Urbanistica INFORMAZIONI

Roma al futuro: priorità e progetti dell’azione amministrativa

Urbanistica Informazioni riprende i dialoghi con gli amministratori dei capoluoghi metropolitani per comprendere quali prospettive si aprano per il governo di città caratterizzate da una vasta complessità di problematiche, anche in vista della nuova stagione della programmazione europea (Next generation EU), delle potenzialità offerte dal PNRR e in relazione alle sfide della sostenibilità. A Ornella Segnalini, Assessora ai Lavori Pubblici e alle Infrastrutture della nuova Giunta Capitolina del Sindaco Gualtieri, abbiamo sottoposto alcune domande.

Con quali politiche e secondo quali priorità ritiene di affrontare il tema della rigenerazione del patrimonio pubblico?

Quali indirizzi guideranno il rilancio dei sistemi della mobilità urbana e del trasporto pubblico su ferro e su gomma alla luce delle sfide della sostenibilità?

Quali strumenti e azioni intende attivare per affrontare una delle questioni centrali per le città, ovvero la qualità dello spazio pubblico?

A fronte del fatto che Roma, oltre ad essere una delle città più belle del mondo, mostri i segni evidenti di vulnerabilità che interessano diversi campi del sistema urbano, da quali urgenze intende cominciare?

Dopo cinque anni di governo a cinque stelle, Ornella Segnalini illustra i principali intendimenti della nuova agenda di governo per il futuro di Roma.

(CG)

Vorrei iniziare dalla visione futura della città, citando una notizia molto recente: Roma Capitale è tra le 100 città scelte dalla Commissione europea per partecipare al programma “Horizon Europe”. Si tratta di una sfida davvero straordinaria, che persegue l’obiettivo di accelerare enormemente il passaggio nella direzione del Green Deal europeo, attraverso progetti intersettoriali che vanno verso città intelligenti e sostenibili, capaci di condurre alla neutralità climatica entro il 2030 e alle emissioni zero entro il 2050. Roma dovrà trasformarsi in una vera e propria smart city, a basso consumo di risorse, socialmente inclusiva, in un tempo relativamente breve. Il fatto che la Capitale abbia raccolto questa sfida europea testimonia certamente una sua reale volontà di cambiamento ma anche una rinnovata fiducia nelle proprie capacità, in forte controtendenza con atteggiamenti nichilisti del passato (anche recente). La call Horizon è solo la punta dell’iceberg: in gioco ci sono i grandi obiettivi del Giubileo 2025, dell’Expò 2030, del PNRR e altre enormi opportunità che potranno trasformare Roma in una città all’altezza delle altre grandi capitali europee.

E "fino a qui tutto bene" (per citare il film L’odio di Mathieu Kassovitz del 1995): ma non sarebbe realistico immaginare la strada da intraprendere come un percorso netto e sgombro di ostacoli. Il primo, e forse più difficile da gestire, credo che sia il modo in cui la nostra città è sospesa tra passato e presente, insieme al fatto che un’immagine nitida del suo futuro si mostri solo in alcune delle sue componenti ‘straordinarie’ (Giubileo, Expò, grandi eventi in genere) ma non riesca ancora a comporsi in un quadro complessivo per quanto dinamico. Le domande a cui dovremmo trovare una risposta sono: “Può la città di Roma trovare una sintesi tra passato e futuro? È possibile pensare al suo sviluppo senza dover restare bloccati al suo passato?

Credo che non sia solo possibile ma anche indispensabile, in quanto se una città non riesce a rielaborare il suo passato, rivitalizzandolo e anzi rendendolo motore di crescita, rischia di restare una città museo, che funziona male, che non evolve secondo modelli innovativi la cui adozione non è più rinviabile. Insomma, Roma ha bisogno di progettare ora il suo futuro, altrimenti sarà costretta a subirne uno progettato da altri e in funzione di altri. Le città contemporanee hanno bisogno di innovazioni tecnologiche, metodi digitali e reti di sistemi intelligenti, infrastrutture ottimizzate, logistica e spazi pubblici e privati vivibili ed ecologici. È possibile immaginare tutto questo a Roma? Mi ripeto: credo che non sia solo possibile ma anche indispensabile. Occorre lavorare con convinzione al superamento dell’approccio emergenziale alle problematiche che per troppo tempo è stato l’unica modalità per gestire una città che conta quasi 3 milioni di abitanti. Una città grandissima, ai cui bisogni deve far fronte una macchina amministrativa in sofferenza, con poche risorse, soprattutto umane a causa dei numerosi pensionamenti degli ultimi anni.

