La manovra finanziaria del Governo Monti ha introdotto un nuovo tributo: l’imposta patrimoniale sugli immobili (Imu), che sostituisce la vecchia imposta sugli immobili e vale più del doppio della vecchia Ici.
La nuova imposta è però “municipale” solo nel nome, perché – nonostante gli aumenti rispetto alla vecchia Ici – non porterà risorse aggiuntive nei bilanci dei Comuni anzi, tenuto conto dei tagli alle risorse, i Comuni avranno nel loro bilancio solo il 73% del gettito della vecchia Ici, nonostante il prelievo immobiliare ammonti ad oltre il doppio (il 133% rispetto all’Ici 2011).
Infatti, una buona parte del gettito è riservata allo Stato (oltre il 40% del totale previsto con l’applicazione delle aliquote di base indicate dalla legge) e inoltre i Comuni non possono ricevere più della vecchia Ici attraverso forme di compensazione con i trasferimenti statali.
I Comuni sono dunque costretti a richiedere ai propri cittadini un’imposta di molto superiore alla vecchia Ici, per sostenere il deficit pubblico in generale e senza che ciò comporti un centesimo in più per le proprie risorse. Per il 2012 quindi i Comuni perdono risorse per un ammontare del 27,2% della vecchia Ici, mentre il prelievo immobiliare complessivo è più del doppio rispetto a quello 2011 (aumenta del 133%). Oltre tutto, i Governi attuale e precedente hanno deciso ulteriori tagli ai bilanci dei Comuni che nel solo 2012 è pari ad una riduzione del 18% delle risorse trasferite.
Di fatto, tutti i Comuni italiani, a seguito di questa macchinosa previsione si trovano ad affrontare una situazione di estrema difficoltà: lo Stato, che già negli anni precedenti ci aveva imposto pesanti sacrifici, con quest’ultima manovra sull’Imu, ha reso ancora più precari i bilanci locali e con essi la possibilità di continuare ad erogare servizi essenziali alla cittadinanza.
I Comuni sono consapevoli della grave crisi che il Paese sta attraversando, non vogliono sfuggire alle loro responsabilità, né scaricarle su altri. Il contatto quotidiano dei Sindaci con i problemi reali dei cittadini, delle famiglie e delle categorie economiche li porta ad affrontare sul campo molte delle complesse questioni che ostacolano la fuoriuscita dell’Italia da questa crisi drammatica. Tuttavia, i Comuni italiani, diversamente da altre pubbliche amministrazioni, hanno già dato un grande apporto al contenimento del debito, risultando negli ultimi dieci anni il settore pubblico più efficiente e meno “sprecone”.
Molti Comuni di fronte alla gravità della penuria di risorse dovranno ricorrere all’unico strumento a disposizione: la revisione delle aliquote dell’Imu e dell’addizionale comunale all’Irpef. Gli aumenti che in queste settimane sono in discussione presso molte Amministrazioni locali sono il risultato delle scelte governative che si sono aggiunte ai vincoli sui pagamenti e sull’assunzione di mutui per investimenti, impedendo la ripresa delle economie locali senza riguardo per la situazione effettiva del bilancio di ciascun Comune.
I Comuni che saranno costretti a dar corso ad ulteriori aumenti del prelievo fiscale, secondo principi di equità e di proporzionalità, lo faranno per sostenere servizi pubblici essenziali nella vita delle comunità locali, dagli asili nido alle scuole materne, dalle mense scolastiche ai trasporti pubblici, ai servizi per anziani.
Per tutti questi motivi l’Anci ha lanciato una campagna informativa rivolta ai cittadini che hanno il diritto di sapere, quando pagano una imposta, a chi va a finire il gettito e per che cosa vengono utilizzati i soldi.
È ora che il Governo si renda conto che la ripresa economica dell’Italia passa per la vicinanza dei Comuni italiani con i problemi dei cittadini e per la loro capacità di fare investimenti utili per le comunità che amministrano.
Inoltre, nelle prossime settimane l’Anci e tutti i Comuni si adopereranno per pubblicizzare le regole di calcolo dell’Imu e semplificare gli adempimenti cui sono chiamati tutti i possessori di immobili (abitazioni, uffici, negozi, e ogni tipo di fabbricato o terreno).
L’Imu include nella tassazione anche le abitazioni principali (quelle in cui il proprietario ha la sua dimora), che dal 2008 sono state escluse dall’Ici, e si calcolerà sulla base di valori imponibili che aumentano considerevolmente il prelievo.
Il prossimo 16 giugno scade il termine per il pagamento della prima rata dell’Imu ad aliquota di base, eventuali variazioni verranno prese in considerazione in occasione del conguaglio nel mese di dicembre.
I Comuni e l’Anci continueranno ad operare con tutte le energie possibili e siamo pronti alla mobilitazione. Il 24 maggio a Venezia, dove è prevista la riunione del Consiglio nazionale dell’Associazione , scenderemo in piazza. Vogliamo coinvolgere tutta la società civile, i sindacati, le imprese, e le altre forze del Paese, per spiegare ai cittadini da dove arrivano le difficoltà dei nostri bilanci, per costruire una grande alleanza per la crescita.