Soffermarsi a riflettere sulla densa stratificazione di valori simbolici che grava sul colore verde, come ci rivela lo storico e antropologo francese Michel Pastoureau in un saggio del 2013 (Verde. Storia di un colore, Ponte Alle Grazie, Milano), può rivelarsi un esercizio assai interessante anche per chi si occupa di progetto e governo della città e del territorio. Ripercorrendo la lunga storia sociale, culturale e simbolica del verde nelle società europee, dalla Grecia antica fino ai giorni nostri, Pastoureau racconta come il verde sia stato per lungo tempo difficile da produrre, ancor più da fissare, e soprattutto quanto esso non sia stato soltanto il colore della vegetazione ma anche, e soprattutto, quello del destino. In forza di caratteristiche chimiche intrinseche che lo hanno reso instabile nella pittura come nella tintura, nel corso dei secoli è stato associato a tutto ciò che era mutevole, effimero e volubile: l’infanzia, l’amore, la speranza, la fortuna, il gioco, il caso. Solo nel Romanticismo diviene definitivamente il colore della natura e in seguito della libertà, della salute così come dell’igiene, dello sport ed infine dell’ecologia. L’insegnamento che possiamo trarre dal volume di Pastoureau è che, entro il perimetro della cultura occidentale, quella del verde è anche la storia di un capovolgimento di valori: dopo essere stato a lungo in disparte, malvisto o respinto, oggi si vede affidare la missione (impossibile?) di salvare il nostro pianeta.
E così nel corso dei secoli si sono avvicendati giudizi altamente contrastanti, il cui denominatore comune è quello di avere interpretato lo spirito dell’orizzonte culturale delle società che li hanno prodotti, cambiando nel tempo. Ed è proprio su un nuovo, necessario quanto urgente, cambiamento di orizzonte cultural-cromatico della società contemporanea che Urbanistica Informazioni 298-299 focalizza la propria attenzione, tessendo con un filo verde la trama di un racconto che si svolge entro stanze tematiche, tutte ugualmente aggettivate dal significato simbolico del colore verde, anche e soprattutto recuperandone quel valore di instabilità che, in un certo senso, ci vede ‘in transito’ verso un nuovo stadio della società, della cultura, e soprattutto, auspicabilmente, del modello di sviluppo. È questo l’obiettivo con cui Emanuela Coppola affronta il Focus attorno al tema della pianificazione del verde per la costruzione di una città sana attraverso l’analisi di esperienze che, su base comunale e territoriale, ne illustrano possibili modelli di pianificazione e di gestione in rapporto alle specificità locali dei caratteri morfologico-insediativi oltre che dei dispositivi normativi.
Allo stesso modo, Carmen Giannino ci conduce attraverso i paradigmi del movimento del New European Bauhaus lanciato dall’Unione europea come diretta conseguenza di un New Deal che la stessa Ue vuole che sia ‘verde’, per promuoverne la natura ecosystem oriented, oltre che ‘giusto’ in quanto pensato per aiutare le regioni più povere dell’Unione europea a muoversi verso un’economia a emissioni zero. Anche Mosaico Italia, nel servizio curato da Sandra Vecchietti, illustra una natura di questo ‘movimento di transizione’ che vede nel processo di riordino istituzionale e amministrativo praticato in Emilia-Romagna un’importante condizione per la migliore territorializzazione delle risorse provenienti dall’Unione europea tramite il PNRR.
Se il Mediterraneo è lo scenario spaziale entro cui la Community Porti, città, territori affronta il tema, nel servizio curato da Rosario Pavia, del rilancio del Mezzogiorno e delle Zone economiche speciali che dal Meridione si affacciano sul Mare Nostrum, nel servizio Una finestra su… (curato da Stefano Salata) è riconoscibile un profilo verde quale azione cruciale di governo del territorio in India.
Spazio Giovani (servizio curato da Luana Di Lodovico) ospita gli esiti della Masterclass “Progetti di Città” organizzata da INU Giovani con il Comune Colleferro: le progettualità presentate mostrano grande sensibilità verso approcci e metodi ispirati ai principi della New urban Agenda (Quito 2016), che prevede città giuste, sicure, salubri, accessibili, economiche, resilienti e sostenibili, per promuovere prosperità e qualità della vita per tutti.
I contributi di Urbanistica, Società, Istituzioni sviluppano il paradigma ecologico del Green New Deal, della rigenerazione urbana nelle Comunità energetiche, dell’innovazione territoriale e dell’abitare a misura di anziano che ritrova nel principio della città di prossimità, sviluppato da Mario Spada nello Speakers’ corner, un ragionamento complementare, mentre Letture&lettori propone visioni, scenari e spunti critici sui temi della qualità urbana e della sostenibilità in contesti italiani e internazionali.
La trama verde della narrazione che attraversa UI 298-299 si conclude in Significante&significati con i topoi più ricorrenti tanto della letteratura scientifica contemporanea, quanto della narrazione comune e quotidiana: Riccardo Santolini ci spiega il ruolo chiave che svolgono per la vita sulla Terra e per il benessere umano Servizi ecosistemici e Capitale naturale.
Rosse sono invece le mura fiabesche di Sana’a nella luce yemenita del tramonto, quando le persone che animano le visioni di Pierpaolo Rovero si incontrano per condividere un caffè, superando conflittualità e scontri.