Urbanistica INFORMAZIONI

Paesaggio

Paesaggio è la “parte di territorio, così com’è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni” (Convenzione europea del Paesaggio 2000). Nel 2005 Raffestin ricordava come questa definizione mettesse al centro della riflessione “la realtà materiale percepita” dagli abitanti e dai viaggiatori: il paesaggio diventa tale soltanto dopo un intervallo di tempo più o meno lungo, in modo da permettere che si strutturi la relazione tra alcuni caratteri territoriali e lo sguardo di un soggetto capace di rappresentarli. Questa concezione mette in risalto il ruolo centrale del paesaggio come costruzione sociale identitaria di una comunità di individui, ovvero come rappresentazione comune di un territorio, fondamento dell’identità collettiva e del significato attribuito ai luoghi. Il paesaggio rappresenta la base del radicamento territoriale che consente all’uomo di ricostruire i legami con il territorio e spiega la crescente domanda di paesaggio rintracciabile nella società europea, un processo di riappropriazione da parte delle popolazioni dell’ambiente di vita, ma anche di ri-ordino e di strutturazione di elementi, simboli e sistemi per provare a definire traiettorie di sviluppo per il benessere, la sostenibilità e la resilienza.
Il paesaggio è trasformazione, è progetto che ci consente di leggere la cultura dei luoghi o dei non-luoghi, di interpretare l’evoluzione storica del rapporto tra elementi naturali e artificiali. Il paesaggio è forma e rappresentazione visibile di una cultura, un medium che ci aiuta a interpretare i mutamenti culturali, etici e sociali che hanno attraversato i territori dalla metà del XIX secolo. L’origine della sensibilità sociale per il paesaggio situa dalla metà dell’Ottocento come reazione ai grandi cambiamenti legati ai processi di industrializzazione e di urbanizzazione conseguenti, oltre che alle immagini di poesia, letteratura e pittura legate alle nuove possibilità di viaggiare e fruire il territorio, rappresentazioni che hanno contribuito a costruire nell’immaginario i paesaggi.

Questa sensibilità per il paesaggio è stata diversamente declinata sul piano politico, istituzionale e di gestione. In Olanda, Gran Bretagna, Germania e Austria le politiche per il paesaggio muovono dalla conservazione e gestione del territorio agricolo, segnatamente rivolte a promuoverne la produttività e preservarne la diversità e la qualità estetico-percettiva. Infatti nelle suddette lingue di origine indoeuropea i termini landschap, landscape, landschaft contengono la radice land, cioè la terra. Dalla gestione del territorio rurale si sviluppa un’attenzione specifica per la sua tutela e pianificazione attraverso un progetto multiscalare che, a partire dalle strategie di organizzazione e gestione del paesaggio rurale, ha pervaso il governo del territorio, trovando riferimento in un approccio operativo. Quest’approccio si riflette oggi in politiche integrate di tutela, pianificazione e gestione, oltre che in azioni di accompagnamento del progetto che trovano riferimento nella costruzione di banche dati, linee-guida e nell’individuazione di risorse economiche (finanziamenti, sovvenzioni, sgravi fiscali) per l’attuazione.

Nella cultura centro-mediterranea, paesaggio discende da pagus, il cippo conficcato nel terreno per segnare un limes, un confine tra due proprietà. Da pagus deriva pagensis, radice di paese, luogo costruito, distinguibile per struttura, forma e funzione dal resto del territorio. In questa prospettiva paesaggio è il modo con cui l’uomo abitata e organizza la terra. Alla radice terminologica di paese (luogo costruito) corrisponde in Italia e in Francia un’azione per il paesaggio che muove dalla protezione del patrimonio.
Dunque landschaft e pagensis, evocano visioni contrapposte di territorio e di paesaggio come sua rappresentazione, oltre che diversi modelli di pianificazione, gestione e progetto.

Oggi la questione del paesaggio investe i rapporti tra società e territorio e mette in risalto le principali contraddizioni legate allo sviluppo economico e sociale, rivelandone l’intrinseca insostenibilità; pone inoltre in luce alcuni rischi relativi alla sopravvivenza del patrimonio naturale e culturale e attenzione alle sfide per il futuro del territorio e la qualità di vita: il cambiamento climatico, le questioni ambientali e dei servizi eco-sistemici culturali, il rischio e la resilienza, la salute e il benessere.
Il paesaggio è quindi terreno di confronto per la cultura del territorio (Gambino 2015) e richiede una critica radicale ai modelli di sviluppo per affrontare le sfide contemporanee, ma anche una concreta consapevolezza progettuale che la pianificazione paesaggistica mostra di cogliere in modo diverso, riconoscendo l’indissolubile legame tra paesaggio e progetto. Ogni piano e ogni progetto del territorio, come ogni politica di settore hanno esigenza di trovare “senso paesaggistico” (Peano 2011: 4) e il paesaggio deve essere componente strutturale del progetto urbanistico alle diverse scale. In questa direzione, si richiede all’urbanistica una forte consapevolezza e uno sforzo di innovazione anche della stessa pianificazione paesaggistica.

Riferimenti

Gambino R. (2015), “Introduction: Reasoning on Parks and Landscapes”, in R. Gambino, A. Peano (Eds.), Nature Policies and Landscape Policies. Towards an Alliance, Springer, Dordrecht, pp. 1-21.
Peano A. (a cura di), (2011), Fare paesaggio. Dalla pianificazione di area vasta all’operatività locale, Alinea, Firenze.
Raffestin C. (2005), Dalla nostalgia del territorio al desiderio di paesaggio, Alinea, Firenze.

Data di pubblicazione: 27 novembre 2022