare sull’intenzione del ministro Ornaghi di proporre al Parlamento una nuova legge urbanistica presentavamo la sua iniziativa con le seguenti parole: «Meglio che dorma, se deve proporre una legge che generalizzi i bonus volumetrici, lo spostamento delle volumetrie, le modifiche a go-go delle destinazioni d’uso». Com’era prevedibile l’INU invece incoraggia Ornaghi ad andar avanti veloce sua strada: non sulle poche iniziative utili che il suo dicastero potrebbe/dovrebbe assumere (rafforzare la pianificazione paesaggistica e aumentare l’attrezzatura del sui ministero per renderlo capace di rappresentare realmente lo Stato nei suoi compiti di tutela), ma su quelle che hanno prodotto e producono la devastazione del territorio nazionale e della sua vivibilità: i diritti edificatori, la loro trasferibilità e la loro commercializzazione. Era prevedibile; ma a volte quando si formula una previsione resta la speranza che essa non si realizzi. Non è successo, peccato.

27/03/2012

Lettera di Giuseppe De Luca a Edoardo Salzano

Caro Eddy
ho letto la postilla che hai fatto alla lettera di Rossella Calabrese e, francamente, sono rimasto basito.
Davvero pensi che dopo 64 anni non sia ancora giunto il tempo per onorare la IX Disposizione Transitoria della Costituzione? Davvero pensi che è meglio lasciare ai caotici interventi (questi sì a go-go) dei provvedimenti finanziari di turno (oltretutto assai frequenti in questi ultimi anni) l’introduzione di normazioni urbanistiche e pianificatorie senza una regia e un quadro di riferimento sullo sfondo? Dall’housing sociale, diventata standard ma difficile da praticare nella formulazione di legge, alla perequazione, ai crediti edilizi, sdoganati senza discussione alcuna nel Paese e nel Parlamento e via iva fino all’IMU, anche questa un’occasione davvero persa. Sei proprio convinto che non sia il tempo di affrontare finalmente la questione dell’acquisizione delle aree pubbliche senza avere un apparato normativo robusto, aggiornando l’istituto dell’esproprio anche con altri istituti pubblici? Che non sia venuto il momento di riflettere sul diritto di superficie e sulla fiscalità urbanistica? Davvero credi che è meglio la cacofonia neoregionalista che sta producendo una quantità incredibile di strumenti con differente valenza normativa, per contenuti, procedure ed efficacia, che allontanano, piuttosto che avvicinare, i cittadini al governo del territorio e lo stesso controllo del principale bene comune che abbiamo: il suolo? L’Inu – che tu conosci molto bene – sta cercando di fare questo. Noi cerchiamo di incoraggiare tutti coloro che possono agire per guidare il contemporaneo, non per adattarsi alle forze prevalenti dell’economia finanziaria. Ma per far questo abbiamo bisogno di tutte le intelligenze, lavorando insieme per un comune obiettivo. Da qui l’incoraggiamento sull’azione, non su tutti i contenuti che andranno discussi, verificati e condivisi.
Un caro saluto
Giuseppe De Luca

Data di pubblicazione: 21 maggio 2012