L’area regionale transfrontaliera compresa tra le città di Kukës e Prizren è un territorio dove vicende storiche e paesaggio si intrecciano in modo sostanziale e significativo. Le popolazioni locali, benché storicamente e tradizionalmente unite, hanno assistito, a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale, a una drastica interruzione delle relazioni socio-culturali esistenti tra i territori divisi dal confine. Durante il periodo di dittatura comunista in Albania erano vietati i contatti tra popolazioni confinanti e le comunicazioni interrotte, pena la condanna per eversione ai lavori forzati. Il Partito del lavoro d’Albania, imposto l’isolamento, diede anche inizio ad una serie di opere ingegneristiche di interesse nazionale: la realizzazione di dighe aveva l’obiettivo di raggiungere la propagandata autosufficienza energetica. Negli anni ’70 iniziarono i lavori di costruzione della diga di Fierza, una delle più imponenti dei Balcani, che si conclusero nel 1978, sfruttando le portate d’acqua dei fiumi Drini i Bardhë (Drini bianco) e Drini i Zi (Drini Nero). L’incremento del livello dell’acqua ha sommerso la vecchia città di Kukës mentre il regime comunista albanese ne aveva pianificata una nuova, razionale e socialista. Tale evento ha radicalmente modificato il paesaggio circostante e la percezione che di esso ne aveva popolazione. La nuova Kukës ha trovato posto a una quota più alta, sul promontorio vicino alla vecchia città. La costruzione del nuovo centro urbano e dei nuovi quartieri abitativi, così come delle aree produttive e industriali, è stata immortalata in filmati propagandistici che raccontano le fasi di costruzione di Kukës da parte di una cittadinanza attiva e partecipe dell’ammodernamento degli spazi pubblici e produttivi della città nonché del proprio stile di vita. Questa narrazione autoritaria, così come la condizione d’isolamento, sono rimaste inalterate fino alla caduta dei rispettivi regimi totalitari da una parte e dall’altra del confine. Sul finire degli anni ’90, durante la guerra del Kosovo, la regione guadagnò l’attenzione delle cronache internazionali quando l’offensiva dei gruppi armati serbi in territorio kosovaro spinse molti abitanti ad abbandonare le proprie case. In migliaia fuggirono dal Kosovo transitando nell’area di Prizren, lungo la valle del Drini i Bardhë per poi concludere temporaneamente il loro viaggio nella città di Kukës da dove, in seguito, sarebbero stati distribuiti verso le città della costa albanese. Dal punto di vista paesaggistico, il fiume Drini propriamente detto nasce a nord-ovest della città di Kukës dalla confluenza del Drini i Bardhë, le cui sorgenti si trovano in Kosovo, e del Drini i Zi, che nasce invece a sud, in territorio macedone.
Il territorio compreso tra i centri urbani di Kukës e Prizren è quindi attraversato dal tratto di fiume del Drini i Bardhë, che divide l’area in due sponde generando la valle che connette Albania e Kosovo; l’accesso alla valle avviene a ovest e a sud del promontorio di Kukës. Lungo sponda sud-est, in direzione di Prizren, una serie di piccoli centri abitati si susseguono tra le due città principali. Solo pochi di questi hanno sviluppato un sistema di servizi, piccolo commercio o ricezione turistica, mentre per lo più si tratta di centri rurali dove l’agricoltura rimane l’attività più diffusa. Questi centri vanno disperdendosi in direzione del massiccio montuoso del Maja e Zezë verso il confine di alta montagna con la Macedonia. Il lato meridionale del fiume, in virtù delle sue caratteristiche morfologiche favorevoli, è stato oggetto tra il 2006 ed il 2013 di un progetto di sviluppo infrastrutturale con la costruzione del tratto autostradale denominato SH5 (da Kukës a Morinë), tratto dell’autostrada A1 (autostrada della nazione) che collega Durazzo con Pristina. Questa autostrada rientra nella rete europea International E-road nel tratto E851 che nasce a Petrovac in Montenegro, transita nel nord dell’Albania e si conclude a Pristina in Kosovo.
L’intreccio di vicende storiche e sociali, di interventi urbani e infrastrutturali ha quindi prodotto un territorio complesso, fatto di elementi minuti ed emergenze urbane e naturali che ci raccontano uno sviluppo a più velocità. Tracce di storia e cultura del passato che possono però essere punto di partenza per le risposte del futuro; la sfida lanciata dai due Ministeri che hanno bandito il concorso internazionale è stata quanto mai interessante e ha richiesto soluzioni articolate e integrate per una visione strategica di ampio respiro. Proporre visioni di lungo termine e interventi calati in un contesto estremamente variegato e difficile da prevedere nelle sue probabili evoluzioni. Si è per questo reso necessario adottare un metodo di lavoro flessibile e scomponibile in processi gestibili per fasi successive, così da poter dare concretezza e fattibilità a questa prima sperimentazione di cooperazione transfrontaliera in area balcanica.