E per superare, fin dall’immediato, alcuni problemi strutturali quali il deficit di manutenzione stradale, a pochi giorni dal nostro insediamento, si è fatto ricorso ad una convenzione con Anas per la realizzazione di interventi urgenti di messa in sicurezza delle strade della città. Una metodologia che sarà implementata anche attraverso le risorse del Giubileo del 2025, per sistemare nell’arco di tre anni gran parte dei 700 km della grande viabilità, quella a maggior traffico per le funzioni di penetrazione e raccordo all’interno di una maglia viaria lunga oltre 7.000 km, superiore cioè alla rete autostradale in concessione.

L’approccio per far fronte a questa prima priorità è duplice: da un lato il ricorso all’Anas, dall’altro utilizzando massicce dotazioni finanziarie di bilancio e del Giubileo per promuovere specifici Accordi quadro per la manutenzione delle strade principali, municipali e per sistemare i marciapiedi. A metà luglio partiremo con i nuovi interventi nei quadranti nord-ovest e sud, investendo i primi 20 milioni di euro nella manutenzione profonda del corpo stradale.

La seconda importante priorità è l’efficientamento energetico del patrimonio scolastico, che conta oltre 1.200 edifici scolastici, con età variabile da 100 ai 20 anni, tutti bisognosi di cure. Con un budget complessivo di 392 milioni di euro, di cui 200 immediatamente disponibili ed altri 192 da fondi europei e di bilancio comunale, il nostro obiettivo consiste nell’abbassare i consumi energetici di circa 250-300 scuole. Nel mese di luglio 2022 sottoscriveremo il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) con il Ministro per il Sud che darà attuazione a questo ambizioso programma. Sempre in tema di patrimonio scolastico, stiamo puntando al consumo “zero” sperimentando alcuni interventi su un primo pacchetto pilota di 15 scuole. Un altrettanto numero di edifici scolastici a breve sarà utilizzato per creare le prime comunità energetiche della città.

In sostanza, stiamo esplorando le possibilità offerte dalle nuove tecnologie e dalla recente normativa in campo ambientale per trovarci pronti quando, nel 2024, dovremo sostituire l’attuale servizio di “gestione calore” con una modalità più efficiente che permetta di contenere i consumi energetici e, quindi, i relativi costi.

Dal punto di vista della messa in sicurezza e riqualificazione del patrimonio di edilizia scolastica, Roma Capitale ha partecipato al bando PNRR del Ministero dell’Istruzione, ottenendo al momento il finanziamento per la demolizione e ricostruzione di una scuola e quello per la messa in sicurezza di due mense. A breve si potrà conoscere l’esito del finanziamento richiesto per le 4 palestre scolastiche ammissibili e di quello, decisamente di importo più rilevante (37 di milioni di euro), destinato alla messa in sicurezza di n. 20 strutture tra nidi e scuole dell’infanzia.

In tema di efficientamento energetico non ci si ferma solo alle scuole, ma puntiamo anche al cospicuo patrimonio di edilizia residenziale pubblica. A questo obiettivo contribuisce, da un lato, il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PINQUA) con n. 3 progetti, finanziati dal MIMS, per un totale di 45 milioni di euro, dall’altro anche il fondo complementare al PNRR che la Regione Lazio per il momento ha reso disponibile per l’importo di circa 15 milioni di euro, destinati alla manutenzione straordinaria di un complesso Erp in zona Tiburtina (Municipio IV).

Ma per aggredire in modo massivo il problema, l’Assemblea capitolina ha da poco approvato una modifica allo statuto della società Risorse per Roma, interamente partecipata dal Comune, per permettere l’accesso ai bonus per le manutenzioni agevolate del patrimonio pubblico e recuperare il gap in termini di consumo energetico.

Ulteriore e significativa priorità della nostra azione amministrativa è la realizzazione di interventi finalizzati alla riqualificazione degli spazi e/o luoghi della città: in poche parole il caro tema della qualità urbana. Con questo spirito, sin dal mio insediamento, ho voluto lavorare alla costituzione di un comitato scientifico per la costruzione di un vero e proprio sistema di urban management gestionale, con elaborazione di linee guide per la progettazione dello spazio pubblico dirette a selezionare elementi di arredo e materiali specifici per il contesto di intervento o volte ad incoraggiare innovative soluzioni progettuali.

La soluzione è, quindi, favorire la qualità urbana con una programmazione ciclica e costante degli interventi, con lavori eseguiti a regola d’arte e compatibili con le esigenze dei luoghi della città.

