Parte del Servizio "Ricordo di Alessandro Dal Piaz"
a cura di Emanuela Coppola
Architetta urbanista
Alessandro Dal Piaz, scomparso l’11 ottobre 2024, è stato urbanista e docente di straordinaria coerenza e integrità, impegnato per oltre 60 anni nella pianificazione territoriale sostenibile, sociale e paesaggisticamente consapevole. Laureato in Architettura a Napoli nel 1965, ha svolto un’intensa carriera accademica come professore ordinario presso l’Università Federico II, dirigendo corsi di perfezionamento, centri di ricerca e corsi di laurea specialistica. La sua attività professionale, coerente con la visione didattica, ha promosso la regolazione degli usi del suolo, il controllo della rendita fondiaria e la salvaguardia degli interessi collettivi, denunciando derive speculative. Dal Piaz ha trasmesso agli allievi un insegnamento fondato sulla responsabilità sociale dell’urbanista, sulla pluralità dei soggetti coinvolti e sul valore dei beni comuni. Impegnato anche nell’Inu, ha contribuito alla riflessione critica sulle politiche urbanistiche, lasciando un’eredità culturale e progettuale profonda.
Ricordare la figura di urbanista di Alessandro Dal Piaz, venuto a mancare pochi mesi orsono, l’11 ottobre del 2024, potrebbe sembrare facile essendo stati le sue idee, le sue posizioni, il suo operato sempre espressi in maniera chiara e convinta, senza alcuna ambiguità, in una visione che partendo da una articolata interpretazione delle condizioni del presente si proietta in una realistica prospettiva di cambiamento. Con uno spirito combattivo volto a contrastare, già dai primi anni della sua attività professionale, quel sistema di potere che – in maniera sotterranea o con sfacciata arroganza – subordina gli interessi collettivi a quelli privati, ha rivolto il suo impegno all’affermazione di una pianificazione territoriale capace di perseguire obiettivi di assetto e di gestione del territorio sostenibili sotto i profili sociale, ambientale e paesaggistico.
Potrebbe sembrare facile, dicevo, ma per me non lo è perché ricordarlo inevitabilmente rimanda ad un sodalizio che nel corso di più di 40 anni ha ricompreso attività accademica – didattica e ricerca –, professionale e di impegno culturale e politico. Un sodalizio che, fondato su una reciproca stima e profonda amicizia, si è sviluppato dall’autunno del 1980, quando ho cominciato a predisporre la tesi di laurea con la sua assistenza, fino alla sua scomparsa – pochi giorni prima avevamo completato e consegnato ad un’amministrazione comunale la proposta di Variante generale al Piano urbanistico comunale.
E allora, per facilitarmi il compito e restituire ai lettori in maniera chiara la sua figura, comincerò con qualche essenziale nota biografica e ricordando alcuni dei principali caratteri della sua intensa attività di urbanista, ben noti peraltro a chi lo ha conosciuto.
Laureato in Architettura a Napoli nel 1965, nell’ambito di una lunga ed intensa carriera – sviluppatasi nel corso di quasi 60 anni – ha esercitato un’ampia attività nel campo urbanistico da sempre improntata a principi di altissimo valore professionale, di coerenza e di integrità morale e connotata da una profonda attenzione ai temi connessi all’ambiente ed al paesaggio, ad una regolazione degli usi del suolo finalizzata al controllo del mercato fondiario-immobiliare ed all’applicazione di una logica redistributiva per realizzare condizioni di equità spaziale e sociale e salvaguardare prioritariamente gli interessi della collettività. Professore ordinario di progettazione urbanistica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, è stato anche, presso la medesima università, Direttore del corso di perfezionamento in Urbanistica e sviluppo sostenibile e ha diretto il Centro interdipartimentale di ricerca ambiente (Ciram).