La scelta da parte dei due Ministeri coinvolti di approfondire e integrare alcune proposte progettuali ha indotto uno studio più puntuale su quello che è stato definito Corridoio d’acqua (v. figura 1). Si tratta di un elemento fisico, matrice della forma territoriale attuale intesa sia in senso naturalistico/paesaggistico (il fiume, il lago e la cornice montuosa delle due sponde) che connettivo-strutturale (via d’acqua navigabile e bacino idrico artificiale) e, allo stesso tempo, di una componente rilevante per il rilancio turistico della zona e per lo sviluppo locale. È, di fatto, una connessione transregionale già predisposta e solo in attesa di essere attivata, percepita dagli abitanti locali (e non) come il più immediato collegamento tra i centri abitati a ridosso del confine, a fronte di una diffusa carenza della rete infrastrutturale. Il progetto di paesaggio e di sviluppo territoriale ha come principale obiettivo quello di coniugare la valorizzazione del ‘Corridoio’ e dei valori paesaggistico-culturali di cui è portatore con il suo riconoscimento e impiego in qualità di risorsa, anche economica, per veicolare uno sviluppo sostenibile dei territori che faccia leva sul senso di coesione generabile nelle comunità locali e su forme di turismo eco-compatibili, in coerenza con le intenzioni delle istituzioni protagoniste di questo processo di cooperazione transregionale.
A scala regionale e transfrontaliera, gli obiettivi strategici del programma sono: (1) la realizzazione di una connessione diretta tra le due città di testata, Kukës e Prizren, strutturate come polarità del sistema di percorrenze; (2) l’integrazione tra la direzionalità principale longitudinale, di connessione tra le due maggiori polarità urbane, e le percorrenze trasversali che si diramano sul territorio toccando i centri minori e le località di rilevanza storico-culturale e naturalistica.
In particolare, il Corridoio d’acqua, percorrenza a sviluppo longitudinale e asse connettivo tra Kukës e Prizren, viene attivato per mezzo della dislocazione, lungo tutto il suo sviluppo, di alcune funzioni, della predisposizione di sistemi di trasporto e navigazione, della soluzione di alcune criticità riscontrate, quali la scarsa accessibilità dei luoghi, la presenza di alcune aree degradate e il livello variabile dell’acqua del lago di Fierza. Ogni intervento puntuale e funzionale al corridoio influisce, oltre che alla più ampia scala territoriale, anche sullo specifico contesto in cui viene inserito e di cui determina il ruolo all’interno del sistema di connessione transregionale. Nella chiave di lettura strategica data al territorio, Kukës costituisce un punto nevralgico per immaginare la localizzazione e, conseguentemente, la strutturazione degli interventi ritenuti fondamentali per innescare lo sviluppo dell’infrastruttura fluviale. La vicinanza con l’aeroporto porta a considerare la città punto di arrivo dei flussi turistici e punto di partenza per la fruizione turistica, e non solo, della suddetta percorrenza. A scala urbana, dunque, le strategie e le linee guida individuate, in coerenza con quelle alla scala territoriale, interessano l’aspetto infrastrutturale (potenziamento della rete esistente ed introduzione di servizi di trasporto), la riqualificazione urbana (focalizzando l’attenzione sulle aree in fase di dismissione o/e abbandonate), la bonifica di aree altamente inquinate e l’implementazione e la gestione di nuove logiche turistiche. A questo devono conformarsi i singoli interventi che caratterizzano il corridoio, che trovano localizzazione nella città albanese e che sono associati a quelli dislocati lungo il fiume in altri punti ritenuti strategici.