In questa direzione vanno i 180 milioni di euro del PNRR che finanziano i tre Piani urbani integrati, promossi dall’Assessorato all’Urbanistica e la cui attuazione è in capo al Dipartimento Lavori pubblici, su territori particolarmente vulnerabili quali l’ambito di Santa Maria della Pietà (Municipio XIV), Tor Bella Monaca-Tor Vergata (Municipio VI) e Corviale (Municipio XI), oggetto di annosi interventi attuativi mai del tutto completati a causa di decenni di bilanci in sofferenza e di investimenti a singhiozzo.

L’idea di rigenerazione urbana che ha guidato la scelta dei tre Piani integrati, deriva dall’esigenza di creare sinergie profonde tra l’azione di riqualificazione degli spazi esistenti e i processi di costruzione di comunità che, al contempo, rispondano agli obiettivi del PNRR.

E sempre nella direzione della qualità urbana sono previsti importanti interventi all’interno del programma del Giubileo, quale l’intera pedonalizzazione della vasta area tra Castel Sant’Angelo e San Pietro, il completamento del piano sampietrini, la riqualificazione degli spazi antistanti le chiese di periferia, i marciapiedi e le banchine fluviali del Tevere.

Ci muoviamo, insomma, nel solco di quella che dovrebbe essere la città resiliente, e cioè guardiamo all’intero sistema urbano cercando di non adeguarlo semplicemente al cambiamento ma programmando risposte che permettano alla città di resistere nel lungo periodo. Siamo consapevoli che la vulnerabilità dei territori e il peggioramento del comfort climatico siano i due fronti di intervento su cui occorre intervenire con urgenza. È questa l’altra grande sfida che il mio Assessorato ha intrapreso per Roma. È il grande tema dell’acqua, che non possiamo più eludere e che va affrontato su più fronti. Innanzi tutto dobbiamo ridurre le perdite della rete cittadina. A questo riguardo Acea, società partecipata di Roma Capitale, sta aggredendo il problema puntando alla sostituzione di circa 180 km di rete idrica ammalorata nei 15 Municipi, sia attraverso le risorse del proprio programma di investimenti triennale (circa 120 milioni) sia partecipando al bando MIMS per il contenimento della dispersione, dove ha chiesto un finanziamento di 70 milioni di euro. In secondo luogo, è ineludibile che l’approvvigionamento idrico della Capitale avvenga nella massima sicurezza. Non sono sufficienti in tal senso i 150 milioni di euro che il MIMS ha concesso ad Acea a valere sul PNRR, servono ulteriori e importanti risorse per permettere il raddoppio della galleria che preleva acqua dalle sorgenti del fiume Peschiera.

Da ultimo, Roma va anche protetta dall’acqua. Innanzi tutto, completando gli interventi già in atto sui grandi collettori fognari. In secondo luogo, realizzando sistemi di difesa a monte della città.

Un importante percorso partecipativo è in corso da parte dell’Autorità di bacino per l’Appennino centrale per la realizzazione del sistema di invasi sul fiume Paglia che avranno il duplice obiettivo; di proteggere dalle inondazioni del Tevere, dalla piana di Orte fino a Roma, e di raccogliere e conservare le acque del fiume Paglia per i periodi di siccità. Anello idrico, raddoppio della galleria del Peschiera, sistema di invasi del Paglia potrebbero essere tra gli obiettivi di resilienza che Roma si darà per concorrere all’assegnazione di Expò 2030.

Infine, vogliamo puntare ad un effettivo sviluppo della città in un’ottica non solo resiliente ma allo stesso tempo anche Smart. Introdurremo, sempre in previsione di Expò 2030, la tecnologia “Smart road”, con l’adeguamento dell’intera infrastruttura stradale in un ecosistema di servizi in grado di sostenere le nuove tecnologie per lo sviluppo della smart mobility per rendere più efficienti i flussi di traffico. Un percorso continuo di innovazione con nuovi servizi e nuovi prodotti capaci di migliorare la qualità della vita, anche attraverso un più attento coinvolgimento dei cittadini nei processi e un monitoraggio puntuale dei bisogni reali. La città, insomma, vista e gestita come uno spazio complesso in cui perseguire una migliore qualità della vita intesa in tutte le sue componenti, e con l’obiettivo, sempre presente, di una città del futuro con target ambiziosi quali quelli che la partecipazione ad “Horizon Europe” ci chiama a perseguire.

Data di pubblicazione: 29 luglio 2022