I terremoti sono vibrazioni del suolo causate dalle onde elastiche che vengono rilasciate a seguito del movimento relativo di due porzioni della crosta terrestre lungo piani di discontinuità detti faglie. L’attivazione delle faglie viene indotta dalle continue deformazioni cui è sottoposta la crosta terrestre in movimento, per effetto della geodinamica.
La particolare localizzazione del territorio italiano, nel contesto geodinamico mediterraneo (convergenza tra le placche europea e africana, interposizione della microplacca adriatica, apertura del bacino tirrenico) e le peculiari modalità di risposta in superficie alla dinamica profonda, fanno dell’Italia uno dei paesi ad elevata pericolosità sismica. La diffusa presenza di elementi esposti (centri abitati, infrastrutture, patrimonio architettonico, artistico e ambientale) e l’elevata vulnerabilità degli stessi, determina condizioni di rischio da elevato a molto elevato per estesi settori del territorio italiano.
In linea di principio tutti i comuni italiani possono subire danni da terremoti. Tuttavia, le scosse più forti si concentrano solamente in alcune aree: in primo luogo in tutto l’Appennino centrale e meridionale, in Calabria e in Sicilia orientale, ma anche nell’Italia nord-orientale (Friuli-Venezia Giulia e Veneto), nella Liguria occidentale e nell’Appennino settentrionale (dalla Garfagnana al Riminese).
Anche le zone a distanze significative dall’epicentro possono essere investite da onde sismiche, a seguito di forti terremoti. È noto, infatti, che terremoti di magnitudo superiore a 6,5, avvenuti in passato in Italia hanno causato danni importanti in aree molto vaste, estese in più regioni. Ad esempio, il terremoto del 1456 con epicentro principale in Campania-Molise, di magnitudo stimata pari a 7, provocò ingenti danni anche in Abruzzo, Lazio, Basilicata e Puglia.
Più recentemente, ricordiamo tutti la sequenza sismica del 2016 in Centro Italia i cui due eventi principali avvenuti il 24 Agosto (Mw=6.0) e il 30 Ottobre (Mw=6.5) oltre a causare la distruzione di diversi centri localizzati nella zona epicentrale (p.es [http://p.es]. Amatrice), hanno determinato ingenti danni in estese porzioni di territorio ricadenti in quattro regioni (Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo).
A causa della ripetitività dei terremoti, già sulla base della sismicità storica, sappiamo che diverse regioni italiane potranno essere colpite nel prossimo futuro da un terremoto di magnitudo 7 altamente distruttivo. Infatti, facendo riferimento soltanto agli eventi avvenuti in epoca storica, oltre 30 terremoti nell’ultimo migliaio di anni hanno avuto una magnitudo compresa tra 6,5 e 7,4.
Bisogna inoltre considerare che i terremoti riportati nel catalogo storico sicuramente non costituiscono la totalità di quelli effettivamente avvenuti in passato, come dimostra la paleosismologia, scienza che studia i terremoti occorsi nelle ultime decine di migliaia di anni, sulla base delle evidenze lasciate dagli stessi sul terreno.
In aggiunta, per una completa valutazione della pericolosità sismica, oltre agli effetti indotti dallo scuotimento, occorre valutare anche gli effetti direttamente legati alla riattivazione fino in superficie della faglia sismogenetica. Si tratta del fenomeno della fagliazione superficiale che in Italia si osserva tipicamente per terremoti di magnitudo maggiore di 6,0 causando dislocazioni permanenti del terreno, e di tutto ciò che è costruito sopra, da pochi cm fino anche oltre un metro per una lunghezza anche di diverse decine di km. Le faglie che possono riattivarsi fino in superficie producendo fagliazione superficiale sono dette “faglie attive e capaci”. Il database ITHACA [https://sgi.isprambiente.it/ithaca/viewer/index.html] (Italian Hazard from CApable faults, Guerrieri et al. 2015a) è un inventario realizzato da Ispra e fornisce informazioni da letteratura sulle faglie capaci in Italia.
Infine, specialmente nelle aree dove sono attesi terremoti moderati (magnitudo tra 5,0 e 6,0), risulta essere decisiva l’individuazione delle aree dove, le caratteristiche del terreno possono suggerire la possibile occorrenza di amplificazioni locali dell’accelerazione sismica ovvero di effetti geologici di sito indotti dallo scuotimento (p.es [http://p.es]. i fenomeni di liquefazione in occasione della seguenza sismica del 2012 in Emilia-Romagna). L’EEE Catalogue [https://eeecatalogue.isprambiente.it/viewer.php](Earthquake Environmental Effects) è un database realizzato da Ispra (Guerrieri et al. 2015b) che raccoglie le informazioni disponibili in letteratura sugli effetti geologici indotti da terremoti recenti e anche storici. Allo scopo in questi ultimi anni sono diventate sempre più indispensabili le indagini di microzonazione sismica secondo gli indirizzi e criteri [https://www.protezionecivile.gov.it/it/pubblicazione/indirizzi-e-criteri-la-microzonazione-sismica/]definiti dal Dipartimento di Protezione civile che consentono di identificare sulla base delle caratteristiche del sottosuolo: i) zone soggette ad amplificazione locale dell’accelerazione sismica; ii) zone prossime a faglie attive e capaci, potenzialmente esposte al fenomeno della fagliazione superficiale.
In sintesi, se a oggi non è possibile prevedere con certezza quando si verificherà il prossimo terremoto, è comunque noto quali siano le zone più pericolose e cosa sia possibile aspettarsi da una scossa. E quindi è necessario che la progettazione di nuove costruzioni in queste zone, così come l’adeguamento e miglioramento sismico di quanto già costruito, tengano sempre presente non solo le accelerazioni massime attese [http://esse1.mi.ingv.it/] da norma ma anche le conoscenze più aggiornate in materia e dettagliate nel sito specifico.
Guerrieri L., Blumetti A.M., Comerci V., Di Manna P., Michetti A.M. et al. (2015a), "Surface Faulting Hazard in Italy: Towards a First Assessment Based on the ITHACA Database", In G. Lollino, A. Manconi, F. Guzzetti, M. Culshaw, P. Bobrowsky, et al. (eds.) Engineering Geology for Society and Territory, vol. 5, p. 1021-1025, Springer, Cham.
Guerrieri L., Baiocco F., Blumetti A.M., Brustia E., Comerci V. et al. (2015b), "The Italian Catalogue of Earthquake Environmental Effects: a contribute to seismic hazard assessment through the ESI intensity scale", in Proceedings of the 6th INQUA Workshop on Paleoseismology, Active Tectonics and Archaeoseismology, 19-24 April 2015, Pescina, Italy, Miscellanea INGV, no. 27, p. 194-198.