Si è conclusa a Roma, con un bilancio ampiamente positivo, la prima Biennale dello spazio pubblico promossa da INU (Istituto Nazionale Urbanistica) sezione Lazio in collaborazione con altre sezioni regionali, con la Facoltà di Architettura Roma 3 e la Casa dell’Architettura e sostenuta dalla Provincia di Roma. Ai tre giorni di dibattiti, incontri, scambi di esperienze hanno partecipato attivamente, dal 12 al 14 maggio, oltre mille tra studenti, docenti, ricercatori, professionisti, rappresentanti di amministrazioni locali e dell’associazionismo, provenienti da diverse città italiane e da paesi europei e del Nord America.
Quindici sessioni di lavoro hanno attraversato gran parte dei temi che riguardano lo spazio pubblico: dalla qualità dei progetti alle strategie di rigenerazione urbana, dalla storia della città alle nuove pratiche urbane, dalle condizioni delle aree costiere ai problemi connessi alla ricostruzione dopo catastrofi naturali, dalla partecipazione dei cittadini all’obiettivo di una città per tutti, accessibile ai bambini, agli anziani, ai disabili, sicura per le donne, capace di integrare i migranti e di ridurre le diseguaglianze sociali.
È stata un’ occasione per verificare come lo spazio pubblico sia il più fertile terreno di incontro tra le discipline dell’Urbanistica e dell’Architettura che pratiche professionali iper specialistiche e recinti accademici hanno da lungo tempo separato.
È tempo che si torni a considerare lo spazio pubblico per ciò che esso è davvero: elemento generatore, matrice che dà forma e senso alla città. È tempo che gli spazi pubblici tornino ad essere il centro di attenzione della progettazione urbana, cuore delle politiche per la città. Dire che sono beni comuni importanti nella vita dei cittadini non significa cedere a vizi definitori o ideologici. Significa invece sottolineare la loro libera accessibilità e soprattutto che essi debbono essere governati “dal basso”, dalle persone che li usano. Si apre qui un campo immenso per le ricerche dei modi concreti con i quali affrontare il decisivo problema della gestione degli spazi pubblici, della loro cura e manutenzione.
Le tre giornate romane hanno avuto le caratteristiche proprie di uno spazio pubblico: gratuito, aperto a tutti, in grado di intrecciare le competenze degli esperti e le buone pratiche locali, di favorire l’incontro tra generazioni, culture e istanze diverse.
Sono state confermate le ragioni che portarono, oltre un anno fa, ad ideare la biennale: organizzare un appuntamento periodico che fosse sede di riflessione e costituisse nel tempo un osservatorio permanente sulle condizioni di salute dello spazio pubblico, su progetti realizzati e nuovi parametri di pianificazione e progettazione, su vecchi e nuovi diritti di cittadinanza, sulle pratiche urbane e sul ruolo dei cittadini nella difesa e valorizzazione di quegli spazi pubblici considerati beni comuni, inalienabile patrimonio collettivo, senza il quale muore la convivenza civile e con essa la città così come storicamente l’abbiamo sempre intesa.
È stata la conclusione di un percorso che ha visto nell’ultimo anno la realizzazione di una serie di iniziative regionali: la presentazione del progetto Metamorfosi a Torino a cura di INU Piemonte, il concorso sugli spazi pubblici di piccoli comuni della provincia di Bologna a cura di INU Emilia Romagna, la ricerca su abitare al femminile a cura di INU Veneto, progettare spazi pubblici a Roma a cura di INU Lazio.
Il programma delle 3 giornate è stato articolato in due sezioni: “progettare, realizzare, governare” e “voci e protagonisti”.Con questa distinzione si è voluto sottolineare che i destini dello spazio pubblico sono affidati a nuovi equilibri da costruire nel rapporto tra la formalità del piano e dei progetti e l’informalità delle azioni dei cittadini e del capitale privato. In questo rapporto è decisivo il ruolo di una buona amministrazione in grado di interpretare, mediare, innovare i propri strumenti di governo per rispondere ai tempi rapidi delle trasformazioni reali e dei conflitti che ne derivano.
Anche i concorsi “Le pubbliche amministrazioni e lo spazio pubblico” e “la progettazione partecipata dello spazio pubblico”, promossi nell’ambito della Biennale, rispondono a questa distinzione: da un lato il progetto e il governo della città rappresentato da quei Comuni che hanno investito nella realizzazione di spazi pubblici di qualità; dall’altro la valorizzazione del contributo dei cittadini nella progettazione dei luoghi destinati alla vita collettiva.
A questo intreccio tra buona amministrazione, qualità progettuale e capacità dei cittadini di far sentire la propria voce, di “governare” gli spazi pubblici, dovranno ispirarsi la prossima biennale e le iniziative che saranno promosse già dai prossimi mesi.
La prossima biennale dovrà confermare il carattere libero, aperto al confronto tra tutti i protagonisti dello spazio pubblico, non riservato solo agli esperti, con l’intenzione di trarre spunti positivi dalla dialettica tra la città progettata dai professionisti e la città reale, vissuta dai cittadini.
Nei prossimi due anni il sito biennalespaziopubblico.it rappresenterà uno spazio pubblico virtuale che cercherà di raccogliere i contributi di molti protagonisti della scena urbana. Con tutti si cercherà di costruire una “carta dello spazio pubblico”, manifesto ideale e programmatico di un vasto arco di forze sociali, economiche, culturali ed istituzionali, unito nella difesa e riconquista degli spazi pubblici delle nostre città.