Il riconoscimento della complessità e della varietà delle forme e degli insediamenti urbani, al centro della Conferenza Nazionale Habitat III, sostiene la Dichiarazione di Quito (2016), con cui si vuol rafforzare l’impegno mondiale sul tema dell’urbanizzazione sostenibile. Il Rapporto Italiano conferma che, “nel corso della storia moderna, l’urbanizzazione è stato uno dei principali motori di sviluppo e di riduzione della povertà”.
L’Accordo di Partenariato Italia 2014/2020 definisce drivers per la “co-progettazione strategica di azioni integrate di sviluppo sostenibile”.
Avanza la crescita digitale, strategia che sostiene la costruzione di “un nuovo genere di bene comune: infrastrutture tecnologiche e immateriali che mettano in comunicazione persone e oggetti, integrando informazioni e generando intelligenza”.
Connettere l’Italia è la strategia nazionale che promuove innovazioni di processo e di prodotto, per migliorare la qualità del ciclo di progettazione e realizzazione di nuove infrastrutture “snelle”, razionalizzando e migliorando la ripartizione delle risorse pubbliche.
La Struttura di Missione Italia Sicura si è dotata di un piano nazionale 2015/2020 contro il dissesto idrogeologico.
La Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile è lo “strumento principale per la creazione di un nuovo modello economico circolare, a basse emissioni di CO2, resiliente ai cambiamenti climatici e agli altri cambiamenti globali causa di crisi locali”.
Nella stessa direzione va la Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che, fra le varie azioni, indica non solo la formazione di specifici Piani di adattamento urbani, ma anche la necessità di “verificare le previsioni degli strumenti di governo del territorio vigenti al fine di riconsiderare e variare previsioni insediative e infrastrutturali prevedibilmente esposte ad impatti climatici”, con ciò indicando alla necessaria riforma urbanistica da intraprendere una strada correttiva che ancora si stenta a riconoscere come imprescindibile.
L’innovazione di approccio e di visione struttura il Piano della Portualità e della Logistica, che “intende favorire la crescita economica del Paese attraverso il rafforzamento della competitività del sistema portuale e logistico italiano, tramite una strategia integrata, con azioni da compiere sia nei porti sia sulla loro accessibilità – da mare e da terra – al fine di potenziare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e negli scambi internazionali”.
Un piano a lungo termine e a tutto tondo, per la riqualificazione di città e territori, è la sostanza di Casa Italia, con il quale si intendono integrare strumenti e interventi, saperi esperti, risorse.
Un processo vivo di elaborazioni condivise è la caratteristica del Masterplan per il Mezzogiorno, che attinge dai capitali urbani, sociali, culturali e produttivi locali per traiettorie di sviluppo, che comprendono investimenti su istruzione e formazione, oltre all’innovazione della filiera pubblica di governo e del tessuto imprenditoriale.
Con il c.d. bando periferie, si è concretizzata un’opportunità rilevante in tema di politiche urbane, nella convergenza di obiettivi con la quale affrontare la complessità degli aspetti sociali, economici e fisici delle nostre città.
Il Rapporto dal Territorio 2016 dell’INU offre dati (volume 1), scenari (volume 2) e materiali (volume 3), che contribuiscono a dare una visione del Paese e del cambiamento, tanto veloce quanto strutturale, di ogni condizione nota: forme urbane, capacità di adattamento di popolazione e insediamenti, confini, modalità e strumenti di governo.
Un quadro che attiene al percorso dedicato al rinnovo della disciplina urbanistica, di cui l’INU si occupa, a partire dai punti fermi del Progetto Paese del nostro XXIX Congresso (Cagliari, 2016), per declinare, nel programma che ci siamo dati, proposte operative: i progetti per il Paese.
Le Commissioni di studio e i Gruppi di lavoro hanno sempre contribuito agli approfondimenti disciplinari che hanno permesso al nostro Istituto di adempiere ai compiti statutari, contribuire al dibattito, definire proposte.
L’appartenenza all’INU è caratterizzata anche dal senso che permea una comunità culturale, aperta e fattiva, ancor di più in un periodo storico, come quello in cui stiamo vivendo, nel quale approcci e metodi molteplici portano a costruire nuove comunità, cooperative e responsabili, più o meno tecnologicamente avanzate, aderenti ai contesti, impegnate per il successo sociale affidato alla riqualificazione delle città.
Nel progressivo degrado fisico della città, nella polverizzazione della collettività, abbiamo visto integrarsi e a volte sostituirsi al complesso delle sensazioni associate all’urbanità, l’insieme percettivo derivante dalla parola “comunità”, che comprende sicurezza, identità, prossimità. A queste domande può rispondere l’urbanistica, rinnovata nei suoi processi e nei suoi strumenti, ma stabile nei suoi fini, a protezione degli interessi di tutti e di ognuno, a difesa della qualità degli spazi nei quali viviamo, nei quali cerchiamo anche la bellezza, mai estranea ai sentimenti di armonia, amicalità, ordine, pulizia.
La ricerca paziente e costante delle innovazioni in grado di integrarsi nei valori da conservare e proiettare al futuro sta alla base delle comunità di lavoro istituite dall’INU per declinare in progetti le tesi congressuali 2016. La varietà e la ricchezza culturali, disciplinari e operative di cui dispone il nostro Istituto permettono elaborazioni distinte ma coerenti e correlate, coinvolgendo tutti i soci, aprendosi alle collaborazioni e alle convergenze degli interessi culturali di altri soggetti, per interagire in un dibattito utile a restituire all’urbanistica quel senso che Astengo nel 1951 (Urbanistica, n. 7) definì con parole immodificabili: “L’Urbanistica non è soltanto dottrina o scienza pura, né solo arte, né fredda tecnica o semplice prassi; è l’uno e l’altro assieme, è cultura, nel più completo senso della parola, è vita, vissuta o sognata”.