È stato inoltre presidente del Corso di laurea specialistica in Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale e successivamente del Corso di Laurea magistrale in Pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistico-ambientale. Ha svolto inoltre seminari e corsi presso altre università italiane e straniere.
Ma come è stato Alessandro Dal Piaz professore di urbanistica e professionista-urbanista?
Pronto ad ascoltare e a dare generosamente consigli, quando richiesti, anche a chi nel corso del tempo aveva preso altre strade, ha svolto il suo ruolo di docente e di progettista secondo un’ottica connotata dall’integrazione di impegno professionale, civile e politico, aperto al confronto e sollecito nel promuovere il dibattito sui processi e le dinamiche territoriali e sociali e sui mutamenti – in atto o necessari – del contesto legislativo e della strumentazione della pianificazione territoriale e urbanistica. Sempre con grande chiarezza espositiva ed una razionalità incalzante e persuasiva.
Dal Piaz professore insegnava a riflettere, non si limitava a trasmettere sapere tecnico agli studenti, anzi forse è meglio dire allievi, includendo tra questi tutti coloro che da Sandro intendevano apprendere. Perché il suo insegnamento, espresso anche attraverso il suo agire di professionista, trasmetteva i valori, i principi a cui deve ispirarsi l’attività dell’urbanista. E molto chiaramente lo dichiara nella premessa al suo libro Ragionando di Urbanistica, laddove afferma: “Nell’attività didattica che conduco ormai da numerosi anni perseguo lo scopo di fornire un contributo alla preparazione degli studenti in modo che si predispongano ad affrontare, con un minimo di bagaglio tecnico ma soprattutto con sufficiente coscienza critica, i problemi concreti di un’attività professionale nel campo della pianificazione del territorio” (Dal Piaz 1999: 7). E a questo proposito parla della pluralità delle dimensioni dell’impegno didattico che deve rendere chiaro e percepibile un irrinunciabile connotato dell’impegno professionale per il quale gli allievi si preparano: quello della responsabilità sociale che caratterizza in maniera specifica il lavoro dell’urbanista, per la portata collettiva che ne connota l’oggetto.
E citando soltanto alcuni dei temi che a questi fini Sandro, Dal Piaz professore e Dal Piaz professionista, privilegia va evidenziato il rapporto tra le trasformazioni territoriali e la formazione della rendita urbana – che definisce “essenzialmente parassitaria” (Dal Piaz 1999: 69) – il rapporto tra il piano urbanistico, la regolazione degli usi dei suoli ed il mercato fondiario-immobiliare, e quindi la necessità di applicare una logica redistributiva per realizzare condizioni di equità insediativa. E sottolinea la complessità dell’attività di pianificazione anche in quanto prodotta dalle relazioni tra soggetti molteplici “in forme non univocamente convergenti” (Dal Piaz 1999: 8).
Ed è certo significativo che la lectio magistralis svolta nel 2010 a conclusione della sua attività di insegnamento di professore ordinario, tratti il tema del rapporto tra urbanistica e beni comuni, connesso ad un’idea della disciplina urbanistica “intrisa di dovere sociale”, come ricorda in tale occasione, e alla “convinzione che gli atti di governo del territorio debbano impegnarsi, fra l’altro, per la preminenza, negli assetti e nelle dinamiche insediative, dei diritti di cittadinanza rispetto ai diritti proprietari”.
A questo proposito vanno ricordate le sue, anche recenti, prese di posizione sulle mistificazioni costruite intorno alle politiche di rigenerazione urbana che egli vede declinata da alcuni provvedimenti legislativi e piani urbanistici come forme speculative di incremento delle rendite immobiliari.
