Urbanistica INFORMAZIONI

Ricordando Alex Fubini: Un viaggio attraverso l’urbanistica, l’insegnamento e l’amicizia

Parte del Servizio "Ricordo di Alessandro Fubini"
a cura di Umberto Janin Rivolin, a nome degli amici e colleghi del DIST/Politecnico di Torino

Umberto Janin Rivolin

DIST/Politecnico di Torino

Abstract

Alessandro “Alex” Fubini è stato urbanista e accademico di rilievo, la cui carriera ha intrecciato insegnamento, ricerca e pratica della pianificazione territoriale. Dal Politecnico di Torino, dove ha formato generazioni di studenti, alla partecipazione a progetti urbani e piani regolatori in città come Aosta e Courmayeur, Fubini ha saputo coniugare rigore metodologico e visione strategica. La sua attività internazionale, in collaborazione con università e istituzioni europee, ha promosso lo sviluppo sostenibile, la mobilità urbana e la governance partecipativa. Convinto che la pianificazione debba servire le persone oltre lo spazio fisico, ha integrato ricerca e applicazione pratica, lasciando un’eredità duratura sia nelle città modellate dai suoi piani sia nella comunità accademica che ha ispirato con passione, curiosità e rigore professionale.

Ho conosciuto il prof. Alessandro Fubini, Alex per tutti gli amici, negli anni ‘80 quando studiavo architettura al Politecnico di Torino.
Pur con la sua aria sbarazzina, da eterno ragazzo, era già uno stimato accademico e professionista, profondamente impegnato nella ricerca e nella pratica della pianificazione e dello sviluppo territoriale. A quel tempo stavo ancora formando la mia prospettiva sulla disciplina e i suoi insegnamenti, sia pure indiretti, mi hanno influenzato non poco.
Più tardi, durante il mio master al Corep di Torino, le nostre strade si sono incrociate per davvero. Ricordo la passione con cui parlava di città e di piano, le intuizioni che regalava nelle discussioni sulla pianificazione e il modo in cui collegava senza sforzo i quadri teorici alle applicazioni reali. All’epoca stava lavorando al Piano regolatore generale di Aosta, la mia città natale, un progetto che rifletteva la sua profonda comprensione delle complessità urbane e il suo incrollabile impegno per l’interesse pubblico.
Più tardi, ho avuto il privilegio di lavorare al suo fianco come assistente per la variante del piano di Courmayeur-Val Ferret e Val Veny. È stato in questo periodo che ho iniziato ad apprezzare – malgrado l’approccio solo in apparenza low profile – il suo rigore metodologico, la sua capacità di bilanciare le conoscenze tecniche con una pianificazione urbana visionaria e la sua instancabile dedizione nel garantire che lo sviluppo fosse sempre allineato con le esigenze delle comunità locali.
Nel 1999, quando sono diventato ricercatore al Politecnico di Torino, il nostro rapporto si è trasformato da docente-studente a collega. Da quel momento in poi abbiamo collaborato a lungo, in particolare nel coordinare l’indirizzo di Pianificazione territoriale e sviluppo locale nell’ambito del dottorato di ricerca in Ambiente e territorio.
Non si è trattato solo di una collaborazione professionale ma, seppure i contrasti non siano mancati, di un confronto intellettuale che mi ha spinto a perfezionare le idee e l’approccio alla pianificazione territoriale.

Un urbanista visionario

Alex Fubini non era solo un accademico; era un urbanista che credeva profondamente nel potere trasformativo del piano. Il suo contributo alla ricerca e alla pianificazione territoriale ha attraversato i decenni, superando i confini locali e internazionali. Ha svolto un ruolo significativo nella ricerca sulla pianificazione in Europa, collaborando con istituzioni come la Commissione europea, il governo federale tedesco e molte università del continente, e la sua esperienza nella pianificazione dei trasporti, nella governance urbana e nella mobilità sostenibile è stata riconosciuta a livello comunitario e oltre.
Ciò che lo distingueva era la sua capacità di creare un ponte tra il mondo accademico e la pratica. Non si accontentava di teorizzare sulla pianificazione urbana, ma si impegnava attivamente per dare forma alle città, sviluppare metodologie e influenzare le politiche. Dai suoi primi lavori sulla diffusione territoriale dello sviluppo in Italia al suo coinvolgimento nei piani strategici di città come Aosta, Bardonecchia e Crescentino, le sue impronte sono visibili in numerosi paesaggi urbani.

