Urbanistica INFORMAZIONI

Infrastrutture verdi e blu

Le interpretazioni urbane e territoriali degli ultimi decenni hanno preso atto di quanto e come lo spazio fisico e sociale sia attraversato da flussi e dinamiche di natura molto diversa dal passato, mettendo in tensione i concetti consolidati di infrastruttura e rete di fronte ai cambiamenti climatici, alle domande incomprimibili di salute e benessere, alla pervasività di un metabolismo urbano e territoriale dissipativo, ai processi crescenti di marginalizzazione e impoverimento sociale ed economico. Questo cambio di passo suggerisce di andare oltre il riduzionismo funzionalista e la settorialità della dimensione ecologica e delle sue reti, sollecitando un aggiornamento profondo dei concetti di connettività e accessibilità, nel movimento incessante tra dispersione reticolare e prossimità vecchie e nuove.
Il progetto urbanistico è chiamato a declinare diverse e pertinenti forme di isotropia, capaci di intercettare anche le asimmetriche e mutevoli domande sociali ed economiche di spazi aperti di qualità, combinando i diversi gradienti della tutela di una ‘natura naturale’ con la conquista di forme differenziate di naturalità addomesticata negli spazi urbani e periurbani attraverso soluzioni nature based, sempre più estese in questa lunga e sussultoria fase di transizione.
Il campo fertile della ricerca, dei progetti urbanistici, delle politiche urbane e delle pratiche sociali ha visto così maturare un’accezione complessa delle reti ambientali come telaio multidimensionale e multiscalare della metamorfosi resiliente e paesaggisticamente orientata delle città e dei territori contemporanei.
Una concatenazione di luoghi e valori senza soluzioni di continuità in cui si incrociano esigenze di salvaguardia dettate dall’applicazione di norme nazionali e la crescita del protagonismo comunale e della cittadinanza attiva, sostenute dai nuovi orientamenti legislativi, regolamentari e programmatici europei, nazionali e regionali soprattutto dell’ultimo decennio.
Questa prospettiva affida alla dimensione integrata delle Infrastrutture verdi e blu (Ivb) la capacità di triangolare campi diversi dell’azione pubblica e privata, favorendo le interazioni e le complementarietà di attori, progetti e risorse in specifici scenari spaziali e temporali. In questo quadro in evoluzione, il ruolo delle Ivb va inteso allo stesso tempo come:
- sistema dinamico e resiliente di adattamento alla molteplicità di rischi ambientali, amplificati dai cambiamenti climatici a scala planetaria e urbana;
- serbatoio diffuso, crescente e orientato per la produzione di servizi ecosistemici e il contrasto attivo e compensativo delle criticità prodotte dal consumo di suolo;
- contesto primario di riferimento per la riorganizzazione del metabolismo urbano e dei cicli di vita delle risorse (in primis acqua, suolo, dotazioni vegetali, rifiuti, energia);
- telaio incrementale della nuova città pubblica connotata da elevate capacità performative dal punto di vista paesaggistico ed ecologico-ambientale, a cui si associano processi di capacitazione sociale ed economica.Le Ivb si configurano come concatenazione potenzialmente sinergica di componenti materiali e immateriali diversamente miscelate e integrate:
- Corpi idrici e infrastrutture tecniche del drenaggio urbano e territoriale da conformare per la coesistenza dinamica città-acque, la mitigazione e l’adattamento al rischio idrogeologico e idraulico, la ritenzione e il riciclo delle risorse idriche.
- Suoli permeabili o da desigillare e paesaggi vegetali (foreste, boschi, aree agricole, parchi e giardini, filari, macchie arboree, vegetazione ripariale, fino alla grana minuta delle aree pertinenziali, delle water square e dei rain garden) capaci di garantire la produzione di servizi ecosistemici, tra cui il ripascimento delle falde, il governo dei processi di evapotraspirazione, lo stoccaggio del CO2, il miglioramento delle condizioni microclimatiche urbane (a partire dalle ‘isole di calore’), della qualità dell’aria e della ventilazione urbana.
- Spazi di ‘scarto’ (suoli e corpi idrici inquinati, aree incolte e marginali, aree industriali dismesse, ecc.) da bonificare e rinaturare.
- Strade e sottoservizi da adeguare alle attuali e future domande di spazi per la mobilità dolce, infrastrutture per la ritenzione, lo smaltimento e il riciclo delle acque, infrastrutture energetiche e digitali.
- Spazi pubblici di qualità paesaggistica per l’identità, la vita sociale e la sicurezza dei territori e delle comunità.
- Luoghi materiali e immateriali di convergenza di azioni multiattoriali per la riappropriazione sociale e la creazione di accordi collaborativi e pattizi relativi alla gestione di beni comuni.
- Filiere innovative dell’economia urbana legate al riciclo e all’economia circolare, interrelate alla produzione e gestione dei beni comuni ricompresi nelle Ivb (acque, suoli, verde, rifiuti, energia, mobilità dolce, welfare).Tutto ciò mette in tensione la strumentazione, le procedure, le norme e le forme di organizzazione della Pubblica Amministrazione. Sollecita infatti una convergenza e complementarietà di risorse pubbliche a tutte le scale, l’attivazione di premialità urbanistiche e fiscali indirizzate all’obiettivo a cui far corrispondere specifici ‘centri di costo’ a livello locale, la sollecitazione di una nuova geografia di attori sociali e imprenditoriali e di strumenti pattizi e partenariali, una governance multilivello e una riorganizzazione interna delle strutture pubbliche per obiettivi, la riorganizzazione delle filiere dei piani dalla scala vasta a quella comunale per garantire l’efficacia e il governo dell’azione pubblica e privata.

Data di pubblicazione: 19 febbraio 2023