Gli effetti distorsivi di un’insufficiente regolazione della rendita fondiaria e immobiliare, i beni comuni, sono solo alcuni dei temi e delle questioni che Sandro Dal Piaz affronta nel corso della sua attività di docente, ricercatore, professionista ed anche nell’ambito delle iniziative intraprese dall’Istituto nazionale di urbanistica nel periodo di presidenza di Edoardo Salzano. In quegli anni Sandro Dal Piaz, condividendo obiettivi, riflessioni ed azioni con gli amici/soci dell’Inu dell’epoca – fra i quali oltre a Eddy Salzano, Vezio De Lucia, Luigi Scano, Paolo Berdini, Felicia Bottino, Gianluigi Nigro – ha ricoperto diversi ruoli negli organi direttivi dell’Istituto e partecipato alle numerose iniziative promosse. In particolare, qui ricordo la curatela del volume “Dai vincoli al Piano. Regioni ed attuazione della L 431” (Del Piaz 1987) che raccoglie gli atti dell’omonimo convegno promosso dall’Inu nel 1986, a Maratea, all’indomani dell’approvazione della legge n. 431/1985. E mi ritornano in mente alcune immagini di quei giorni, come una passeggiata su una delle spiagge di Maratea con Sandro, Eddy, e qualche altro amica/o, prima dell’inizio di una delle sessioni mattutine del convegno. Tutto il gruppo dell’Inu di allora era fortemente impegnato a rinnovare legislazione e pratica della pianificazione urbanistica e territoriale interpretando questo compito come parte di un più complessivo impegno politico chiaramente connotato dai consolidati principi ed obiettivi di sinistra, a cominciare dalla prevalenza dell’azione pubblica a salvaguardia degli interessi collettivi. E qui riporto anche qualche nota sull’impegno politico di Sandro: iscritto al Partito comunista italiano, è stato componente del comitato federale e per alcuni periodi nella segreteria provinciale o in quella regionale. Ed anche in questo ruolo ha seguito attivamente le vicende urbanistiche, in primo luogo quelle di Napoli e della Campania, e dato generosamente assistenza alle amministrazioni comunali ed ai compagni quando richiesto e necessario.
La sua attività professionale è stata sempre accompagnata e direi orientata dalla costante riflessione sui temi e sui problemi (le “questioni di urbanistica”, come si intitola il suo libro del 2004) che connotano la pianificazione urbanistica, che si concretizza in un’esplorazione finalizzata ad innovarne il modello tradizionale sotto il profilo metodologico e degli strumenti anche sperimentando, ma sempre dando “per scontata la natura pubblica degli strumenti per il governo del territorio” e in particolare affrontando la questione della efficacia della pianificazione urbanistico-territoriale. Efficacia che trova uno dei principali fondamenti nella “pianificazione a due tempi” (oggetto del libro del 2010 che abbiamo scritto insieme, “I tempi della pianificazione urbanistico-territoriale”) ovvero l’articolazione del piano, in coerenza con il carattere processuale che deve assumere la pianificazione, in componente strutturale e componente programmatico-operativa, un modello oggi messo in crisi dalle recenti riforme legislative della Regione Campania. E va anche ricordato che nelle riflessioni riportate nel citato volume del 2004, Dal Piaz richiama quattro questioni prioritarie: “le relazioni tra i paradigmi della fattibilità e della sostenibilità; i rapporti fra ambiente e urbanistica; i modi e i fini della tutela e della costruzione del paesaggio; le implicazioni del principio di pianificazione e di quello di sussidiarietà” (Del Piaz 2004: 8).
