Nel dibattito sul Grand Paris, il conflitto tra i due progetti di trasporto “l’Arc Express e la Metro Grand Paris” ha investito il rapporto tra istituzioni e piani, con un gioco mediatico tra stato, regione, comune e gli architetti dell’Atelier International.
Ma soprattutto ha messo in gioco le attese della gente, l’integrazione dei nuovi progetti con l’impianto esistente, il conflitto tra esigenze quotidiane e funzionalità metropolitane.
Un confronto serrato, dove spesso sono cambiate le carte in gioco, anche in termini di investimenti pubblici, lievitati a cifre fantascientifiche.
Scale geografiche e politiche in conflitto, propensioni colonialiste dello stato centrale, mancanza di un assetto stabile tra gli attori locali influenzano le decisioni. Ma le alternative infrastrutturali o la concentrazione di un milione di nuovi impieghi dialogano con la mega Regione che va dalla Normandia a Lione e Lille; mentre i quartieri di Parigi si accontenterebbero magari di un semplice tram.
