Urbanistica INFORMAZIONI

L. Grandi e S. Tettamanti, a cura di, Hai voluto la bicicletta. Il piacere della fatica, Sellerio, 2015.

Una ruota di 2.140 caratteri

“Il paesaggio è l’elemento che distingue il ciclismo dagli altri sport”. L’affermazione di Grandi e Tettamanti chiarisce un ulteriore utilizzo. Oltre il piacere della fatica, pedalare è utile anche agli urbanisti mentre il giornale francese “Le Vélo” nel 1892 sottotitolava “Il ciclismo non è uno sport; è un beneficio sociale”.
Nell’antologia, Oriani, Brera, Buzzati, Soldati, Vergani, Mura e altri importanti narratori completano l’evento sportivo dei Binda, Bartali, Coppi, Gaul con il principale carattere dove rapidamente passa la corsa. Il territorio si trasforma con l’abitare umano ma dalla sella di una Colnago o di una Legnano come dentro il gruppo o nella fuga si capiscono caratteri e peculiarità dell’ambiente e della società che sarebbe necessario conoscere di più per migliorare la qualità della vita nelle nostre città.
I resoconti trattano le percezioni dei luoghi più dettagliatamente di molti piani paesaggistici o di studi sociologici. Ci sono scritti che esalano l’odore acre del sudore emanato dal gruppo di corridori nelle verdi gallerie dei boschi. Alcune pagine emettono il ronzio intenso delle biciclette che sciamano a pochi centimetri una dall’altra lungo i lati dei fiumi. Pare anche di soffrire il dolore delle mani che faticano a serrare il manubrio gelato dalla neve nei possenti passi alpini. Poi c’è il sapore della pioggia mischiata al fango infernale che cola nelle smorfie della fatica per stare in piedi sul Crostis o sul Colle delle Finestre. Certi racconti fanno vedere “la classe nel ciclismo definita dalla posizione che il corridore assume sul suo strumento di lavoro” sull’asfalto irregolare dei Pirenei o tra le micidiali fessure della Parigi Rubaix.
I corridori interpretando il paesaggio. Le prestazioni sofferenti o strabilianti lo restituiscono agli spettatori-abitanti aggiornandolo al tempo in cui l’evento si svolge. Uno per tutti lo compila Marco Pastonesi. “Fino al 1990, per il ciclismo il Mortirolo non esiste. È un luogo della Resistenza: nell’aprile 1945 diventa il teatro di battaglie mortali tra nazisti e partigiani. Dalle Resistenza dei partigiani alla resistenza dei ciclisti ...”

Data di pubblicazione: 21 febbraio 2016