Nel lungo percorso dell’urbanista Alessandro Dal Piaz, fin dagli inizi la questione ambientale ha occupato una posizione di primo piano, a partire dall’approccio innovativo ed anticipatore concretizzato nel Piano territoriale di coordinamento e Piano paesistico dell’area sorrentino-amalfitana (coordinato da Luigi Piccinato e Roberto Pane, completato nel 1977). Un piano che integrando la disciplina paesaggistico-ambientale con quella urbanistico-territoriale, pur rivendicando il “ruolo prioritario della salvaguardia paesaggistica e ambientale”, ha rappresentato una svolta fondamentale, al livello nazionale, nella cultura della pianificazione territoriale e della tutela paesaggistica e ambientale. È pur vero che i suoi contenuti strategici e progettuali sono rimasti inapplicati e la gestione è stata prevalentemente di tipo vincolistico. Ma l’area sorrentino-amalfitana grazie alla disciplina definita da questo Piano ha potuto conservare gran parte dei suoi paesaggi e risorse ambientali e storico-culturali. Sandro Dal Piaz ne ha con continuità seguito l’applicazione sia con la redazione dei piani urbanistici di alcuni comuni dell’area (i Prg di Massa Lubrense, Atrani, Vietri sul Mare, Amalfi, Piano di Sorrento) sia, anche nel più recente periodo, evidenziando i pericoli e le minacce al paesaggio ed all’ambiente connessi ad interventi di trasformazione non coerenti con la disciplina del Piano urbanistico territoriale dell’area sorrentino-amalfitana (Put) – così rinominata la proposta del 1977 con l’approvazione nel 1987.
E per queste e per altre questioni e pericoli, non ci sarà più Sandro Dal Piaz, ambientalista come connotazione del suo essere urbanista, con il suo costante impegno a valutare, denunciare, proporre alternative.
L’architetto-urbanista Dal Piaz è stato progettista o consulente per la redazione di numerosissimi piani, di scala vasta, di livello locale, specialistici, di settore. Si ricordano, tra gli altri: lo Schema di assetto del territorio dell’area sorrentino-amalfitana (1968); il Piano territoriale paesistico del Taburno-Camposauro e dell’ambito di Caserta; il Piano territoriale paesistico del Cilento costiero; i Piani territoriali di coordinamento delle province di Benevento e di Salerno; [1] il Piano territoriale regionale della Campania. Numerosissimi i piani di livello comunale: [2] i Prg e successivamente, con l’approvazione della Lr n. 16/2004, i Puc-Piani urbanistici comunali strutturati secondo il modello corretto della “pianificazione a due tempi”, prima citata, ed attribuendo per entrambe le tipologie di piani un ruolo fondamentale ai contenuti normativi a cui ha dedicato particolare approfondimento volto anche ad evitare qualsiasi arbitraria interpretazione. Piani con i quali sono stati affrontati i problemi di emarginazione e spopolamento delle aree interne della Campania, quelli connessi alla cementificazione, spesso con interventi abusivi, degli ambiti regionali maggiormente sottoposti alle pressioni speculative, ed ancora le questioni relative al soddisfacimento delle esigenze collettive salvaguardando al contempo i valori ambientali e paesaggistici dei territori. Piani dalla cui lettura emergono i temi utili ad affrontare le sfide che si pongono all’attività di governo del territorio oggi e nel prossimo futuro.
Ampio l’impegno che ha profuso per la città di Napoli, come componente della commissione per il Piano quadro delle attrezzature e della commissione urbanistica del Comune di Napoli, durante la giunta Valenzi, in questa veste collaborando al Piano delle periferie. Ed ancora, come consulente del sindaco commissario per il Programma straordinario di edilizia residenziale (Pser, realizzato all’indomani del sisma del 1980), impegnato sul Piano di zona 167 di Ponticelli. E va qui ricordato il suo libro “Napoli 1945-1985. Quarant’anni di urbanistica”, (1985) in cui tratta in maniera specifica anche di questi piani. E per il contributo dato sia in tali occasioni e ruoli, sia per la sua complessiva attività, il Consiglio comunale di Napoli ha voluto commemorarlo [3] anche con una targa in sua memoria che la città di Napoli ha consegnato alla famiglia, una targa che recita: “La città di Napoli in memoria del prof. Alessandro dal Piaz (1939-2024) ne ricorda con commozione e profondo affetto la nobile figura di insigne urbanista, l’instancabile impegno profuso quale docente universitario per la formazione delle giovani generazioni di architetti. Con ammirazione e gratitudine per la sua attività, sempre in difesa dell’ambiente e per la salvaguardia del nostro territorio. 28 novembre 2024, il sindaco Gaetano Manfredi”.
