Clima, sostenibilità, infrastrutture, parole chiave che da sempre accompagnano la vita comune dei cittadini, il governo del territorio degli amministratori e l’approfondimento disciplinare degli urbanisti. Parole chiave che nel tempo hanno assunto significati diversi e accentuazioni diverse e che oggi rivestono una importanza strategica per il futuro locale e globale.
L’accordo di Parigi Cop 21 del 2015 e la Conferenza Habitat III di Quito 2016 pongono in stretta relazione i trend demografici, i processi di urbanizzazione e il tema energetico che riassume anche le sfide sulla riduzione delle emissioni, la tutela e gestione delle risorse idriche e dei rifiuti. Una agenda urbana che costringe tutti ad assumere responsabilità di governo attraverso strategie di sviluppo che adottino e rispettino standard ambientali, economici e sociali.
L’INU con due importanti appuntamenti in programma prima e dopo l’estate: il 2° Festival delle Città Metropolitane, a Napoli dal 5 al 9 luglio, dal titolo “Territori competitivi e progetti di reti: innovazione – governance – integrazione”; “Urbanpromo green”, a Venezia il 21 e 22 settembre ,articolato in 5 macro temi: smart and sustainable mobility; il verde infrastruttura delle città; il metabolismo urbano; l’energia l’acqua e la città; città sicure e sostenibili, affronta si concentra e attira l’attenzione sui compiti del nostro Paese nella costruzione dell’Agenda Urbana.
Due appuntamenti con un format diverso: un festival di incontro e scambio di esperienze e promozione di strategie e un convegno/seminario scientifico che mettono al centro i flussi di persone e merci, di energia e dati, i flussi materiali e immateriali, che attraversano le nostre città e i nostri territori, riconoscendo nelle infrastrutture “verdi e blu” il telaio che si innesta e rapporta con le infrastrutture “grigie” della mobilità veloce e lenta del trasporto stradale e dell’energia.
Due appuntamenti che a partire proprio dall’obiettivo delle città metropolitane, insito nella ragione stessa che le ha istituite, “promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione” dentro una prospettiva di “sviluppo strategico del territorio metropolitano” intendono studiare e proporre di investire sulle reti come una componente qualificante e trainante per costruire territori sempre più competitivi a scala nazionale e internazionale, ma anche qualificati dal punto di vista ambientale, dell’abitabilità e della coesione sociale.
Un percorso di approfondimento dell’Agenda Urbana Nazionale che si incrocia con il finanziamento, da parte del Governo, di due programmi straordinari di intervento, dei quali il primo destinato alla riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, che sarà finanziato per circa800 milioni di euro con risorse a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, e il secondo, per le aree urbane degradate, i cui progetti sono in fase di valutazione. Una attenzione infrastrutturale che pur con tutti i suoi limiti riconosce la necessità di governare aree metropolitane e aree interne in un disegno unitario in cui le reti della mobilità, dell’energia delle comunicazioni in diretta relazione con le reti ambientali diventano il progetto di sviluppo sostenibile con al centro il territorio.
È ancora troppo vicino il terremoto per dimenticare la necessità di avviare una forte discontinuità dalle politiche e azioni che hanno caratterizzato per decenni il governo del territorio nel nostro paese. Una discontinuità che consiste nell’affiancare alla gestione dell’emergenza un programma che sappia distendersi nel medio e nel lungo periodo garantendo nel contempo soluzioni temporanee e interventi di messa in sicurezza del territorio delle infrastrutture e degli edifici. Il programma nazionale di prevenzione e di messa in sicurezza “Casa Italia”, che sta operando attraverso nuove azioni e risorse, necessita ancora di chiare linee guida e una regia complessiva capace di integrare i tutti gli aspetti dello sviluppo sostenibile.
Il percorso intrapreso dall’INU intende cogliere il potenziale rappresentato dagli accordi internazionali per lo sviluppo 3030, che significa comprendere che migliorare le capacità tecniche di pianificazione e gestione delle città non riguarda solo una migliore infrastrutturazione tecnologica, ma richiede un ripensamento comune di politiche, piani e azioni mirato all’individuazione di un nuovo modello di sviluppo territoriale, con un coordinamento dei diversi livelli di governo centrale e locale, che sappia frenare i processi di espansione insostenibili e curare le fragilità ambientali e sociali dei territori.