La messa a sistema dell’intero corridoio, in attuazione del programma proposto, coniugata con le esigenze e le peculiarità del contesto urbano e territoriale, prevede la realizzazione di quattro progetti principali: (1) la costruzione di due moli nei territori di Kukës e Prizren; (2) la realizzazione di una piattaforma galleggiante multifunzionale; (3) la predisposizione di alcuni approdi lungo tutto il percorso; (4) la realizzazione di una stazione intermodale a Kukës. I quattro progetti sono stati definiti e valutati secondo criteri di accessibilità (lo stato attuale delle viabilità e la prossimità ai centri abitati), di compatibilità paesaggistica (qual è il livello di adattabilità dell’intervento alle condizioni naturali e la possibilità di sfruttare strutture esistenti, la presenza di punti panoramici o di aree degradate ma potenzialmente di elevata valenza paesaggistica) e secondo la loro capacità o meno di innescare relazioni funzionali (nel caso di aree urbane strategicamente rilevanti o di potenziali punti di innesto di altre percorrenze e di collegamenti con l’autostrada e l’aeroporto) (v. figura 2). Dalle valutazioni e dalle comparazioni sullo stato di fatto e sulle implicazioni sullo scenario strategico dei quattro interventi sono state tratte delle conclusioni di sintesi che hanno permesso di definire la localizzazione e la strutturazione dei quattro progetti. Nel dettaglio, il molo turistico di Kukës, punto di approdo di un collegamento tramite battello navetta che si sviluppa lungo tutto il fiume, è collocato sulla riva orientale prospiciente Përbreg, laddove i livelli annuali di acqua rimangono pressoché costanti (v. figure 3 - 4). Il secondo molo, in area kosovara e afferente alla città di Prizren, viene collocato nei pressi di Dobrushtë (v. figure 5 - 6). I due approdi capolinea del collegamento fluviale, oggetto di un ulteriore approfondimento progettuale, sono pensati per essere multifunzionali e per diventare essi stessi due attrattori di un territorio fruito tanto dagli abitanti locali quanto dai turisti. La stazione intermodale deve essere opportunamente connessa all’autostrada, in quanto ha l’opportunità di intercettare un considerevole e potenziale flusso turistico che si svilupperà lungo l’asse Tirana-Prishtina, e all’aeroporto, in fase di attivazione, perché primo approdo di flussi internazionali di passeggeri. Gli approdi intermedi devono essere localizzati lungo tutto lo sviluppo della via fluviale per le soste delle imbarcazioni turistico-sportive e/o del battello navetta laddove è attualmente carente una connessione fisica tra centri limitrofi e tra le due sponde del fiume. Infine, la piattaforma multifunzionale galleggiante ha la sua ragion d’essere nella finalità culturale e ricreativa che, oltre a concretizzarsi in luogo per eventi e manifestazioni, deve essere in grado di attrarre il più ampio pubblico possibile tramite iniziative capaci di instaurare un processo di rafforzamento e condivisione dell’identità locale.
I quattro progetti che determinano l’attivazione del Corridoio d’Acqua e la cui individuazione scaturisce dall’interpolazione tra gli obiettivi e le linee guida della strategia individuata, vengono valutati sulla base di criteri economici e temporali, per offrire agli interlocutori ministeriali una scala di priorità da considerare nel momento operativo delle scelte da mettere in campo. Accanto ad una prima valutazione strategica, infatti, è stata associata una valutazione della fattibilità economica del singolo intervento, che tiene conto delle risorse economiche da impiegare e della loro sostenibilità nel breve, medio o lungo periodo.
Tale valutazione ha permesso di identificare come prioritario la realizzazione dei moli in prossimità delle città di testata del corridoio, la cui messa a regime non può comunque prescindere dagli altri interventi previsti. Migliorando le condizioni della sponda orientale del promontorio di Kukës sarà possibile, nel breve periodo, attivare il molo e, conseguentemente, riqualificare la zona est della città. Azioni di medio termine, quali il miglioramento delle infrastrutture di collegamento Kukës-aeroporto, il recupero di alcuni edifici dismessi e la bonifica di parte del settore a nord della città, sono indispensabili per il funzionamento della stazione intermodale da collocare nelle aree riqualificate, quindi per l’attivazione dell’asse nord-sud (aeroporto-autostrada-Kukës-Has) e per l’avvio di sistemi di mobilità lenta. Una volta realizzati il molo di Dobrushtë e gli approdi intermedi sarà possibile innestare i percorsi trasversali alla direzionalità principale. Nel lungo periodo, la bonifica della discarica nei pressi del lago di Fierza e l’adattamento della riva occidentale del promontorio di Kukës consentiranno il completo adeguamento della città come polo turistico dell’intero sistema strategico sia alla scala urbana che alla scala territoriale.
Queste considerazioni hanno indotto i Ministeri a finanziare la realizzazione di uno dei due moli nell’anno in corso e gli altri progetti proposti nel biennio 2018-2020 in seguito all’individuazione dei fondi necessari.