Urbanistica INFORMAZIONI

Alla base del futuro

Siamo immersi nel cambiamento, reale e auspicato. L’urbanistica non ne è estranea. A questa scienza applicata, costantemente in evoluzione e paradossalmente irrigidita in canoni che paiono immutabili, ricca di assunti teorici, strumenti, paradigmi formativi, il mondo reale chiede un continuo ripensamento. Per farlo, bisogna ripartire dalla dimensione culturale ed etica che deve sostenere la fatica del pianificare e dell’amministrare. Il risanamento di città e territori, che ci impegna nel rinnovo di scenari legislativi, geografie istituzionali e territoriali, saperi esperti, ha bisogno di canoni morali risanati. I diritti alla vita urbana, che comprendono inclusione sociale, accessibilità ai servizi, benessere ambientale, decoro urbano, sicurezza, sono questioni di etica pubblica, non solo ambiti di ricerca. Per dirla con Cicerone, che ne parla per le tecniche della comunicazione, «fra l’ingegno e la volontà, lo spazio che rimane alla teoria è assai ridotto: essa si limita a indicarci le fonti alle quali attingere per trovare gli argomenti di cui abbiamo bisogno. Il resto risiede nell’impegno, nella concentrazione mentale, nell’attenzione, nella costanza e nella fatica; … per concentrare tutte queste virtù in un’unica parola … nella volontà [1]». Considerata la rilevanza, oggi, dell’abilità comunicativa, se conveniamo che l’insegnamento della capacità di esprimersi a chi non ha onestà e saggezza non crea oratori ma affida «armi a dei pazzi [2]», il nesso tra moralità ed eloquenza può farci riflettere.
Di più ci fanno riflettere il patrimonio profondo dell’Inu e la sua storia [3] che, nei passaggi critici e più fecondi, è caratterizzata da impegno civile, coerenza, passione, difesa di princìpi universali quali dignità e libertà, sostegno a un progetto di società con la padronanza delle tecniche e la creatività artistica. È un’etica solida, riversata nell’insegnamento, nella produzione dei piani, nell’agire amministrativo e nella capacità industriale non disgiunta dalla cura per il territorio. L’attualità del costante senso di responsabilità sociale di Adriano Olivetti, Giovanni Astengo, Edoardo Detti [4] indica la strada per affrontare la complessità e i disagi del mondo contemporaneo, denunciandone i degradi morali. Rileggere le pagine della storia italiana, nella quale la difesa degli interessi pubblici e l’ordinato sviluppo urbanistico erano parte integrante del risanamento morale del Paese [5], o le pagine che raccontano le vicende urbanistiche e le scelte dell’Inu di misurarsi sulla dimensione della cultura politica, per il rinnovamento profondo [6] al quale contribuire, è un esercizio utile.
Su quella strada, si possono affrontare senza retorica né timori le riforme in discussione, che, senza il chiarimento sulle ragioni e una rinnovata centralità dell’attenzione per l’uomo, rischiano di rincorrere, a fronte di risorse drammaticamente ridotte, scelte esasperatamente efficientiste, orfane di un progetto sociale e di ancoraggi etici. Ciò riguarda tutti i temi in agenda, contestualmente, dal generale al particolare: salvaguardia del paesaggio, tutela dell’ambiente, housing sociale, nuova forma del piano, modalità democratica di partecipazione alle scelte, co-pianificazione, partnership pubblico-privata, fiscalità urbanistica e immobiliare, rigenerazione urbana e architettura. Questioni che attengono alla nostra scienza, della cui utilità sociale [7] siamo profondamente convinti e che appare mortificata in contrapposizioni ideologiche, percepita come un costo infruttuoso, confinata nelle definizioni normative e in arroccamenti burocratici che non l’hanno difesa dall’essere travolta nelle vicende di illegittimità, illegalità, corruzione.

[1Cicerone, L’arte di comunicare, P. Marsich, a cura di, Oscar Mondadori, 2007, pag. 35

[2ibidem, pag. 89

[4Convegno Edoardo Detti, architetto e urbanista 1913-1984, Firenze, 3-4 ottobre 2013

[5“È urgente dare inizio a una fase in cui si metta fine ai finanziamenti occulti, agli intrallazzi, alle ruberie, al sistematico sacrificio degli interessi pubblici più sacrosanti (la sa­lute, la difesa del paesaggio e del patrimonio artistico, l’ordi­nato sviluppo urbanistico, l’onesto rispetto della legge e del­l’equità) agli interessi privati, di parte, di corrente, di gruppi e uomini nella lotta per il potere.”, E. Berlinguer, La strada maestra per moralizzare la vita pubblica, Intervento al Comitato Centrale del Pci, giugno 1974, http://www.enricoberlinguer.org/home/index.php?option=com_content&view=article&id=26

[6“L’Istituto sta in questo momento studiando una soluzione per l’avvenire del problema urbanistico italiano. … Questo spiega ancora una volta la nostra collaborazione a questo convegno: l’opera dell’Istituto, infatti, negli ultimi mesi, per effetto dell’attività del consiglio direttivo da me presieduto, è stata quella, costante ed insistente, di prendere contatto con le forze sociali e sindacali del paese, allo scopo di creare una piattaforma comune di lotta sulla base di un rinnovamento profondo della realtà urbanistica. Questa è la ragione della nostra presenza qui: questo è il senso conclusivo del mio discorso.”, P. Barile, Relazione introduttiva presentata al Convegno organizzato dall’Anci sezione Emilia-Romagna e dalla Consulta Urbanistica Regionale dell’Emilia-Romagna, con la collaborazione dell’INU, da titolo Il controllo pubblico del territorio per una politica della casa e dei servizi, Bologna 13-14 febbraio 1970. Pubblicata in Urbanistica, n. 56, 1970, pp. 92-93

[7“Ma perché l’impulso a questa profonda trasformazione di struttura sociale possa concretarsi, o, per dirla in termini crociani, possa «soddisfarsi trapassando in azione», è necessario che prima siano definiti gli scopi ed i mezzi e i limiti dell’urbanistica moderna, che siano fugati i possibili equivoci della sinonimia fra pianificazione urbanistica e pianificazione economica, che siano esemplificati i metodi di procedura democratica nella compilazione ed attuazione dei piani. Quando quest’azione chiarificatrice, che è la sostanza del programma della nostra rivista, si sarà sufficientemente sviluppata anche nel nostro ambiente, allora l’urbanistica cesserà di apparire una speculazione astratta e un’accolta di sterili esercitazioni. Essa diventerà non solo strumento di riorganizzazione sociale, non solo strumento amministrativo, ma, infine, non dimentichiamoci, anche il mezzo, l’unico mezzo efficace, per la rinascita dell’architettura moderna.” G. Astengo, Attualità dell’urbanistica, Editoriale del n. 1, 1949 della rinata rivista Urbanistica, organo ufficiale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica

Data di pubblicazione: 31 luglio 2014