Si richiamava in precedenza la sua azione di ferma ed esplicita opposizione alle iniziative dannose per l’ambiente ed il territorio ed al sistema di potere che le proponeva. In merito, solo per citare alcune delle tante sue battaglie, vanno ricordate quella contro l’iniziativa nota come “Il regno del possibile” (una iniziativa di soggetti imprenditoriali della seconda metà degli anni ‘80, poi accantonata, che celava una vasta azione di speculazione sul centro storico) e, poi, contro il preliminare di Prg del 1991 del Comune di Napoli. E prima ancora, nella seconda metà degli anni ’60, l’opposizione al progetto di una superstrada un po’ a mezza costa da Castellammare a Massa Lubrense. Mai succube del potere sia accademico che politico, si è fermamente opposto a provvedimenti legislativi nazionali ed a quelli regionali dannosi per la tutela del territorio e degli interessi collettivi.
L’analisi, la valutazione e la definizione di obiettivi, metodologia, contenuti ed articolazione del processo di pianificazione territoriale e urbanistica sono stati riportati in numerose altre pubblicazioni oltre quelle citate. Ma va anche ricordato che valutazioni e proposte in merito alle vicende urbanistiche, in particolare della Campania, oltre che in saggi, sono state spesso esposte, con tempismo, su quotidiani, in particolare soprattutto nella sezione regionale del quotidiano La Repubblica: l’ultimo suo intervento pubblicato tre giorni prima della sua scomparsa si intitola “Legge urbanistica, territorio violato”, e qui ancora una volta denuncia “l’ispirazione cementificatrice” della citata legge urbanistica regionale del 2024, richiamando anche “la perdurante assenza del Piano paesaggistico regionale redatto congiuntamente dalla Regione e dal Ministero della Cultura”(Dal Piaz 2024).
La figura del prof. Alessandro Dal Piaz che conosco e che ricordo e che ho voluto raccontare continuerà ad essere un esempio per i suoi allievi, collaboratori, compagni di strada e potrà esserlo anche per tutti coloro che lo hanno conosciuto o lo conosceranno attraverso i suoi piani ed i suoi scritti.
[1] Il Ptc della provincia di Benevento approvato mentre quello della provincia di Salerno solo adottato.
[2] Molti piani sono stati predisposti con la partecipazione degli amici-colleghi dell’associazione professionale “Studio Dal Piaz e Associati “ poi rinominato “Fedora Architetti Associati”.
[3] Alessandro Dal Piaz è stato ricordato in tale occasione dalla vicesindaco e assessora all’urbanistica prof. arch. Laura Lieto, dal Presidente della commissione urbanistica del Comune dott. Massimo Pepe, dal consigliere Antonio Bassolino.
Dal Piaz A. (1985), Napoli 1945-1985. Quarant’anni di urbanistica, Franco Angeli, Milano.
Dal Piaz A. (1999), Ragionando di urbanistica, edizioni Graffiti, Napoli.
Dal Piaz A. (2004), Questioni di urbanistica, edizioni Graffiti, Napoli.
Dal Piaz A. (2024), “Legge urbanistica, territorio violato” La Repubblica-Napoli, 8 ottobre.
Dal Piaz A. (a cura di) (1987) “Dai vincoli al Piano. Regioni ed attuazione della L. 431”, Quaderni di Urbanistica Informazioni, no. 3.
Dal Piaz A., Apreda I. (2010), I tempi della pianificazione urbanistico-territoriale, Loffredo Editore, Napoli
Dal Piaz A., Apreda I., Mangoni F., Talamona L. (1989), Da “periferia” a “città”. Studi e proposte per Napoli, Franco Angeli, Milano.