Un instancabile docente e ricercatore

L’insegnamento è stato parte integrante della vita di Alex. Al Politecnico di Torino ha formato generazioni di studenti – risultando per diversi anni essere il docente più amato dell’Ateneo – promuovendo l’importanza del pensiero critico nella pianificazione urbana e territoriale. I suoi corsi coprivano una vasta gamma di argomenti, dai laboratori di progettazione urbana alla pianificazione dei trasporti e dell’uso del suolo. Il suo contributo alla ricerca e alla pianificazione territoriale è stato prezioso nell’attivazione di vari programmi di master.
Era anche un convinto sostenitore dell’internazionalizzazione dell’istruzione, come testimonia il ruolo attivo che ha svolto nelle attività dell’Associazione delle scuole europee di pianificazione (AESOP) fin dalla sua fondazione. Tra queste, particolarmente rilevante è stato il coordinamento del progetto di rete tematica Improving Planning Education in Europe, istituito dall’AESOP nel 1997 con il sostegno della Direzione generale per l’istruzione e la cultura della Commissione europea. Inoltre, in qualità di visiting professor presso istituzioni come l’Institut d’Urbanisme de Paris e la Newcastle University, ha favorito lo scambio di idee oltre confine, interessando studenti e studiosi ai diversi modelli di pianificazione urbana che proponeva.
Oltre all’insegnamento, la produzione di ricerca di Alex è stata davvero considerevole. Il suo lavoro sulla mobilità urbana, la pianificazione territoriale e lo sviluppo delle infrastrutture ha influenzato le discussioni politiche a livello nazionale e internazionale. Il suo coinvolgimento in programmi di ricerca nell’ambito delle iniziative Civitas, Leonardo e Interreg dell’Unione europea testimonia il suo impegno per rendere le città più sostenibili ed eque.
Alex era convinto che la pianificazione urbana non riguardi solo lo spazio fisico, ma anche le persone, la governance e la visione a lungo termine. La sua ricerca sul planning gain, sugli strumenti di valutazione e sull’integrazione delle valutazioni ambientali nelle strategie urbane ha messo in luce la sua profonda comprensione delle dinamiche dello sviluppo urbano.

L’uomo dietro il lavoro: un’eredità duratura

Ma Alex era molto di più dei suoi risultati professionali. Aveva un intelletto acuto, la battuta pronta e un profondo senso di curiosità che rendeva le conversazioni con lui stimolanti e piacevoli. Talvolta poteva apparire indolente, ma era sempre assai generoso nel concedere il suo tempo e le sue conoscenze.
Una delle cose che ammiravo di più di lui era la sua capacità di rimanere con i piedi per terra nonostante i numerosi impegni. Non ha mai perso di vista l’aspetto umano della pianificazione, sostenendo sempre politiche inclusive e ben ponderate che servissero le comunità piuttosto che i soli interessi politici o economici. Abbiamo condiviso molte discussioni, dibattiti e, a volte, disaccordi.
Ma nonostante tutto, ho sempre saputo che la sua prospettiva era radicata in una profonda e incrollabile fede nel potere del piano di migliorare la vita delle persone.
Guardando indietro, mi rendo conto di quanto devo ad Alex, non solo in termini di conoscenze, ma anche per il modo in cui ha contribuito a formare il mio approccio alla pianificazione. La sua scomparsa è una perdita enorme, non solo per coloro che lo conoscevano personalmente – prime fra tutti Josette, la sua compagna di vita, e le figlie Alessandra e Flavia – ma per l’intera comunità accademica e professionale. Tuttavia, le città che ha pianificato, gli studenti che ha ispirato e la ricerca a cui ha contribuito continueranno a influenzare la pianificazione urbana e territoriale per gli anni a venire.
Per me e per i colleghi del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio (DIST) del Politecnico di Torino, Alex Fubini sarà sempre più di un ex professore, collega o mentore.
È stato una guida, un collaboratore e, soprattutto, un amico.

Pubblicato il 25 marzo 2025