XXX e VII sono rispettivamente i numeri dei Congressi e delle Rassegne Urbanistiche Nazionali raggiunti dall’INU.
La misura di queste due quantità è la testimonianza di un pensiero lungimirante, capace di perdurare nei settant’anni della Repubblica Italiana, e di un’organizzazione che ha dalla sua un’importante collocazione nella cultura del nostro Paese. Si sta parlando di cultura urbanistica, quello stesso portato di Saperi che oggi costituisce l’appiglio, l’aggancio per rispondere ai contemporanei bisogni dei territori insediati. Il contrasto allo spreco energetico e di suolo, la rigenerazione urbana, i piani resilienti - solo per citare alcuni dei temi caldi - sono le nuove sfide, ma sono anche gli estratti ultimi di una competenza sedimentata nel tempo; una competenza che appartiene certamente alla comunità degli urbanisti, ma che non è esclusiva degli urbanisti quanto alle risposte del momento che la nuova domanda di piano richiede.
In questo senso, l’Istituto con il XXX Congresso si sforza di trovare una strada culturalmente valida nella cosiddetta transizione (economica, sociale, ambientale istituzionale e tecnologica) e lo fa con una chiamata verso un impegno comune: un patto per l’urbanistica italiana. Ecco perché le istituzioni, l’accademia, la professione sono, insieme, coinvolte nella riflessione congressuale dell’INU: due tavole rotonde, più di venti relatori (tra i quali molti vertici) vogliono affermare la consapevolezza di questo impegno, in una cornice valoriale condivisa intorno a cinque campi d’azione [1].
La VII Rassegna Urbanistica Nazionale è l’altra faccia della medaglia. Il suo contemporaneo svolgimento con il Congresso fa conoscere “città e territori in movimento” che, proprio come nella tecnica pittorica, sono frammenti di diversa natura che permettono di ottenere il mosaico del futuro del Paese. Mosaico Italia: raccontare il futuro, dunque, non è solo il titolo VII Rassegna Urbanistica Nazionale, ma è una lettura della complessità delle tante Italie [2] che si accompagna al dibattito congressuale. Una lettura, peraltro, sostenuta da ben sedici seminari di approfondimento che l’Istituto ha organizzato per l’occasione, anticipati da un convegno sulla montagna e dai dati e dalle analisi della nuova edizione Rapporto dal Territorio, in uscita subito dopo il Congresso.
Vi è, dunque, un legame stretto tra il contenuto tra il XXX Congresso, la VII Rassegna Urbanistica Nazionale e le tante innovazioni introdotte per questi due eventi. E che per l’INU sia una condizione nuova, che spezza il “mondo conosciuto”, lo si capisce anche da alcune originalità.
Per la prima volta nella storia dell’INU, nel titolo del Congresso non appaiono termini afferenti alla disciplina urbanistica: Governare la frammentazione è rivelazione lessicale che esula dal glossario tradizionale degli urbanisti e muove volutamente in un linguaggio da “mare aperto” alle contaminazioni.
Per la prima volta nella storia dell’INU, non solo Congresso e Rassegna si svolgono contemporaneamente, ma la Rassegna si compone anche intorno a una produzione multimediale ; il Congresso non si tiene in una città capoluogo, bensì in una località immersa in un territorio di straordinaria bellezza (il Lago di Garda e lo sfondo delle Alpi trentine).
In conclusione, nel XXX Congresso e nella VII Rassegna Urbanistica Nazionale ce n’è abbastanza per poter affermare, con rinnovata forza, il dinamismo culturale dell’INU anche nel tempo prossimo che abbiamo davanti.
Quello che invece rimane un valore fermo, un bene insuperabile al di là di qualsiasi innovazione e manifestazione narrativa, è quel privilegio della riflessione di cui INU rimane portatore.
[1] Ai campi d’azione corrispondono cinque parole: Garantire, Qualificare, Attualizzare, Differenziare, Democratizzare. Queste sono espressioni che vengono declamate persino nei riferimenti culturali che introducono al contenuto del documento congressuale, con citazioni di: Suketu Mehta, «La vita segreta delle città», 2016; Valerio Calzolaio, Telmo Pievani, «Libertà di migrare», 2016; Carlo Rovelli, «Sette brevi lezioni di fisica», 2014; Corrado Augias, «Questa nostra Italia», 2017; Manon Bouju, Lucas Chancel, Anne-Laure Delatte, Stéphanie Hennette, Thomas Piketty, Guillaume Sacriste et Antoine Vauchez, «Manifesto per la democratizzazione dell’Europa», 2018. Vi è una sesta citazione, in riferimento al titolo del Congresso Governare la frammentazione: Kevin Kelly, «L’inevitabile», 2018.
[2] La VII Rassegna Urbanistica Nazionale Mosaico Italia: raccontare il futuro propone quattro strati narrativi: Italia fragile, Italia delle reti, Italia policentrica, Italia che si rigenera; pratiche innovative, sperimentazioni, inerzie che, in una parola, espongono una società in profonda mutazione.