Urbanistica INFORMAZIONI

#ProgettoItalia

Non solo periferie, ma anche centri storici grandi e piccoli in differenti stati di conservazione e pressioni d’uso, aree industriali e complessi pubblici dismessi o in via di dismissione, borghi rurali in spopolamento, quartieri urbani in progressiva trasformazione sociale, luoghi diversi quanto diversi sono i paesaggi e le culture, le persone e i bisogni, le tradizioni e gli usi, i degradi e le eccellenze, le inerzie e le innovazioni, in un’Italia che ha bisogno di progetti. Il consolidamento dei canoni della smart city, la completa affermazione dei princìpi del contrasto allo spreco energetico e al consumo di suolo, la progettazione integrata urbana sostenibile come metodo d’attuazione delle politiche urbane, le agende nazionali (mezzogiorno, città metropolitane, aree interne) in risposta alla strategia Europa 2020, la costituzione di nuovi soggetti operativi (Italiasicura, Agenzia per la Coesione), sono componenti diverse di una comune intenzione di agire nelle nostre città per renderle più belle, accoglienti, sostenibili e dense di opportunità.
La qualità urbana auspicata attiene al decoro e alla sicurezza, comprende partecipazione civica, partenariato pubblico-privato, raccordo con gli strumenti di programmazione degli enti beneficiari, valore aggiunto nella sinergia fra progetti che utilizzano differenti fondi di finanziamento, pre-verifiche di fattibilità degli interventi, messa a sistema di un modello di valutazione e monitoraggio in grado di garantire efficienza ed efficacia in tutte le fasi dei programmi, e infine anche il ricorso a mappe, telai e rappresentazioni meta-progettuali, masterplan che guardano contemporaneamente a risorse ambientali, qualità architettonica e innovazioni tecnologiche (smartgrid, agenda digitale).
Se negli anni Novanta del secolo scorso il Paese ha sperimentato diversi strumenti per la riqualificazione urbana, non ha ancora rinnovato la disciplina e l’ordinamento in materia urbanistica. Soprattutto non si sono tradotte in processi e strumenti urbanistici ordinari le pratiche migliori e i saperi che permettono di affrontare unitariamente la riqualificazione di alloggi privati e spazi pubblici, di edifici, piazze e giardini, coordinando le politiche nella convergenza di obiettivi con la quale affrontare la complessità degli aspetti sociali, economici e fisici delle nostre città.
Le esperienze indicano fra le maggiori criticità una carente dotazione di progettualità della sfera pubblica e la scarsa capacità di spendere le risorse disponibili, la farraginosità delle procedure, un complicato quadro normativo e la tendenza alla settorializzazione. In questo quadro va letto il Bando per la presentazione di progetti da candidare al Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia (Dm del 25 maggio scorso pubblicato in G.U. S.G. 127 del 01/06/2016), un’opportunità rilevante per il sistema delle città italiane in tema di politiche urbane.
Quel che si auspica è l’avvio di un processo che permetta alle città italiane di dotarsi di idee sostenute da concretezza, da realizzarsi bene e in tempi certi. In altri termini, è possibile impiegare le risorse previste per costituire un “parco progetti” maturo e valido per tutte le opzioni (ordinarie e straordinarie) di programmazione economica. È questo un modo per portare la pubblica amministrazione ad esercitare un “pensiero competente” al servizio dei cittadini, mentre le comunità si metterebbero in gioco inseguendo innovazione e sostenibilità urbana, e la politica si riapproprierebbe delle funzioni di indirizzo e di scelta. Si potrebbe tentare la messa a sistema di progetti già disponibili con sperimentazioni che permettano di verificare le innovazioni strutturali da apportare alla disciplina urbanistica per promuovere misure materiali e immateriali di trasformazione sostenibile: nuovi standard anche per garantire sicurezza idrogeologica e sismica, bonifiche e prestazioni eco-sistemiche dei suoli, riqualificazione energetica estesa ad ambiti urbani, ri-urbanizzazione degli ambienti urbani inadeguati alla pressione dei cambiamenti climatici e riconversione ecologica degli spazi non costruiti, misure di animazione sociale e per l’occupazione giovanile, revisione della fiscalità locale e sostegni agli investimenti (come detrazioni per la riqualificazione energetica e fondi di rotazione per la trasformazione di beni produttivi dismessi), modalità gestionali di un rinnovato welfare.
A differenza della tradizionale rincorsa ai finanziamenti con piani e progetti immediatamente utilizzabili, spesso dovendo rinunciare a intervenute e diverse priorità programmatiche e di risposta a effettivi bisogni, il cambiamento auspicato porta al centro dell’investimento tecnico e istituzionale lo studio di fattibilità al contempo urbanistico, finanziario e amministrativo, nel quale sono integrati i parametri della qualità sociale ed economica degli interventi: uno strumento che permette di misurare la capacità di allocare risorse e praticare la cooperazione nella filiera pubblica, considerando le differenze del policentrismo italiano quale ossatura stabile per il progressivo consolidamento di strategie urbane diffuse, ordinarie, aderenti ai contesti, monitorabili.
In questo modo, si svilupperebbe nel tempo un processo di pianificazione differenziato ed interrelato, una “filiera corta” anche in campo urbanistico, efficace e basata su rapporti di cooperazione e condivisione, su approcci multiscalari, su patti e accordi integrati in piani e progetti, andando a coprire un livello fondamentale che preordina il passaggio dalla pianificazione alla pratica edilizia. Si tratta di quell’ultimo miglio dove si rappresentano e si riorganizzano gli spazi nei quali viviamo, all’adeguata scala per apprezzare la tridimensionalità dell’urbanistica, percepire qualità materiali e immateriali della città, collegare la tutela dei patrimoni culturali e delle risorse ambientali vitali (aria, acqua, suolo e sottosuolo) alla riabilitazione urbana che comprende l’ammodernamento della rete hard dei sottoservizi e l’impianto della rete soft dei servizi tecnologicamente avanzati.
La possibilità di rendere economicamente praticabili e sostenibili interventi di riqualificazione urbanistica e socio-economica, non solo delle aree dismesse o sottoutilizzate ma di tutte le parti di città che richiedono una diffusa riorganizzazione, costituisce non solo la condizione necessaria per garantire la concreta limitazione al consumo dei suoli liberi, ma anche l’unico mezzo per ridare fiducia alla pratica irrinunciabile della progettazione urbanistica, avvicinando cittadini e istituzioni, ricerca, impresa, professioni.
L’Inu segue le vicende urbanistiche del Paese favorendo la sperimentazione e valutando le esperienze a sostegno di trasparenza, efficacia, equità e tempestività della pianificazione, uno degli strumenti, non l’unico ma rilevante, a disposizione del governo pubblico per declinare la tutela del sistema urbano italiano in produzione di reddito e di occupazione, incremento di capitale sociale, manutenzione e generazione di patrimonio culturale.

Data di pubblicazione: 7 agosto 2016